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Lalli, perché non ci dai la ricetta? A qualcuno sarà sicuramente utile!! ;o)
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Penso che alla fine dipenda dallo zoccolo del cavallo e dal suo stile di vita. Se ricordo bene, l'ultima volta che ho messo il grasso ai nostri cavalli è stato... più di 5 anni fa. Pero' vorrei puntualizzare che i cavalli sono sempre al prato, sono sferrati, non hanno problemi di sorta. In estate l'erba e la pioggia impediscono allo zoccolo di seccare troppo (se no basta una bella sciacquata dopo la passeggiata). Se lo zoccolo è un po' debole si può mettere un po' di catramina.. e volendo ci sono anche degli integratori alimentari specifici per indurire l'unghia (devono essere pero' prescritti dal vet o dal maniscalco). Se lo zoccolo si spacca un po' ai lati (e parlo dei cavalli sferrati) è possibile che il cavallo non abbia gli appiombi perfetti (non calcolando i possibili squilibri alimentari) e di conseguenza il peso dei cavalli pesa di più su uno "spigolo" che sull'altro... con conseguenti crepe e rotture. In questi casi non si può fare moltissimo.. se il cavallo è già formato non si possono più fare grandi cambiamenti agli appiombi.. si può pero' tentare un taglio particolare, magari con lo "spigolo" arrotondato.. Cose che comunque deve vedere il maniscalco.
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Ciao Choppy!! Ma che bello vederti anche nel forum! Spero che ti possa fornire diversi nuovi spunti.. ;o) Beh, Ela ti ha dato un'ottima definizione mi pare ;o) L'etologia nel mondo dei cavalli.. beh, in un certo senso è stata "riscoperta". I classici, da Baucher, a Decarpentry e Caprilli, hanno sempre dato allo studio un'importanza basilare. Quanto facevano con i cavalli era frutto di uno studio profondo di meccanica e di comportamento dell'animale... tutto aveva come si dice un "rapporto causa-effetto"... niente era dato al caso. Oggi purtroppo questo si è un po' perso... vuoi per la fretta di uscire in passeggiata o, peggio, in concorso, vuoi per pigrizia, vuoi perché il cavallo "è solo un animale... un colpetto di qui, una tirata di là... è facile!". E poi arrivano loro... i "sussurratori"... Parelli, Roberts and CO. ci fanno scoprire l'etologia. Ma in realtà sarebbe meglio dire ri-scoprire. Perché tutto quello che dicono era stato, in realtà, già studiato e descritto perfettamente dai classici. Ma se questi sussurratori hanno il pregio di farci riscoprire la natura del cavallo e ci insegnano di nuovo come rapportarci meglio con loro... ben vengano!! ;o)
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Esatto Ela! Mi permetto di aggiungere una cosina simpatica.. A proposito della routine e del movimento troppo meccanizzato, Karl propone in maniera un po' provocatoria una gara di dressage stile quelle di salto ad ostacoli: i cavalieri preparano le figure a casa, ma la sequenza viene data dai giudici solo pochi minuti prima dell'inizio della competizione. Con tutto questo dressage moderno, rischieremmo di vederne delle belle...
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Per "grandi" ti va bene P. Karl? ;o) Ti traduco un pezzettino tratto dal suo ultimo libro: "Dérives du dressage moderne". Nelle prime pagine parla dell'apprendimento, e dell'importanza di usare sempre l'immaginazione al fine di non avere un cavallo "meccanizzato": Pag. 14:
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dipende dalle gare.. penso che il principio che i sta a cuore sta nel variare, per non stufare il cavallo. Per le gare di pleasure e di horsemanship si faceva tanto lavoro in piano, transizioni, circoli, ecc. Una volta in maneggio, la volta dopo in passeggiata... Se capitava un praticello accessibile, si approfittava per fare un po' di lavoro nel bel mezzo della passeggiata... magari un paio di giri al lope, o una breve appoggiata, niente di più. Per il trail c'era sempre il lavoro in piano, soprattutto circoli, transizioni e barriere a terra, poi si metteva qualche ostacolo principale, come il solito ponticello, il cancello e il corridoio a "L". I percorsi venivano comunque variati e soprattutto, e lo ripeto di nuovo, il tutto veniva intervallato dalle passeggiate. Per il barrel, di solito iniziavo con un po' di lavoro in piano... di nuovo circoli, appoggiate, transizioni, volte anteriori e posteriori... Poi si faceva una volta il percorso al passo, poi un paio al trotto, al lope.. e alla fine se tutto era andato bene si provava uno, al massimo due volte con un po' di "pepe" ;o) E poi passeggiata. L'importante era non stufare il cavallo, dato che alla fine, volente o nolente, il percorso è sempre quello. Quando invece si lavorava con il bestiame, c'era una preparazione un pochino più profonda... oltre al lavoro in piano (bisogna comunque avere il cavallo agli ordini, reattivo e abbastanza preciso) c'era il lavoro vero e proprio con i vitelli, prima singolo e poi con il resto della squadra. E alla fine dell'allenamento? Tutti in passeggiata assieme! Ah, una decina di giorni prima della gara (a dipendenza del periodo) il maniscalco passava a controllare gli zoccoli, qualora ci fosse bisogno di un'aggiustatina. Pero' attenzione.. Anche se la preparazione c'era (ed è assolutamente INDISPENSABILE), queste erano gare piuttosto amatoriali, niente di professionale. Quindi il cavallo non aveva aumentato di molto l'allenamento, non ho dovuto dare un sovrappiù di mangime, né degli integratori. Anche se magari un po' di tensione c'era, non è comunque la pressione che il cavallo subisce per una gara nazionale od internazionale.. La cosa è molto diversa.
