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In questi giorni su vari canali di s*y stanno trasmettendo spessissimo il film fahrenheit 9/11. Lo consiglio caldamente a chi ancora non lo avesse visto.
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Attacchi che, permettimi di aggiungere... sono a dir poco meravigliosi!! Una mia amica mi ha fatto fare il "battesimo della carrozza" un paio di settimane fa e devo dire che è veramente complicato (i cavalli quando guidavo io sembravano ubriachi, eheh), ma mi sono divertita moltissimo!!! Anche se... non lascerò mai la sella... ;o)
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Sì, ho fatto solo una gara di pleasure... per caso. Nel senso che ero vicino al campo perché dovevo fare l'horsemanship e il trail, ma alla fine una persona si è ritirata all'ultimo momento dal pleasure. Mi hanno chiamata e mi hanno chiesto se volevo partecipare... e allora ci ho provato! All'inizio è andata bene, ma poi Gringo si è accorto di una cavallina che gli piaceva molto e.. ha cominciato a fare il galletto. E dato che doveva essere valutata la tranquillità del cavallo... ehmmmm...!! Maschi!! Gringo... beh, diciamo che quando l'ho preso era nerissimo: una gioia, dato che Diablo era in teoria grigio... ma non lo è mai stato in realtà, perché lo ritrovavo sempre o verde, o marrone, o di un colore indefinito... a dipendenza del luogo dove sceglieva di rotolarsi. Quindi... puoi capire la mia gioia ad avere un cavallo scuro! Se non che... dopo qualche anno me lo sono ritrovato da così: a così: Ma porcaccia la miseriaaaaa!!!!! Ah già... ho fatto alcuni corsi di tecniche del circo e poi c'è stato anche Parelli... a gringo piaceva moltissimo, perché praticamente poteva pisolare tranquillamente mentre camminava... o galoppava. Questo sistema tranquillizza benissimo i cavalli... pure troppo! ma per fortuna Franco ci ha riportato sulla retta via... eheheh!
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8 anni.... e sembra ieri.
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I pennelli dopo un po' di utilizzo finivano regolarmente nel cestino. Idem per le spugne, che comunque sono spesso lavate con un po' di prodotto. Per le spazzole utilizzo il detersivo e il getto più forte della canna dell'acqua. Due consigli a questo proposito: - portarsi i vestiti di ricambio: il getto d'acqua sulle spazzole rimbalza inequivocabilmente sopra chi tenta di far pulizia. Deve essere una specie di legge fisica ancora non ben definita... ma infallibile. - quando si fanno asciugare le spazzole al sole, fare attenzione che non vi siano cani nelle vicinanze. Questo onde evitare di trovarsi a rincorrere il canide con la spazzola in bocca in giro per la scuderia, scatenando l'ilarità di tutti (e dico TUTTI) i presenti. Ovviamente i fatti qui sopra riportati sono opera di fantasia e NON si riferiscono a situazioni realmente accadute.
