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flessio

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Tutti i contenuti di flessio

  1. Un articolo interessante ed inquietante. Nemmeno le profondità abissali sono immuni dagli effetti provocati dalla specie umana... Ciao
  2. Vi giro questa notizia: un ultimo, tragico volo per un amante della Natura. Un nome simbolico, forse da predestinato, per questo Magellano del cielo. Non lo conoscevo né di fama né tantomeno di persona. Ed è triste che di questi personaggi e delle loro imprese non si parli se non in caso di tragica fatalità che "fa notizia". Ciao Angelo, e continua a volare, sempre più in alto E' morto Angelo D'Arrigo Protagonista in deltaplano di imprese memorabili, muore su un banale aereo da turismo 27 marzo 2006 - Angelo D'Arrigo fu il protagonista delle più straordinarie imprese in deltaplano, il velivolo con il quale ha volato assieme alle aquile e agli uccelli migratori. Ben oltre l'agonismo, D'Arrigo si dedicava alla sua passione soprattutto "per amore della natura e della conoscenza". Con gli uccelli egli ha volato, vissuto nelle lunghe traversate, imparato. D'Arrigo ha raccontato le sue esperienze in un libro straordinario: "In volo sopra il mondo", nel quale il rapporto con gli abitatori dell'aria, gli uccelli, va oltre la semplice convivenza: "Gli uccelli mi hanno insegnato cosa significa veleggiare. E io ho imparato. Ho scoperto che il mio era un bisogno, per così dire, ancestrale. Ho due maestri di riferimento: Leonardo da Vinci e Konrad Lorenz". Maestro di sci, laureato all'Università dello Sport di Parigi, D'Arrigo, 45 anni, viveva con la moglie e i tre figli sulle pendici dell'Etna, non lontano dal luogo dove lo attendeva, beffarda, la morte. E pensare che 4 anni fa si alzò il volo con il suo deltaplano dal Circolo Polare Artico, si unì a uno stormo di gru siberiane e se le trascinò dietro lungo la rotta migratoria fino all'Iran, volando con loro per 5.500 km. I pulcini di quelle gru nacquero sotto le ali del deltaplano e lui diede loro da mangiare utilizzando un "becco" artificiale. Il 24 maggio 2004 di nuovo in cielo con l'aquila Gea. Intercettata una corrente ascensionale salì fino a quota 9.000 metri e sorvolò l'Everest insieme al maestoso uccello. Con un'altra aquila, Nike, sorvolò il Sahara. Da ultimo, nel dicembre 2005, la sfida ai condor delle Ande, con il volo lungo la Cordigliera e sull'Aconcagua, fino a 7.450 metri. La morte di Angelo D'Arrigo è una perdita irreparabile, non solo per la giovane età, la famiglia e le straordinarie imprese realizzate, ma anche per quelle che avrebbe potuto ancora realizzare, ad esempio sorvolare il monte Wilson, nell'Antartide, com'era in programma l'anno prossimo. Per la cronaca, D'Arrigo è morto precipitando con un piccolo aereo durante una dimostrazione a Comiso. In cabina, assieme a lui, c'era un ufficiale dell'aeronautica in pensione, il generale Giulio De Marchis, 70 anni, anche lui deceduto. All'improvviso, per cause ancora da accertare, l'ereo è precipitato al suolo da un'altezza di circa 200 metri. Inutili i soccorsi, nonostante la tempestività. Tra le possibili cause si ipotizza un malore del generale, che era ai comandi, una situazione di stallo aerodinamico, un guasto meccanico.
  3. Probabilmente avrai trovato la Trachemys scripta elegans, che è la tartaruga dalle "orecchie rosse" comunissima nei pet shops e proveniente (credo) dalla Florida e purtroppo spesso abbandonata ed acclimatata in Italia; oppure la Emys orbicularis, cioè la tartaruga palustre europea, sempre più rara anche per la competizione della prima (mi sembra che in Italia sopravviva nelle valli di Comacchio). Ciao
  4. Quello che non capisco è se vorresti un geco in cortile per il piacere di averlo oppure come mezzo di lotta biologica contro gli insetti. Nel secondo caso, tralasciando le giuste osservazioni di Manugekko al riguardo, bisogna capire di quali insetti vorresti che il geco ti liberasse, perché non è detto che mangi di tutto. Per esempio, non so se è specializzato nella caccia ad insetti alati (es. mosche, falene) o piuttosto di specie attere o poco inclini al volo (ad esempio il grillo delle cantine, Acheta domestica). E sicuramente ci sono insetti che NON vengono predati: ad esempio le cimici, che sono assolutamente immangiabili grazie alle loro ghiandole ripugnatorie. Morale della favola: non sempre (anzi: raramente) un organismo si comporta come vorremmo noi... Ciao
  5. flessio

