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bardo

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  1. Si, esattamente quella. Infatti assomiglia tantissimo a un gatto allungato!
  2. Si, è vero, in Italia non sono presenti. In Europa però, specialmente in Spagna, Portogallo, Francia e Baleari (anche in Germania, Belgio e Svizzera, ma sono soggetti fuggiti dalla cattività), è presente la Genetta (Genetta genetta), appartenente alla famiglia dei Viverridi nello stesso sottordine delle manguste, quello dei Feliformia.
  3. Il nido a cassetta di legno è quello orizzontale con il lato frontale aperto a metà; le dimensioni sono all'incirca 15 x 10 x 10 cm. In alternativa puoi anche utilizzare un nido 12 x 12 x 12 cm. Per la realizzazione della coppa vera e propria bisogna mettere a disposizione fieno e materiale del genere. Ciao!
  4. bardo

    Cocorite

    Dopo che la femmina ha deposto le uova, generalmente 5 o 6, le coverà per 18-19 giorni. Noterai che i due si scambiano effusioni, se sei fortunata potrai anche assistere all'accoppiamento; i soggetti saranno irrequieti ed entreranno e usciranno dal nido. La femmina in genere ha l'addome leggermente rigonfio, sintomo della prossima deposizione; considera che l'uovo staziona per almeno 18 ore nell'utero durante la calcificazione. Ricorda poi che durante il periodo riproduttivo le femmine generalmente cambiano il colore della cera che a volte si ispessisce e diventa rugosa.
  5. bardo

    Cocorite

    Ah, scusa, l'anello perioculare significa attorno all'occhio! Ciao!
  6. Prima di ricorrere a rimedi casalinghi ti consiglio di contattare un veterinario, che saprà darti maggiori informazioni! Ciao!
  7. bardo

    Cocorite

    Ciao e benvenuta! Si, le cocorite inglesi sono sempre cocorite (Melopsittacus undulatus) ma maggiorate, ovvero hanno dimensioni maggiori, circa 22 cm. Di solito le femmine hanno la cera del becco marroncina, sì (al contrario del maschio che ha la cera azzurra) ma non per questo si può ritenere che sia pronta. In generale la cocorita è in grado di riprodursi attorno all'anno di età, forse i tuoi soggetti sono giovani. I giovani fino alla 12-15 settimana non hanno l’anello prerioculare bianco come gli adulti, bensì marroncino. Inoltre verso le 15-18 settimane il colore della cera dei giovani inizia ad acquistare il colore definitivo. Oppure hanno bisogno di maggior affiatamento, e necessitano di tempo per ambientarsi! Spero di esserti stato di aiuto! Ciao!
  8. bardo

    Dieta Barf

    Ricordo che non sei l'unico a studiare veterinaria, e comunque invito a moderare i toni in generale. E' quasi la prassi che i veterinari invitino i padroni dei loro pazienti ad utilizzare le crocchette (in genere), e se non hai mai sentito parlare di questa dieta, non è detto che questa non possa essere valida e ad ogni modo salutare. E' fin troppo semplicistico per non dire errato paragonare l'essere umano al cane, e comunque lo scopo di questo tipo di dieta è appunto nutrire i propri cani o gatti come si nutrirebbero in natura, con carne cruda. Verissimo, vi sono casi in cui il pancreas non produce certi enzimi necessari per il cibo crudo (ricordando che i principali enzimi proteolitici sono tripsina, chimotripsina, elastasi, carbossipeptidasi e altre) e quindi bisognerebbe integrare con enzimi pancreatici (di solito piuttosto costosi). Viene anche sottolineato che se il cane ha una alimentazione varia non dovrebbero esserci problemi specifici, ma viene comunque consigliato fornire olio di pesce (ricco di acidi grassi tra cui i famosi omega 3 che bilanciano gli omega 6 presenti nella carne cruda), vitamina E e zinco. Assolutamente d'accordo, è necessario parlare con il proprio veterinario e discutere i pro e i contro di questa dieta. Per maggiori notizie sui vantaggi di questa dieta puoi consultare questi siti: http://www.difossombrone.it/alimentazione/...3dieta_barf.htm http://www.waggingweb.com/pages15/barf.html
  9. bardo

