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flessio

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  1. No no, non sono sociali quindi niente regina ed operaie. Un nido=una femmina. Ciao
  2. Rispondo abbastanza di fretta, quindi scusate se non ho letto bene tutti i post. In sostanza comunque le vespe vasaie (generi Sceliphron, Eumenes, etc.) fanno nidi pedotrofici dove depongono le uova assieme alle prede paralizzate (ragni, bruchi etc., dipende dalla specie). In ogni caso, le vespe vasaie sono specie solitarie, non sociali, quindi non si avrà mai una concentrazione elevata di individui. Ciao
  3. Confermo, Anoplophora chinensis è un nostro nuovo concittadino da qualche anno: http://www.agricoltura.regione.lombardia.i...ction=Documento I funghi del genere Beauveria sono usati molto spesso come agenti di lotta biologica, soprattutto in ambiente forestale. Sicuramente devono essere colpiti gli adulti, dato che le larve vivono protette nel legno. Ciao
  4. Purtroppo senza immagini è difficile pronunciarsi. Ma se hai conservato dei campioni, portali all'ASL oppure a qualche istituto di Entomologia dell'Università, dovrebbero saperti dire qualcosa. Se si tratta proprio di ragni però dubito che possano causare allergie. Ciao
  5. Per le formiche gli afidi sono simbionti, di fatto li "mungono" e li proteggono dai predatori. Gli afidi hanno invece moltissimi limitatori naturali, sia predatori (coccinelle, sirfidi, crisope...) che parassitoidi (imenotteri di varie famiglie). Bisogna verificare con che specie si ha a che fare, perché soprattutto i parassitoidi sono molto specie-specifici. Ciao
  6. Sì, in effetti sembra una Stauropis fagi, se non altro per la posizione della ali posteriori...bisognerebbe controllare la venulazione alare, eh eh! D'accordo con Andrea, i nottuidi sono forse la famiglia di lepidotteri che contiene il maggior numero di specie, quindi la generalizzazione è di fatto un'utopia... Ciao ps: OT per Andrea, ricevuto forte e chiaro, alla prossima macro!
  7. flessio

    Che Cos'è?

    Foto molto sfocata, ma potrebbe essere un gruccione. Non credo un martin pescatore, troppo lontano da specchi d'acqua. Ciao
  8. L'ultima che hai inserito è una larva di coccinellide, quindi direi anzi che è una bestia utile. Il coleottero di prima è proprio un L. lilii. Ciao
  9. Dunque, la falena mi sembra una Parocneria terebinthi , comunque sempre un limantride: http://www.leps.it/indexjs.htm?SpeciesPages/ParocTereb.htm Quelli sul Lilium sono a questo punto dei Lilioceris lilii, ne ero quasi sicuro ma volevo la conferma della pianta ospite. Appena possibile cercherò qualcosa anche sul nottuide. Ciao
  10. La prima è una larva di lepidottero della famiglia dei nottuidi, almeno così ad occhio. Se mi sai dire su che pianta si trovava forse ti so dire qualcosa sulla specie. La seconda e quindi la terza sono larve di coleotteri della famiglia crisomelidi, sottofamiglia criocerini: si ricoprono dei propri escrementi per evitare la disidratazione. Anche qui, per azzardare una specie dovresti dirmi la pianta ospite. La quarta mi sembra un adulto di Lymantria dispar, anche se la foto è un po' sfocata. Ciao
  11. Può darsi che riescano a tornare in natura, e FORSE che riescano a sopravvivere per un po' di tempo, ma ci sono ottime possibilità che siano ormai degli individui imprintati sull'uomo che quindi non riusciranno mai a riprodursi. Questo problema è particolarmente grosso per i pennuti che hanno bisogno di un areale vasto: a una visita ad un centro recuperi LIPU mi dicevano che rilasciando in natura ad esempio un gufo reale imprintato sull'uomo c'erano ottime possibilità di far fallire la nidificazione stagionale in un intero areale, e si parla di chilometri e chilometri quadrati. Non è un caso che nei centri recupero i nidiacei vengano imbeccati usando praticamente dei "burattini" simili all'adulto della stessa specie. Quindi direi che ha ragione aury: Ecco il pezzo a cui si riferisce: Nidiacei feriti Ciao
  12. Purtroppo servirebbe un'immagine per sbilanciarsi...non credo si tratti della malmignatta perché i punti sono rossi come tu dici giustamente, e poi è abbastanza localizzata geograficamente: tu di dove sei? Dalla descrizione potrebbe essere un altro ragno della stessa famiglia (theriididae), forse genere Acharanea, ma ripeto servirebbe un'immagine. Gli scorpioni in Italia sono abbastanza comuni, soprattutto la specie Euscorpius italicus. Comunque non sono pericolosi. Ciao
  13. flessio