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Proviamo a farci aiutare con un dizionario etimologico (www.etimo.it) e un vocabolario (www.sapere.it): Domare etim: ridurre mansueto e trattabile: e riferiscesi propr. ad animale, di cui l'uomo serve per cavalcare, per mettergli la soma, per attaccalo ad un veicolo, per arare o per altro simile uso. FIG. Costringere all'obbedienza, sottomettere voc: rendere mansueto un animale educare etim: dal latino EDUCARE: E = di, da, fuori; DUCARE = condurre. Aiutare con opportuna disciplina a mettere in atto, a svolgere le buone inclinazioni dell'animo e le potenze della mente, e a combattere le inclinazioni non buone. voc: allevare qu. plasmandone il carattere e la personalità; impartire ammaestramenti che valgono a fare acquisire un'abitudine, una norma di vita; in particolare, insegnare le buone maniere di comportamento nei rapporti con gli altri. Sviluppare, affinare le attitudini, le capacità di qualcuno addestrare etim: render destro, cioè agile, pronto, idoneo, e quindi esercitare, ammaestrare. voc: esercitare in qualche attività, rendere qualcuno abile, capace. Rendersi abile e capace in qualche attività mediante l'esercizio. Dérives du dressage moderne , P. Karl, pag 8: insieme di processi a base di pressioni fisiche e psichiche, atti alla creazione di riflessi condizionati, e aventi come finalità l'utilizzo di un animale per diversi fini. Sono parzialmente d'accordo con Sara. Da queste definizioni si deduce, secondo me, che non esiste un punto preciso in cui finisce ad esempio la doma ed inizia l'addestramento. Bisogna usare tutto, tutto si completa per creare un perfetto binomio. L'educazione... inizia da subito. Il cavallo deve imparare a rispettare gli spazi (come diceva bene Sara), a non mordere, a non rampare... Certo, gran parte dell'educazione avviene (o dovrebbe avvenire) durante i primi mesi di vita del cavallo. Ma in realtà, secondo me, l'educazione continua anche quando il cavallo è adulto... perché ci mettono poco a metterci alla prova e a tentar di recuperare i loro spazi. L'educazione è quindiuna cosa viva, che bisogna coltivare continuamente durante tutta la vita del cavallo. Tra doma e addestramento... bella domanda. Dove finisce l'una e inizia l'altra? Personalmente credo che la doma sta nel fare accettare al cavallo la capezza, la sella, e il peso sulla schiena. Da lì in avanti, compreso il lavoro a terra, gli aiuti di base (compresa la voce), fino alla levade o ad un roll back... si parla di addestramento (come suggerisce la definizione di dressage tratta dal libro). Anche qui, un cavallo si addestra ogni volta che noi ci rapportiamo con lui. Anche se non ci accorgiamo, si parla sempre di addestramento.
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Allora fai bene a cambiare centro!!
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beh, se hai la possibilità di imparare un buon dressage.. buttati! ;o) Perché vuoi lavorare con le redini di ritorno?
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Non posso che essere d'accordo con te!!! È difficile da usare.. bisogna saper dosare alla perfezione le azioni e le forze contrapposte che esercitano. un paio di immagini: descrizione della briglia Immagine ingrandita della briglia foto
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Beh, se il tuo sogno è il dressage, perché non buttarsi? Se come dici tu gli istruttori sono qualificati e il centro ti piace, secondo me quella di portarti avanti con il lavoro e approfondire le conoscenze è una buona possibilità. Hai controllato bene il centro? I box sono ampi e puliti? Durante il giorno i cavalli sono al paddock? Il fieno è di buona qualità? Perché anche queste sono punti importanti per la tua scelta... Per quel che riguarda la sicurezza.. se la casa dista 200 metri, non è molto... Ma la scuderia è cintata? Ed è il cancello a venire chiuso con il lucchetto? Se esiste una recinzione è una sicurezza in più, soprattutto se nella scuderia ci sono anche dei cani... Invece, per il cibo... se lo sposti il cavallo dovrà comunque abituarsi alle nuove razioni.. importante è che il passaggio tra un mangime e l'altro avvenga gradualmente.. per il cambio di fieno è possibile che all'inizio ci siano un po' di feci molli, ma è normale... comunque se la qualità è buona non ci dovrebbero essere ulteriori pericoli. Una cosa pero' vorrei dirla.. parli di "semplici cavalli da passeggiata". La passeggiata richiede comunque cavalli ben addestrati ed equilibrati, poco paurosi, ben abituati agli altri binomi e agli ostacoli che si possono incontrare durante il cammino... Quindi capisci che ci deve per forza essere un buon addestramento di base sia del cavallo che del cavaliere, e di conseguenza l'aggettivo "semplici" poco c'azzecca. Inoltre per chi ha il cavallo a casa tra le "discipline di campagna" potrebbe praticare anche l'endurance, disciplina anch'essa complicata ed impegnativa.