    Dieta Barf

    La dieta barf si basa su questo tipo di alimentazione, non posso farci niente.
  10. Se può essere utile: SINDROME DI WOBBLER Sindrome caratterizzata da barcollamento, instabilità e atassia del treno posteriore. Descritta per la prima volta nel cavallo nel 1939 Segnalata nel cane - negli USA - nel 1962 Con il termine di sindrome di Wobbler (Wobbler syndrome), si indica un complesso di manifestazioni derivanti da un fenomeno di compressione a carico del midollo spinale cervicale, riscontrabile nelle razze canine di grossa taglia. Tale compressione midollare può derivare da una malformazione delle strutture ossee o malarticolazione scheletrica (anomalia articolare) che circondano il midollo spinale (V°, VI°, VII° vertebra cervicale), da strutture normali, ma anormalmente allineate (instabilità vertebrale) e/o da entrambe queste situazioni, come anche può derivare da alterazioni patologiche dei legamenti. Le conseguenze sono disturbi della locomozione e turbe neurologiche. La gravità delle malformazioni o del cattivo allineamento determina il grado di compressione e dunque l’intensità dei sintomi. Oltre alle anomalie strutturali, l'estensione o la flessione del collo, possono provocare o alleviare la compressione del midollo cervicale. La malattia pur essendo tipica degli Alani e dei Doberman ovvero razze a "collo lungo" è stata descritta in numerose altre razze di grossa taglia e più di frequente nei soggetti maschi in rapporto maggioritario di casistiche rispetto alle femmine di 4:1. La sindrome di Wobbler è caratterizzata di solito da una paresi e da un'andatura barcollante ad insorgenza insidiosa, più spesso a carico del treno posteriore. Nei soggetti affetti, si può riscontrare una iperflessione od una iperestensione del collo, un'andatura rigida sugli arti anteriori ed un trascinamento delle unghie (stenosi dinamica). I deficit neurologici conseguenti alla patologia possono comprendere una sintomatologia che può manifestarsi da una modesta atassia (ossia una mancanza di coordinazione dei movimenti), fino alla tetraparesi. La diagnosi della patologia può essere confermata dall'esame neurologico e/o mediante radiografie in bianco o con mezzo di contrasto (mielografia). La prognosi è strettamente correlata alla gravità dei deficit neurologici riscontrati, dal grado e dalla natura della compressione midollare. da http://www.canedapastoretedesco.info/Docum...i%20wobbler.htm La mielografia in realtà è un esame radiografico eseguito dopo l'iniezione a livello lombare di un mezzo di contrasto iodato (a livello di spazio subaracnoideo) opaco ai raggi X.
  11. Le normative di legge variano da Regione a Regione e talvolta da Comune a Comune; bisogna comunque informarsi presso la ASL di competenza. Riporto un buon articolo tratto dal sito della FOI (www.foi.it), che parla sia delle specie da gabbia in senso stretto che di quelle avicole: REGISTRARE O NO L’ALLEVAMENTO? di Enrico Banfi [...] vediamo quali leggi, norme, ordinanze ci riguardano. In base a ciò che alleviamo: -SPECIE INDIGENE: ci sono norme nazionali, specifiche, volte a tutelare tali specie. La registrazione dell’allevamento è obbligatoria, sancita da leggi, va fatta ai Vigili Provinciali e vanno tenuti apposite registrazioni d’allevamento. La gestione è abbastanza onerosa ma conoscibile. -SPECIE ESOTICHE: ci sono leggi mondiali, europee e nazionali d’attuazione (CITES).Anche qui, gestione complessa, ma è chiaro chi produce le leggi e le norme. -TUTTE LE SPECIE DI UCCELLI ORNAMENTALI: comprendono, oltre ai precedenti, tutte le altre specie, compreso il pollame e, più in generale, gli animali destinati all’alimentazione umana. Qui le normative intervengono a regolare due aspetti che interessano la società civile: -Igiene e salute pubblica, degli animali e delle persone; -Benessere degli animali. Il primo aspetto, ad esempio, si preoccupa che nelle carni degli animali allevati ad uso alimentare non siano presenti sostanze nocive per la salute umana (ad es. antibiotici, estrogeni, pesticidi,..),che gli animali allevati non s’infettino e non diventino un rischio per le malattie che possono trasmettere all’uomo (ad esempio, l’aviaria). Il secondo aspetto,si preoccupa che le condizioni di detenzione, allevamento e trasporto degli animali siano dignitose per l’animale stesso e non producano danni alla sua salute. Il primo aspetto ha una storia lunghissima e vede legiferare tutti i livelli istituzionali: Stato, Regioni, Comuni. Il secondo aspetto nasce da una sensibilità sociale molto recente e ha visto l’iniziativa partire dal basso: i Comuni. Le Regioni stanno iniziando a manifestare