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Ciao Kri! È una bella idea quella di raccontare le nostra vita equestre! Come chi non ha avuto la fortuna di avere cavalli in famiglia, io ho iniziato da piccolina (6 anni) con i cavalli della scuola. Ricordo ancora il primo che ho montato: era un baietto con lista di 1,40m, vecchietto, che si chiamava Topi. Teeeenero che era!! Il suo compito era principalmente il battesimo della sella per tutti i bambini del maneggio, insegnando a noi principianti i primi accorgimenti in sella. Ho girato poi diversi maneggi e scuderie, dopodiché ho fatto pratica con un gruppo di ragazze/i con cui si facevano principalmente lunghi trekking: un branco di ragazzini che si divertiva in groppa a dei Franches-montagnes che definirei dei SANTI CAVALLI. Ripensando ora e tutte le cavolate che abbiamo fatto a quei tempi mi vengono i brividi... ma devo dire che grazie a quel periodo abbiamo imparato a montare vari tipi di cavalli, con o senza sella, sui più svariati tipi di percorsi. Poi un giorno un'amica mi ha invitata ad andare con lei una settimana in Svizzera tedesca, dove c'era un'istruttrice di monta western molto brava. Io non avevo mai fatto monta western, ma a 16 anni la prospettiva di andare una settimana via da casa con un'amica, ed in più imparare cose nuove sui cavalli mi ha decisamente allettato. Ed ecco la mia prima conversione: finalmente avevo trovato una persona seria e competente che ha saputo insegnare con passione e dedizione la difficile scuola western: non quella che si vede nei film, ma quella in cui il cavallo reagisce al minimo movimento del polso o all'appoggio della gamba. Una meraviglia. Ho continuato a seguire quell'istruttrice per diversi anni, tutti i sabati (per chi si lamenta che non ha il maneggio sotto casa, io mi facevo 1 ore e mezza di auto e 1 e mezza al ritorno ogni volta, pur di imparare bene). Poi... è arrivato il primo cavallo, Diablo: un puledro frutto di un incrocio su cui ci sarebbe molto da ridire (appaloosa x olandese), che sarebbe finito il giorno dopo in macello. È stato un acquisto un po' frettoloso, infatti ecco perché scoraggio sempre gli acquisti fatti con troppo impulso. Poi, dato che un cavallo non poteva star da solo, è arrivato anche Nordal, un franches-montagnes sauro meraviglioso e dal carattere particolarmente pauroso che montava mio padre. Con un bel po' di lavoro è diventato un ottimo cavallo e ora è gioiellino che va dappertutto. Poi per una serie di motivi lunghi da spiegare ho ceduto Diablo ad un amico, che a sua volta mi ha dato il suo puledro, allora intero, Gringo. Era un puledro meraviglioso, nero come la notte, alto e snello, velocissimo e affidabilissimo. Una meraviglia. Con lui è iniziata la nostra avventura, e dato che secondo il mio punto di vista un cavallo ben addestrato deve saper fare un po' di tutto, negli anni abbiamo affrontato diverse sfide: dai lunghi trakking, alle sfilate, alle gare di precisione quale il trail e il plesaure, a quelle di velocità come il barrel e la gimcana... fino a giungere a quelle con i vitelli, le mie preferite in assoluto!! Il tutto naturalmente ad un livello amatoriale, dove il divertimento mio e del cavallo erano sempre al primo posto. Poi... nel 2006 c'è stata la svolta: durante una visita ad una manifestazione di cavalli murgesi ad Ivrea, ho visto lavorare Franco M******no, che montava in campo uno stallone murgese. È stato un vero spettacolo! Ma la fortuna è stata quella di potermmi sedere vicino a lui a pranzo, durante il quale abiamo aprlato a lungo del tipo di equitazione che faceva lui: la scuola classica. Purtroppo era già diverso tempo che mi sentivo un po' "fossilizzata" nel lavoro quotidiano: voglio dire, il cavallo era bravo, agli ordini, ma sentivo che poteva dare molto di più, ma non sapevo come tirarglielo fuori. Era a dir poco frustrante. Poi, ecco una ventata di aria fresca, l'equitazione classica. Affascinata da quei pochi minuti in sella e dalla chiacchierata, ho organizzato un primo stage a settembre dello stesso anno, che ci ha cambiato la vita. Ora cerco di imparare sempre di più da questa scuola secolare, che sa dare moltissimo al cavallo e al cavaliere, che aiuta a scoprire un'equitazione a tutto campo, raffinata e sensibile... ma anche un po' frustrante perché più si va avanti in questo percorso, più si cerca di migliorare sempre più e si notano imperfezioni che prima non si vedevano. Ma... ne vale sicuramente la pena! ;o) Un'ultima cosa vorrei aggiungere: non si smette mai di imparare e il mondo dell'equitazione è così vasto ed interessante che i primi che dovrebbero buttare il paraocchi sono i cavalieri stessi. Non fossilizziamoci su una convinzione, mettiamoci sempre in discussione! Andiamo agli stage, parliamo con chi segue altre scuole di pensiero, discutiamo con vari istruttori, leggiamo e studiamo più libri possibili, montiamo il più alto numero di cavalli che possiamo, chiediamoci sempre il PERCHÉ delle cose... solo così potremo arricchirci veramente e capire un pochino di più il vasto mondo che gira attorno a quel meraviglioso animale che è il cavallo.