    Sono Nuovo

    Ciao e benvenuto! Anzitutto devo chiedere di non scrivere con le "k" e con abbreviazioni da SMS, perché è vietato dal regolamento, grazie. Discorso mantidi: in molte zone sono protette (mi risulta), e sicuramente le specie nostrane (che sono annuali) sono in rarefazione, quindi personalmente le lascerei stare. In commercio trovi invece diverse specie esotiche, se fai una ricerca in rete troverai sicuramente del materiale. Fai anche una ricerca nel sito, troverai delle vecchie discussioni che parlano di mantidi. Comunque per chi è alle prime armi neanche io comunque consiglierei le mantidi, non sono le più facili, meglio iniziare con specie fitofaghe. Se proprio non sai niente di insetti, ti consiglierei prima di iniziare un allevamento a documentarti in modo più approfondito almeno sull'entomologia di base (ciclo biologico, ovideposizione, muta, metamorfosi, sfarfallamento, accoppiamento, diversi regimi alimentari, esigenze ecologiche etc.). Osservali in natura, studiali, e se in te c'è un entomologo non tarderà a sfarfallare! Ciao
  14. ...e buona caccia visiva, allora! Anzi, se ti va bene riesci anche a beccare qualche cicogna in migrazione...anche se a quest'ora dovrebbero avere già nidificato.
  15. Tirando a indovinare, avrai visto senz'altro degli aironi cenerini e delle garzette (più piccole, bianche, con il ciuffo e i piedi gialli). Ciao
  16. Eh eh, sono arrivato tardi...leggendo il primo post dove parlavi del martin pescatore mi era venuto in mente subito il gruccione, ma così non era. Sì, la nitticora (che è un airone a tutti gli effetti) è abbastanza diffusa, ma essendo crepuscolare è meno appariscente rispetto ad altri ardeidi come l'airone cenerino e la garzetta, anche questi molto diffusi nelle zone umide e risaie della Pianura Padana. Altri due ardeidi presenti in Italia ma meno diffusi sono l'airone rosso e l'airone bianco, ma non mi ricordo se sono solo di passo o anche nidificanti: io ho avuto occasione di vederli solo a Comacchio e in Toscana (zona di Orbetello). Ciao
  17. Dunque, sui ragni c'è D. Jones-The country life guide to spiders of Britain and Northern Europe- ed. Country Life Books; disponibile anche in francese: "Guide des araignées et des opilions d'Europe" – Ed. Delachaux et Niestlé, 384 pp., con circa 460 foto. Ad oggi non mi pare ci sia un'edizione italiana. Ciao
  18. Gli insetti stecco sono di norma erbivori.
  19. Molto bella! La sposto in "Vivere in armonia", come argomento ci può stare ed ha maggiore visibilità. Ciao
  20. Beh, argomento abbastanza ampio... Come guida per il riconoscimento, consiglierei Michael Chinery-Guida degli insetti d'Europa-ed. Franco Muzzio, 375 pp. con chiavi identificative delle principali famiglie nei diversi ordini e tavole a colori delle specie più diffuse. All'inizio c'è anche una parte generale su morfologia ed anatomia, e anche sui metodi di raccolta. Altre recensioni seguiranno a breve, ora sono di corsa. Ciao
  21. No, le mantidi appartengono all'ordine Mantodea che sistematicamente è più vicino a quello degli scarafaggi (Blattodea o Blattaria). Anche se ad un certo punto i due ordini erano stati riuniti nell'ordine Dyctioptera, ma adesso mi sembra che siano di nuovo separati. Ciao
  22. Spesso le punture vengono fatte nelle membrane intersegmentali, fra un segmento del corpo e l'altro, dove l'esoscheletro è più sottile.
  23. Aury ha già detto tutto. Nei pennuti, in particolare nei rapaci, è invece frequente il "cainismo" fra nidiacei, per cui il pulcino più debole spesso viene ucciso dagli altri o semplicemente muore di fame perché non riesce a competere con i fratelli per le imbeccate (triste legge della natura, solo i forti sopravvivono). Ciao
  24. flessio