la loro presenza. Il fatto che sul primo e secondo aspetto non ci sia un’unicità di promulgazione di leggi/norme, ma molti Enti e Istituzioni emettono Ordinanze, Direttive e Decreti, rende enormemente complessa la situazione, impossibile una visione completa della stessa e, quindi, difficile per coloro che devono mettersi in regola fare il proprio dovere. Queste sono le premesse da cui non possiamo prescindere: massima complessità e difficoltà di comprensione per i comuni mortali, abituati fino a ieri ad occuparsi unicamente di coppie ed allievi. Chi emette leggi e regole che impattano sugli allevatori e qual è oggi lo stato delle conoscenze? Partendo dal basso: -Regolamenti condominiali: solamente il singolo allevatore può informarsi, non possono essere certamente né le Associazioni né, tantomeno, la FOI. Oggi la psicosi dell’aviaria può rendere delicata la convivenza nei condomini. In questo senso è fondamentale una comunicazione intelligente e prudente delle Istituzioni e dei media: guai per noi ad identificare i nostri allevamenti con quelli industriali. Purtroppo non tutti hanno questa consapevolezza, da cui la necessità da parte nostra di contromisure. -Norme e Ordinanze comunali:possono riguardare almeno quattro aspetti di nostro interesse. ° Igiene Pubblica, generale e dei locali d’allevamento; ° Destinazione d’uso dei locali:se il nostro allevamento viene equiparato con quelli industriali, nascono seri problemi; °Caratteristiche tecniche dei locali d’allevamento: stessa problematica precedente; °Benessere degli animali: le dimensioni delle gabbie, la densità ed altri elementi. Il Comune opera in stretto contatto con l’AUSL; l’attenzione oggi è mirata soprattutto sul primo e sul quarto punto. I Sindaci hanno, comunque, una forte autonomia decisionale su alcuni temi. Le azioni dei Comuni andrebbero più utilmente presidiate dalle Associazioni, rispetto ai singoli allevatori: dovrebbe essere uno dei compiti di quest’organizzazione territoriale, che dovrebbe segnalare al Raggruppamento ed alla FOI per la gestione dei riflessi a livello più ampio. Un punto d’informazione importante è rappresentato dal Servizio Veterinario dell’USL locale. -Leggi e Ordinanze Regionali: sono di tipo attuativo di leggi “superiori” (Stato) ed autonome su materie delegate. Molto forte è l’attenzione ed il potere delle Regioni sui temi Igiene e Salute, che sono quelli che ci vedono più interessati, nonché sul tema autorizzativo di mostre e mercati. -Leggi nazionali: sono prevalentemente d’indirizzo ed attuative delle direttive europee. Sono disposizioni fondamentali, poiché rappresentano l’unità della visione dei problemi e delle soluzioni, per cui un allevatore di Salerno sottosta alle stesse regole igieniche di quello di Treviso. Quindi ti consiglio di informarti nel caso presso la tua ASL locale. Ciao!
  12. Innanzitutto benventuto! Si, credo di si, le coppie certamente funzioneranno se raggiungeranno un buon grado di affiatamento. Ti riporto da un altro mio post: Alcuni giorni dopo l'accoppiamento (di solito 2-3-4 giorni) la femmina comincia a deporre le uova, fino ad un massimo di 8 uova per covata (in media 5) che cova per circa 15 giorni, anche se in inverno può arrivare a covarle anche per 20 giorni. La femmina però inizia a covare dopo la deposizione del 2-3 uovo, ed è per questo motivo che le schiuse non avvengono in contemporanea ma ad 1 giorno di distanza l’una dall’altra. Si, la coppia può funzionare e nasceranno degli ibridi (il Passero del Giappone è uno degli uccelli che più facilmente si ibrida con molte specie di Estrildidi). Il Passero del Giappone preferisce il nido a cassetta di legno. La femmina depone 4-5 uova che cova per 14 giorni; i piccoli lasciano il nido dopo 3 settimane e vengono allevati per altri 15 giorni dai genitori. Ricordati di fornire sempre acqua pulita ogni giorno; ti consiglio inoltre di privilegiare la comodità della gabbia rispetto alla sua bellezza, magari togliendo gli accessori come i dondoli (di solito più sfruttati dai pappagalli). Fermo restando che non fanno male! Buona fortuna! E tienici aggiornati!
  13. Beh, è ovvio, non avrà deposto le uova in un unica volta! Ciao!
  14. Assolutamente, ti consiglio di contattare un veterinario (anche se non aviare potrà comunque fornirti dei consigli), anche perchè come sottilinea giustamente dokindok i pappagalli mascherano molto bene le patologie e il comportamento della tua cocorita non è fisiologico. Facci sapere!
  15. Si, anche perchè i genitori continuano a tenere al caldo i pulli dopo che sono nati.
  16. Impediscile di farlo ancora, e non ci saranno problemi.
  17. bardo