    Sistema Sonar

    Può darsi che non abbia letto bene: in effetti potrebbero averlo ma non utilizzarlo per la predazione. Verificherò la fonte. Il link che hai inserito sembra interessante, gli darò un'occiata appena possibile. Ciao
  6. Mi risulta in effetti che il latte dei cetacei abbia una percentuale di grasso spaventosa, forse il 40%, almeno 10 volte tanto quella del latte bovino (correggetemi pure se sbaglio). Non so se questo influisca in positivo o negativo sulla densità del latte (intesa come rapporto tra peso e volume), ma sicuramente essendo più grasso è meno solubile in acqua, e quindi come giustamente dice Orka si disperde di meno. Ciao
  7. flessio

    Sistema Sonar

    Ho letto recentemente in un libro che il sistema sonar dei cetacei è in realtà presente solo negli odontoceti (fisiteridi, delfini, zifidi e compagnia varia), e che in alcuni casi, come per il capodoglio, verrebbe utilizzato non solo per localizzare ma anche per stordire la preda. E' vero? E se così è, i misticeti come fanno a localizzare le prede, si tratti di krill piuttosto che di pesce azzurro? Boh, curiosità varie... Ciao
  8. Dalla descrizione propenderei più per gli opilionidi, anche l'ambiente è il loro...purtroppo senza un'immagine non è possibile sbilanciarsi più di tanto. Sorry! Ciao
  9. Fra le altre cose, un maschio adulto di scimpanzé può raggiungere tranquillamente i 120 cm ed i 50 kg di peso, con una forza nelle braccia da fare indivia a un campione di tiro con l'arco ed un morso che può tranquillamente staccarti due dita...non è propriamente un "pet". Se si ha veramente la passione per le scimmie (cosa estendibile poi a qualunque animale), credo che ne si debba fare una ragione di vita o quasi. Cominciando con il documentarsi, e poi magari scegliere un corso di studi apposito, e magari poi andare a fare tirocinio negli zoo...o meglio ancora direttamente sul campo. Sicuramente non è facile, ma ogni medaglia ha il suo rovescio. E se la montagna non può spostarsi, allora bisogna andare dalla montagna... Allego questo sito: Jane Goodall Ciao
  10. flessio