    Pollo Sultano

    Questa è una bella notizia che mi era sfuggita (fonte LIPU), ogni tanto ci vuole... Ciao Un esemplare di Pollo sultano (Porphyrio porphyrio) è stato avvistato nei giorni scorsi all’interno di un canneto del Lago di Pergusa, in provincia di Enna. Un fatto di grande rilievo ornitologico, rende noto la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), impegnata dal 1996 a collaborare con l’Istituto Nazionale Fauna Selvatica (INFS) per reintrodurre con uno specifico progetto il Pollo sultano in Sicilia, dove si è estinto quasi 50 anni fa. L’avvistamento, documentato da uno scatto fotografico, è stato effettuato da una biologa di Sicilia Ambiente, Rosa Termine, all’interno della Riserva Naturale Speciale del Lago di Pergusa. Ed è la prima volta che questa specie viene vista in provincia di Enna. “Questa osservazione è di notevole importanza – spiega Marco Gustin, Responsabile Specie e Ricerca LIPU – perchè questo esemplare di Pollo sultano non presentava l’anello di riconoscimento che viene applicato agli uccelli rilasciati nell’ambito del progetto di reintroduzione e dunque possiamo affermare che si tratta di un esemplare nato in natura. Inoltre è la conferma che il Pollo sultano continua a colonizzare nuove zone umide e ad adattarsi bene ai contesti ambientali in cui si inserisce”. Sono almeno 104 gli esemplari di Pollo sultano provenienti da un allevamento spagnolo e rilasciati dal 2000 alla Riserva Biviere di Gela (CL), gestita dalla LIPU, e alla Foce del Simeto, in provincia di Catania. Il Pollo sultano si estinse in Sicilia nei primi anni ’50 a causa delle bonifiche e della caccia sfrenata attuate nelle poche aree dove ancora era presente. Caratterizzato da uno splendido piumaggio blu metallico e da zampe e becco rosso corallo, è una delle specie più belle e appariscenti delle zone umide mediterranee, dove è presente, oltre che in Sicilia (con 40-50 coppie nidificanti), anche in Sardegna (tra le 450 e le 600 coppie), in Spagna (tra le 6.400 e le 6.700 coppie), in Portogallo (49 – 67 coppie) e in Francia (10-15 coppie). Il progetto di reintroduzione fu avviato nel 1996 dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS), finanziato dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente della Regione Sicilia e supportato da numerosi enti tra cui la stessa LIPU, la Provincia Regionale di Catania, la Provincia Regionale di Siracusa, la Comunità Autonoma di Valencia (Spagna). Foto Pollo sultano avvistato a Enna, di Rosa Termine Parma, 21 aprile 2006
  25. Ahi, ora mi sento chiamato in causa e rischio qualche tampa... Comunque altre informazioni necessarie riguardano il tipo di ambiente (sottobosco, campi contivati, palude, lago etc.), e magari anche la località perché a seconda della latitudine alcune specie possono essere escluse a priori. Tipo di nido, dimensioni e numero di uova mi fanno pensare comunque a un anatide (germano reale?). Ciao
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