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testiera stile arabo... non si capisce bene che cosa si intenda. Le testiere western possono essere per esempio ad una o a due orecchie, oppure quelle classiche. O magari tu intendi le capezze, come questa, che pero' non c'entra nulla con la monta western, e si utilizza per gli show di morfologia: capezza
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Ciao Mylady! Calma calma... non ti ho risposto prima perché ero in vacanza, sono appena tornata e... tra poco devo andare dal mio equino che sicuramente si sarà goduto ottimi giorni di ferie e relax senza di me che lo stresso con mille esercizi ;o) Che dire, lo stage è stato veramente bello, peccato solo che siamo potuti andare solo all'ultimo giorno, che mi hanno detto essere il meno interessante dal punto di vista didattico... e che non ci ha permesso di vedere il Maestro in sella. CHE PECCATOOOOOOOOOOO!!!!! Comunque vederlo insegnare è stato veramente speciale: ci si aspetta (o meglio: IO mi aspettavo) una persona molto seria e composta, e invece è veramente una bella persona, che sapeva giocare tra serietà nel lavoro, ma anche rompere i momenti di imbarazzato silenzio con qualche bella battutina. Inoltre le sue spiegazioni erano veramente chiare e ben motivate (niente: "si fa così e basta", come purtroppo tanti istruttori dicono oggi, senza darti nemmeno una minima motivazione di quanto stai facendo): ogni azione ha uno scopo, volto a migliorare e a proseguire il lavoro. Comunque, è stato bello anche perché abbiamo visto dei gruppi molto eterogenei: il primo era decisamente agli inizi (tipo i nostri stage), mentre l'altro aveva due istruttori già confermati. Insomma, abbiamo visto l'inizio e "la fine" (tra virgolette, perché non si finisce mai di imparare) di un percorso veramente affascinante. E, cosa che voglio sottolineare, non sono solo i cavalli morfologicamente perfetti a poter arrivare ai massimi livelli di addestramento. Prova ne è, che il migliore della giornata era uno stalloncino andaluso che a prima vista non era assolutamente un granché, piccolo e tozzo, era persino mooooolto più grasso del Gringo... il che è tutto dire, eheheh! Ma sotto la sella si trasformava, diventando un vero destriero leggero e agile, che faceva le figure più difficili con estrema eleganza e facilità: una meraviglia per gli occhi. Alla faccia di chi dice che gli unuici bei cavalli di dressage sono tedeschi e olandesi, eheheh!! ;o) Trucchetti per il passo spagnolo? Nessuno... arrivando all'ultimo giorno non abbiamo visto purtroppo gran parte delle lezioni. E poi gli unici cavalli che lo facevano, probabilmente lo avevano già consolidato da un bel po' di tempo, e di conseguenza dubito che sia stato insegnato in questo stage. Ma aspetto l'arrivo di Franco, che sicuramente ce lo farà fare quando valuterà che siamo pronti. per ora ci sono cose più importanti su cui lavorare! ;o)