    Tucani

    I tucani generalmente sono uccelli rumorosi ma non così tanto come un cacatua o un'ara ma possono emettere una sorta di fischio rumoroso che può dare fastidio.
  18. E' probabilmente una carenza di calcio: ti consiglio di aggiungere sali minerali e calcio alla dieta. Mangia i muri? Ricorda che la vernice è tossica, evita che la tua calopsitta compia di nuovo questo gesto. Probabilmente lo fa perchè necessita calcio.
  19. Ciao! Alcuni giorni dopo l'accoppiamento (di solito 2-3-4 giorni) la femmina comincia a deporre le uova, fino ad un massimo di 8 uova per covata (in media 5) che cova per circa 15 giorni, anche se in inverno può arrivare a covarle anche per 20 giorni. La femmina però inizia a covare dopo la deposizione del 2-3 uovo, ed è per questo motivo che le schiuse non avvengono in contemporanea ma ad 1 giorno di distanza l’una dall’altra. Sì, in generale sarebbe preferibile che inizino a covare alla fine della deposizione perchè in questo modo le uova schiudono contemporaneamente e diminuisce il rischio che qualche pullo cada "vittima" di quelli più grandi, ma il Diamante mandarino è davvero un ottimo genitore, e se fornirai un'adeguata alimentazione e una sistemazione confortevole, in teoria non dovrebbero esserci problemi in questo senso. Tienici aggiornati!
  20. bardo

    Tucani

    Errata corrige: non è IUNC ma IUCN (International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources).
  21. bardo

    Tucani

    Prego luca (siamo anche omonimi!)! Ciao!
  22. bardo

    Tucani

    Se provi qui potrai vedere dei video sul Tucano beccoscanalato (Ramphastos vitellinus). (in inglese) Invece qui trovi molte informazioni su dieta e allevamento direttamente da un allevatore che si è cimentato nell'impresa (in inglese).
  23. bardo