    Influenza Aviaria

    Vi allego questo editoriale in merito. Ciao Buongiorno di Massimo Gramellini (16 febbraio 2006) Il petto e la coscia In tutta Europa si scruta il cielo con preoccupazione (dopo gli aerei dell’undici settembre, gli uccelli con l’aviaria nel becco: è un decennio davvero nefasto per il volo). Però soltanto in un Paese l’influenza dei cigni ha portato al crollo dei consumi di uova e pollame, gettando sul lastrico decine di migliaia di contadini. Inutile dire qual è. Altrove il cittadino medio rielabora le informazioni con il buonsenso e capisce che non esistono motivi seri per avere paura di un pollo arrosto: ascolta il parere degli esperti e si fida. In Italia no. L’emotività è un vento bambino che travolge ogni diga frapposta dalla logica. Gli stessi che oggi si rifiutano di toccare il pollo, ai tempi di Mucca Pazza scappavano dalla bistecca per ingozzarsi di carne bianca. Ascoltano rinomati virologi dichiarare in tv che «mangiare pollo italiano è la cosa più intelligente e sicura che un italiano possa fare», però poi non la fanno. Su questo popolo di diffidenti che finisce sempre per farsi fregare, l’informazione fa breccia solo se spaventa. L’effetto paradossale è che, quando sarà passata la bufera, non avremo più un pollo nostrano da mettere sotto i denti e dovremo importare quelli cinesi da cui è partita l’infezione. Consapevole che si tratta di un discorso delicato, viene però da chiedersi se sia giusto continuare a versare notizie ansiogene nelle orecchie di un pubblico che in buona parte non è maturo per assorbirle senza perdere il controllo dei propri atti. Si tacciono tante cose, nei telegiornali. Tacerne una di più, almeno fino a quando non sia autorevolmente sicura, sarebbe una forma benemerita di autocensura.
  11. Anzitutto una precisazione: non si tratta di ragni ma di scarafaggi. blatte La Blattella (e le blatte in generale) si sposta soprattutto attraverso le fessure: quindi occhio a screpolature dei muri, infissi in legno, soglie delle porte e porte-finestre etc. Prosperano anche nelle colonne di scarico della spazzatura dei condomini, ma credo (e spero!) che nessuno le abbia più...Gli esemplari più piccoli che hai visto sono i giovani, evidentemente si era schiusa una nidiata. Amano ambienti caldi e umidi. Depongono spesso le uova, oltre che nelle crepe dei muri e negli infissi, anche sotto la carta da parati se questa è leggermente rialzata; una volta ne ho viste a centinaia in una scatola di derivazione dell'impianto elettrico! L'eradicazione non è facile: le disinfestazioni periodiche servono soprattutto a tenere sotto controllo le popolazioni. Se si riescono ad individuare-ed eliminare-le uova, in genere poi il problema non si presenta per un bel po'. Curare ovviamente la pulizia della casa e non lasciare avanzi di cibo accumulati (es. bidoncini del riciclo organico pieni) che li possano attirare. Si possono poi usare insetticidi a schiuma da applicare sulle soglie delle porte, nelle screpolature etc. Ciao e buona fortuna ps: non sono un moderatore, ma credo che non si possano riportare nomi di marche di prodotti nei messaggi.
  12. flessio

    Influenza Aviaria

    Riporto quanto apparso in merito sul sito della LIPU. Ciao FERMARE GLI ABBATTIMENTI Fermare le uccisioni sommarie di uccelli selvatici: un metodo cruento e riprovevole, nonché assolutamente inutile se non addirittura controproducente ai fini della lotta all’influenza aviaria. E’ quanto dichiara la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) dopo i numerosi casi di violenza contro uccelli selvatici che si sono verificati negli ultimi giorni in alcune regioni del Sud Italia e che rischiano di propagarsi in modo irrazionale al resto del territorio nazionale. “Abbiamo appreso dalla stampa di animali uccisi solo perché sospettati di essere portatori del virus – dichiara Elena D’Andrea, Direttore Generale LIPU – Sono azioni errate e inaccettabili, sia da un punto di vista etico che da quello scientifico. Come ripetiamo da tempo, abbattere gli animali non fa che disperdere sul territorio eventuali individui malati e inoltre non aiuta a risolvere il problema più importante, che è quello di effettuare i controlli per accertare l’eventuale presenza del virus e capire come limitarne la diffusione. Purtroppo però i casi riscontrati in Italia stanno generando una vera e propria psicosi che al momento è del tutto ingiustificata e rischia di aggravare anziché contenere il problema”. In tal senso va ricordato che in nessun caso al mondo si è verificato un passaggio del virus H5N1 da animali selvatici all’uomo; va inoltre ricordato che quello dell’influenza aviaria è al momento un problema soprattutto di carattere veterinario, che va affrontato mettendo in sicurezza gli allevamenti e facendo in modo che questi rispettino tutte le norme di biosicurezza; e va ancora ricordato che puntare l’attenzione tutta sugli uccelli migratori, peraltro vittime a loro volta del problema, significa perdere di vista la grande complessità della questione e quindi la possibilità di trovare ad essa una soluzione adeguata. ”Dunque nessun panico – conclude D’Andrea – ma la giusta preoccupazione che deve condurci alle scelte più oculate, per le quali la LIPU e tutta BirdLife International faranno la propria parte. E soprattutto nessuna azione sommaria contro gli uccelli migratori, cosa che non tarderemo a denunciare alla magistratura”. La LIPU invita inoltre tutti i cittadini a collaborare segnalando eventuali informazioni utili alle autorità competenti. Parma, 13 febbraio 2006
  13. Uno squalo "erbivoro"? La cosa mi suona un po' strana francamente...mi piacerebbe sapere il nome della specie, ma non mi risulta-nelle mie scarse conoscenze di zoologia marina-che esistano specie che si nutrano solo di Posidonia, tanto per dire. A meno che non intendessero dire che si nutre di fitoplancton, ma allora in genere si tratta di specie MOLTO più grandi. Ciao ps: forse la discussione sarebbe da spostare nel forum pesci, o in "vivere in armonia", perché coi cetacei c'entra poco...
  14. Boh, non mi sembrano delle tegenarie...bisognerebbe guardare l'epigino, o almeno guardare la posizione degli ocelli per risalire alla famiglia. Dalla foto mi sembra in effetti più simile ad uno Zoropsis, ma ripeto io di ragni so poco o niente. Ciao
  15. flessio