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Cara Kri Non ti devi offendere, essere principianti non è una cosa di cui vergognarsi, anzi! È bellissimo sapere che si ha tantissimo da imparare, e che si ha un universo di cose nuove da conoscere! Infatti, se proprio vogliamo essere pignoli... ognuno di noi è un principiante, proprio perché il mondo dell'equitazione (e non solo) è così vasto e ricco che non si finisce mai di imparare. Per tornare alla bella domanda di My Lady (ciao cara, stai bene?): Per "svegliare" Olliver, si è lavorato più che altro sulle transizioni a salire, utilizzando anche la lezione alla gamba. In pratica (per chi non era presente allo stage): con un cavallo "addormentato" si fanno diverse transizioni dal passo al trotto attivo e/o al galoppo. Le richieste con le gambe devono essere leggerissime e il cavallo deve scattare al minimo tocco, deve aver voglia di avanzare (significa: mettere un cavallo in avanti). Se la gamba leggera non basta, invece di aumentare la pressione, interviene il tocco di frusta. Se fatto bene e con metodo, il cavallo impara molto velocemente. La situazione di Kri è invece diversa: qui abbiamo una cavallina (correggimi Kri se sbaglio) che al galoppo tende a scappare. Oltre alle diverse motivazioni che avevo riportato sopra, vi può essere quella di mancato o errato addestramento. Mettiamo il caso che la cavalla è stata addestrata a galoppare velocemente, oppure perde l'equilibrio. Nel primo caso si farebbero prima delle transizioni passo-trotto-passo per vedere se il problema c'è anche in questi casi. Se così fosse, prima di passare al galoppo questa transizione di base del essere perfetta, senza fugoni. A quel punto si chiede una partenza al galoppo dal trotto (più facile che dal passo) e si chiede di ritornare subito al trotto o a passo dopo pochissime falcate. Pian piano che queste risultano controllate, si allunga il tratto al galoppo. In questo modo la cavalla dovrebbe capire che ciò che le si chiede non è la velocità. La mani in questo caso devono restare alte (la testa del cavallo non si deve abbassare, in modo da non fargli andare tutto il peso sulle spalle) e l'assetto deve essere ottimamente indipendente (se ci si aggrappa con le gambe, è normale che la cavalla aumenti). Se il problema è la cavalla che scappa, quindi, si lavorerà più che altro sulle transizioni a scendere, facendo attenzione che le nostre richieste di avanzare siano leggere (non servirà quindi il lezione alla gamba con la frusta). Se la cavalla cade sulle spalle e galoppa più veloce, bisogna fare un lavoro maggiore sull'equilibrio, facendo lavorare il cavallo con l'incollatura alta... il tutto non tralasciando comunque il contatto con la bocca... Ma qui si fa tutto più complicato, ed è comunque una cosa che a questi livelli dovrebbe fare l'istruttore, non l'allievo...... Kri, da parte tua puoi cercare di controllare meglio il tuo assetto, per esempio essere sicura di avere in bocca un contatto leggero, avere una gamba che non stringe e non si attacca ai fianchi del cavallo, avere un tronco che non va troppo avanti, ecc. D0altra parte, se già vuoi andare oltre almeno nella teoria, puoi chiedere al tuo istruttore quale potrebbe essere il motivo per cui la cavallina partita così... e come secondo lui si potrebbe risolvere. Ricorda che l'istruttore è lì per te, ed è tenuto a rispondere a tutte le tue domande, dato che è pagato per questo. ;o) Quanto ho scritto sopra è quello che farei io.... ma tu avevi chiesto spiegazioni quel giorno all'istruttore?