    Tucani

    Innanzitutto, benvenuto! Dalla tua presentazione, non posso che trarre piacere (per le specie che allevi) e un briciolo di invidia (per lo stesso motivo ). Concordo pienamente! Pur non avendo lo spazio necessario per potere allevare (mi accontento delle mie cocorite e dei miei diamanti mandarino), mi informo ben volentieri sulle altre specie, e anche io noto spesso la più completa confusione, soprattutto nei siti stranieri (cosa anche normale, perchè in italiano non c'è quasi nulla)! Innanzitutto ti consiglio, se già non l'hai fatto, di leggere la scheda scritta da aury sui tucani. Nello specifico: Tucano solforato (Ramphastos sulfuratus). Tucano beccoscanalato (Ramphastos vitellinus) Tucano Toco o Toco (Ramphastos toco) Caratteristiche generali e mantenimento I tucani sono grossi uccelli sudamericani dalla livrea vistosa, provvisti di un becco molto colorato e assai massiccio. Questa gigantesca struttura è in realtà incredibilmente leggera e non costituisce alcun problema per gli uccelli, essendo cava al suo interno. La lingua poi presenta una forma del tutto particolare, essendo lunga, stretta e provvista ai lati di filamenti diretti in avanti. I tucani hanno il primo e il quarto dito rivolti in avanti (zigodattilia): questo permette loro di avere maggior presa sugli alberi. Sono uccelli che si adattano bene in cattività (pur riproducendosi con estrema difficoltà) tanto da poter essere addomesticati e potersi anche affezionare agli esseri umani. Si nutrono soprattutto di frutta fresca (in natura ad una dieta essenzialmente frugivora accostano un po' di insetti o qualche piccolo invertebrato). In cattività si può fornire loro anche riso bollito, pane spezzettato, carne cotta o cruda (tritata o tagliata in piccoli pezzetti): infatti la dieta del tucano, che deve essere povera di ferro per i motivi che indicati sotto, deve essere invece ricca di proteine. Proprio per questo si può anche aggiungere ad essa, di tanto in tanto, qualche grosso insetto o qualche topolino. Scegliendo tra frutta e verdura, sarebbe consigliabile optare (ma non esclusivamente) verso spinaci, uva, banane e carote: contengono infatti i tannini, sostanze fortemente antiossidanti (tra l'altro, alcuni tipi abbassano la pressione arteriosa e sono antivirali e antibatterici) e che riducono l'assorbimento del ferro. Questo è importante nel caso dei tucani perchè previene l'emocromatosi (o diabete bronzino) una patologia dovuta all'accumulo di ferro nel fegato (e anche in sede pancreatica, cutanea e cardiaca) molto comune in questi uccelli (e nelle maine). Ricorda però che assolutamente i tucani non vanno alloggiati in compagnia di uccelli più piccoli: in questo caso li ucciderebbero e li mangerebbero. Non sono uccelli eccessivamente cagionevoli di salute, ma soffrono molto le temperature fredde: per evitare spiacevoli inconvenienti sarebbe opportuno alloggiarli in un'ampia voliera esterna protetta in inverno. Se ne avessi pure la possibilità, nella stagione invernale andrebbero ospitati in casa. Sono uccelli molto costosi, e più o meno minacciati a causa della distruzione del loro habitat naturale (Ramphastos vitellinus, Ramphastos sulfuratus e Ramphastos toco sono tutti nella lista rossa delle specie minacciate della IUNC). Comportamento In natura vivono a piccoli gruppi, nel fitto delle foreste. Scendono raramente a terra e lo fanno solo per bere o per impadronirsi di qualche frutto caduto al suolo. Hanno una voce rauca, ma producono anche dei suoni battendo l'una contro l'altra le due ranfoteche del becco. In cattività tendono a essere aggressivi sia con uccelli più piccoli che con altri della stessa specie. Il Toco è la specie più nota, raggiunge i 60 cm di lunghezza con un becco di circa 22 cm. Come la maggior parte dei tucani costruisce il nido nel cavo degli alberi; in esso la femmina depone 3-4 uova che vengono covate da entrambi i genitori. I piccoli nascono dopo 16-18 giorni e crescono molto lentamente; sono in grado di abbandonare il nido a circa sei settimane di età; svilupperanno completamente il becco solo a 2-3 anni d'età. Collegamenti Qui puoi trovare una scheda sul Tucano solforato (noterai certamente confusione sul nome scientifico). Qui altra scheda sul Toco. Nel caso volessi avere notizie più dettagliate su questo genere di uccelli, il comportamento in natura, lo status e cose così, in particolare sul Toco o sul Tucano solforato, prova qui (in inglese). Se volessi qualche altra informazione, chiedi pure!
  24. Premettendo che non sono assolutamente esperto, da quello che ho letto (praticamente tutto in inglese) è un problema assai comune quello della perdita del colore dei black moore; potrebbe trattarsi o della qualità dell'acqua in cui si è venuto a trovare o del cibo con cui è stato nutrito. Di solito cambiano colore per avvelenamento.
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