    Il Volo Di Lydia

    Dopo la nuotatina di Nicole dal Sudafrica all'Australia, ecco la storia del volo di Lydia: LYDIA Ciao
  16. flessio

    Squalo Bianco

    Già, lo squalo tigre...la cloaca natante! Mi risulta che sia il più adattabile: albatros, tartarughe, cefalopodi, aragoste... E poi ricordiamoci che sono molto più spesso gli squali a finire nelle nostre pancie... Esatto Steve: organi di senso Ciao
  17. Purtroppo la foto è molto sfocata...posso solo intuire che si tratti di un imenottero, ma niente di più. Sorry! Ciao
  18. Quando si tratta di ragni confesso la mia ignoranza e mi rifugio in questo sito: Aracnofilia Andando su "ragni locali" si trova anche la scheda di Z. spinnimana. Cacciatore libero, niente tela. Da quello che leggo, nessun caso di morso documentato. Il veleno è definito di tipo necrotico, che se non sbaglio è come quello del ragno violino (Loxosceles spp., fam. Sicariidae). Ciao
  19. Si tratta di una falena sfinge (famiglia sfingidi, quella della falena testa di morto de "Il silenzio degli innocenti"). La specie esatta non te la so dire perché la foto ha colori un po' alterati, ma potrebbe essere Herse convulvuli (=Agrius convulvuli) o Sphinx ligustri. Comunque tutte e due sono specie europee (anche se molte specie di sfingidi hanno un comportamento migratorio). Guarda su questo sito: Lepidotteri Vai sotto Sphingidae e cerca le due specie, troverai le immagini di bruchi e adulti. Ciao
  20. Eh, sì mia giovane discepola...però il titolo parlava proprio del più veloce in volo, salvo poi dire (giustamente) che la velocità era riferita alla picchiata: per questo l'ho trovato fuorviante. Ciao ps: bentornata
  21. Vi allego questo articoletto, che dovrebbe fare chiarezza: falchi e rondoni è anche vero che quando si parla di velocità del falco pelegrino, bisognerebbe considerare che non si tratta di volo attivo ma di picchiata. Ciao
  22. No, non nel letto, non è il loro ambiente ideale, eh eh... Scherzi a parte, la libertà altrui finisce dove inizia la propria e ciò vale anche per gli scorpioni! Ciao
  23. Boh, io non mi preoccuperei e risparmierei la vita degli scorpioni: al di là del fatto che sono protetti, come dici tu stesso mi sembra che siano quelli che ci rimettono di più nel confronto con i tuoi gatti... Per quanto riguarda il veleno, se è vero che la dose può essere pericolosa per un gatto è altrettanto vero che la vedo dura per lo scorpione riuscire a pungere attraverso il pelo o infilare il pungiglione proprio sotto i polpastrelli. E poi permettetemi un'ultima riflessione: non sottovalutiamo i felini, a volte se la cavano molto meglio di noi bipedi! Ciao
  24. La vescica natatoria (pneumatocisti) è di fatto un palloncino che occupa la cavità dorsale del corpo, e serve ad adattare il pesce alla pressione dell'acqua, che aumenta all'aumentare della profondità. La v.n. è presente nei pesci ossei ma non nei condroitti (squali e razze), che infatti non possono stare immobili senza affondare. Dal punto di vista evoluzionistico, è proprio dalla v.n. che potrebbero essersi originati i polmoni dei primi anfibi, ed in alcune specie di pesci (dipnoi) la v.n. svolge ancora le funzioni di polmone. Queste sono le mie (scarse) conoscenze di ittiologia. Ciao
  25. flessio

    Mantide

    Puoi anche fare una ricerca fra le vecchie discussioni, qualcosa trovi sicuramente. Ciao
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