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Sono una semplice appassionata... che cerca sempre di migliorarsi... ;o)
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Questo purtroppo è ciò che si insegna nei sistemi "moderni". Le gambe non devono stringere MAI, quando non danno segnali al cavallo. E anche lì non è uno stringere, ma si tratta di uno stimolo che deve tendere allo zero (si parla infatti di "vento tra gli stivali"). L'assetto deve essere indipendente, nel senso che il cavaliere deve riuscire a seguire i movimenti del cavallo senza aggrapparsi né con le mani, né con le gambe. Anche perché il continuo stringere le gambe porta il cavallo a diventare sordo agli aiuti e a non reagire più al minimo segnale, come dovrebbe essere ;o)
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Attenzione.. la gamba non deve spingere verso la pancia del cavallo... non si devono stringere. Devono rimanere il più rilassate possibile scaricando il peso solo sulle staffe. ;o)
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Ciao Kri, Da un forum è difficile poterti dare un aiuto preciso. Bisognerebbe avere più informazioni e soprattutto vedere si persona la situazione. - potrebbe essere che la cavalla ha il fuoco di scuderia. I cavalli, chiusi la maggior parte del tempo nel box, non appena ne hanno la possibilità partono e si sfogano, per esempio facendo ciò da te descritto. Qui la soluzione è muovere la cavalla scossa nel tondino o farla girare alla longe, per farle scaricare le energie. Un cavallo infatti si può lavorare solo se è calmo. - potrebbe esserci qualche problema fisico: mal di schiena per esempio. - potrebbe esserci un problema comportamentale: magari un suo precedente proprietario aveva l'abitudine di farla partire sempre al galoppo veloce, e lei ha imparato così. La soluzione è un riaddestramento alle partenze al galoppo. - il problema potresti essere tu: può essere che involontariamente fai qualcosa che dà fastidio alla cavalla (magari stringi troppo le gambe, oppure ti attacchi alla bocca) e lei reagisce scappando. - la cavalla non è addestrata. Qui dovrebbe essere il tuo istruttore ad ovviare il problema, in modo che tu possa imparare da questa situazione. Se mi trovassi in una situazione simile, prima di tutto muoverei il cavallo scosso, in modo da fargli scaricare le energie. Se questo non mi fosse possibile, lavorerei un bel po' ad un bel trotto attivo. Lavorerei inoltre molto sulle transizione a salire e a scendere. Solo dopo una risposta pronta a queste ultime (significa che la cavalla deve rispondere bene e prontamente, con aiuti leggeri, deve saper dunque ben dosare il suo equilibrio, sempre mantenendo una buona messa in mano) proverei le partenze al galoppo. Partenza, 3-4 falcate di galoppo, e passo. Trotto, nuova partenza, e passo. è importante premiare una buona partenza (tranquilla, in equilibrio), con un pausa dal lavoro. Solo quando avrai delle risposte positive alla richiesta delle partenze potrai fare delle sessioni più lunghe al galoppo.
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Sì, è stata veramente un'esperienza bellissima, da ripetere assolutamente! Ho scritto "da Parelli, all'iperflessione", per dire che spaziava con fluidità in qualsiasi argomento equestre, dall'etologia, ai sistemi "rovinacavalli". ;o)
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Sveglia alle 4.30 (già non sono mattiniera... ma di domenica...!! AAAARRRGH!!!!), partenza mezzora dopo, per andare ad "Intercettare" due amiche, compagne di avventura. Alle 8.30 eravamo già vicino a Zurigo, dove si tiene niente poo di meno che lo Stage Istruttori di Philippe Karl. Fortunatamente in Svizzera è possibile partecipare al corso come auditori anche solo per una giornata... senza bisogno di vendere un rene sul mercato nero per poterselo permettere. Il primo gruppo era proprio agli inizi: hanno lavorato da terra su flessioni e spalla in dentro, sul dritto e in volta. Stesso lavoro l'hanno ripetuto più tardi in sella. Vedere queste tre persone più o meno allo stesso livello lavorare insieme in campo è stato veramente interessante, dato che si vedevano benissimo le differenze di "stile" e le diverse attitudini/reazioni dei vari cavalli. Il secondo gruppo era più eterogeneo: era comoposto da una ragazza che ha iniziato da poco, un'altra che già aveva qualche base in più, e due istruttori di Légèreté. Vedere questi ultimi è stata una delizia per gli occhi: piaffer, pirouette, cambi di galoppo, passo spagnolo... bello bello bello. In seguito è entrata una ragazza che montava un cavallo appena domato, quindi abbiamo potuto vedere il lavoro di base che si fa in questi casi. Dopo una brevissima pausa pranzo, due allievi di Karl hanno tenuto una lezione ad altrettanti binomi, poi commentata dagli altri allievi e da Karl stesso. Il primo era agitatissimo, probabilmente era una delle prime volte che lavorava sotto l'occhio giudice di così tante persone. La seconda istruttrice invece se l'è cavata benissimo, e ha ricevuto molti complimenti. E poi... purtroppo è arrivata la fine dello stage, e ci siamo avviati verso casa. Comunque vedere Karl all'opera è stato veramente bello, peccato solo non aver avuto la possibilità di vederlo in sella... ma sono bastati solo pochi attimi di lavoro da terra con alcuni cavalli per poterne saggiare l'abilità. Lui comunque è una persona davvero brillante, puntigliosa, precisa, che va dritta al sodo, ma ha anche la battuta pronta per sdrammatizzare e allentare la tensione. Mi sono piaciute particolarmente le sue spiegazioni, che variavano ovviamente dagli aspetti tecnici della "sua equitazione", all'esperienza personale, agli studi di etologia che sono stati fatti, fino ad esempi e confronti in altri campi dell'equitazione (ha citato da Parelli, all'iperflessione). Davvero un Maestro a tutto campo, che pero' nei momenti di pausa preferisce stare un po' con se stesso. Speriamo di poter ripetere presto l'esperienza!!
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Ciao Lorelei, benvenuta nel mondo dell'equitazione! Non ti preoccupare, avere qualche difficoltà di scioltezza e ritmo è normale all'inizio. Una cosa mi ha un po' colpito: senti il ritmo con... le orecchie. All'inizio può andare, ma il ritmo lo devi sentire con il tuo corpo, percepirlo, seguirlo. La difficoltà deriva probabilmente dalla posizione in sella, che come di regola, all'inizio è un po' incerta. Comincia dal passo. Puoi anche chiudere gli occhi se vuoi, cerca di sentire sotto di te la schiena che si muove, le singole gambe che avanzano, una dopo l'altra. La cosa difficile è che tu devi essere sciolta e rilassata per riuscire bene nell'esercizio. Aggiusta bene la tua posizione: spalle dritte e aperte, sguardo in avanti, le gambe scendono rilassate, il tuo tallone è leggermente più in basso della punta.. questo serve a darti stabilità, non interferendo tuttavia con il rilassamento del tuo corpo. E poi.. al trotto. Se ti tieni con le mani, stringendo forte, automaticamente irrigidisci polsi, braccia, spalle... e la rigidità si trasmette alla schiena e alle gambe.... e al cavallo stesso. Insomma.. un disastro che ti fa perdere ritmo ed equilibrio Puoi tenerti, ma cerca di non stringere la presa, di essere leggera. Lasciati andare, rilassati, cerca di sentire come si muove la schiena del cavallo. Quando hai capito il ritmo (con il corpo, non vale ascoltare gli zoccoli, eheh) lasciati guidare dal suo movimento: controlla bene che le tue gambe siano rilassate e i tuoi talloni bassi (questo ti aiuterà a non sbattacchiera avanti e indietro); quando senti che il cavallo ti "butta verso l'alto", segui questa forza e alzati sulle tue gambe. Poi siediti di nuovo sulla sella, possibilmente con delicatezza. Di nuovo sarai proiettata in alto dal movimento: ripeti e alzati dalla sella. Cerca di gestire il tuo corpo, il tuo baricentro. Quando sei "in piedi", non devi avere le gambe dritte: alzati solo quel tanto che ti spinge il movimento; il minimo indispensabile. è difficile da spiegare via forum, sarebbe più semplice mostrartelo, e fari sentire dal vivo le sensazioni. Ma noi facciamo del nostro meglio ;o)
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Il nome del programma è il titolo del topic. Oggi cera un Patterdale Terrier veramente possessivo con il padrone (mordeva chiunque si avvicinasse), e ansioso non appena rimaneva solo in casa (sporcava regolarmente 3-4 volte). Stranamente, quando veniva liberato durante le passeggiate, prendeva il via e non ascoltava minimamente i richiami. Con il clicker training Victoria è riuscita a desensibilizzare il cane all'avvicinarsi di estranei al proprietario. Per togliere l'ansia da allontanamento, faceva chiudere le porte di casa quando il proprietario passava da una stanza all'altra, senza badare al cane. Era un primo, breve, allontanamento. La seconda fase era uscire di casa, stare un po' fuori, ritornare in casa ignorando il cane, e premiarlo non appena si calmava. Per lavorare sul richiamo, ha sfruttato l'istinto del cane: per farlo tornare, il proprietario doveva chiamarlo mentre si allontanava da lui, correndo. Per attirare la sua attenzione anche quando l'animale era lontano, si dovevano emettere suoni acuti. Non appena il cane era vicino, era importante mettersi a quattro zampe, per imitare la posizione dei cani quando giocano. Naturalmente click e premio. Che dire... con la coerenza dell'addestramento, il comportamento del terrier è cambiato in maniera eccezionale.
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è un bel programma, sul canale an***l pl***t, dove si vede l'addestratrice Victoria St*****l che riaddestra cani con problemi comportamentali e/o di addestramento. Qualcuno segue queste puntate? Che cosa ne pensate?
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Mi allaccio all'interessante intervento di Ela. Come ben ha scritto, non si demonizza il metodo (o filosofia) in sé, perché tutto ciò che ci può avvicinare ad un più corretto, o, meglio, passatemi il termine, "etologico" rapporto con il cavallo è molto ben accetto. Ciò che ha un po' rovinato quanto di buono c'è, è la cornice, questo eccessivo attaccamento al businness, appunto. Ma se la cosa funziona, si può anche accettare (o comunque possiamo "tapparci il naso"). Altri dubbi vengono dall'eccessiva "meccanizzazione" del sistema, che si vede soprattutto all'inizio, ai primi approcci con questo metodo. C'è pero' da dire che, più che dall'osservazione vera e propria del branco, il sistema deriva da una rielaborazione degli antichi testi classici fatta da Parelli stesso, quindi alla fine, il succo del discorso dovrebbe essere per lo meno simile... solo che, mi sembra, le cose interessanti vengono mostrate solo a livelli molto avanzati (e dopo diverse centinaia di eurini investiti)... e questo credo sia un po' peccato. Non so, che ne dici Silver?
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Benvenuto Silver sul nostro forum! Fa piacere trovare gente nuova che porta nuove esperienze. Perché non ci racconti un po' quello che fate nel livello 2 e nella preparazione per il terzo?
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La storia continua... Qui trovate la risposta della FN in francese... http://www.philippe-karl.com/wcms/ftp//p/p...rl150609_fr.pdf ... e qui in inglese: http://www.philippe-karl.com/wcms/ftp//p/p...rl150609_en.pdf E naturalmente Karl non ha fatto attendere una sua replica in francese: http://www.philippe-karl.com/wcms/ftp//p/p...fn290709_fr.pdf ... e in inglese: http://www.philippe-karl.com/wcms/ftp//p/p...fn290709_en.pdf Uhm... ho idea che dovremo aspettare un altro anno prima di poter leggere una nuova risposta delle federazione...
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Allora Lorelei, com'è andata? Racconta, racconta!!!
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La discussione postata da Choppy (http://www.animalinelmondo.it/forum/index....mp;#entry362131) mi ha fatto ricordare un video che avevo visto tempo fa, e che secondo me si puô applicare in diverse situazioni. Ecco come Monty risolve il problema di un cavallo che non vuole salire sul trailer. http://www.cavallomania.net/WebTV.aspx?show=98rBHobaNiE Commenti? Voi come avete risolto problemi simili?
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Discussioni In Rilievo, Come Si Fà?
LadyD replied to Malinois's topic in Per parlare del più e del meno
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