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ho riletto il mio post e mi sono accorta di essermi spiegata male Il mio pensiero è che invece di mettere una ciappa, sarebbe forse più interessante per il cavaliere non provetto imparare ad utilizzare al meglio un'imboccatura più "semplice" come il filetto, invece di usare in maniera "tronca" un'imboccatura che prevederebbe una doppia redine o effetti più complessi. Ho parlato di ciappa sulla briglia perché mi è capitato di vederne un esempio poco tempo fa.. con effetti pero' non proprio positivi sull'atteggiamento sul cavallo..
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Nei vari topic ho notato che spesso c'è confusione tra i termini "doma", "educazione" e "addestramento" (dressage). Questo mi sembra un buon spunto per mettere un po' di chiarezza. Cos'è secondo voi il vero significato dei diversi termini? Qual'è la differenza? A voi la parola...
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Sono d'accordo... anche se ho anche un'aggiunta. Di imboccature ce ne sono una marea, che si distinguono l'un l'altra anche con piccolissimi particolari. Anni fa, e mi riferisco ad esempio ai tempi delle scuole accademiche equestri, ne esistevano sicuramente meno della metà e i cavalli erano molto meglio addestrati di adesso. Inoltre di solito i migliori istruttori che imboccatura consigliano all'inizio? Un semplice filetto. Sarà un caso?? Perché tutte queste imboccature? Per moda, perché ora che sei diventato un cavaliere importante, è ora di lasciare il segno, di crearsi un marchio, metterlo sul mercato e farci i soldi. Tutto qui. Che ha di speciale la capezza di corda di Parelli? Niente. L'unica cosa che la differenzia dalle normalissime capezze di corda (esistenti da anni!!) è il marchio. Sarebbe invece molto meglio che, invece di sprecare soldi per pensare ad un nuovo business, pensassero a formare meglio i propri allievi sul corretto uso delle imboccature classiche. Ma sto vaneggiando... Dunque, i morsi... esistono da sempre.. nel medioevo avevano le forme più strane, ed erano dei veri e propri mezzi di tortura (sono visibili tra l'altro presso il museo civico d'arte di Modena). Questo perché il cavallo era finalizzato come "macchina da guerra". Gli stessi animali erano grossi e a sangue freddo (per poter sopportare lunghi spostamenti con in sella il cavaliere e la sua armatura), poco reattivi... e di conseguenza si sono creati dei morsi (e degli speroni) davvero cattivi, in modo da avere, grazie al dolore provocato, reazioni più veloci da parte del cavallo. Oggi per fortuna non è più così... l'equitazione è passata attraverso l'epoca delle scuole d'equitazione e per fortuna grandi maestri ci hanno messi le mani. Oggi... beh, in realtà si è persa un po', purtroppo, quella sensibilità che per questi Uomini di Cavalli era tanto importante. Ma veniamo all'aspetto tecnico, che forse interessa di più. Il filetto agisce sulla lingua o sulla commessura labbiale, a dipendenza della mano. Con un corretto uso del filetto, si ottiene una decontrazione della mascella con conseguente decontrazione, si può flettere il cavallo o rilevare l'incollatura. Il filetto è dunque estensore e rilevatore. Il morso è un'imboccatura più forte e severa.. solitamente agisce a livello di bocca sulle barre e sulla lingua. In briglia si usa per flettere la nuca e a tenere la testa ferma, intanto che il cavallo decontrae la mascella grazie all'azione del filetto. Il morso è dunque flessore e abbassatore. Da quanto sopra vedete quindi che le due imboccature hanno effetti opposti, che nella briglia devono essere usate solo da persone esperte, che sanno utilizzare e dosare le due azioni. L'uso della "ciappa" è dunque insensato, poiché fa agire le due imboccature allo stesso momento con, ripeto, azioni contrastanti tra loro. In casi simili sarebbe molto meglio, se la persona è inesperta, tornare ad utilizzare seguiti da un istruttore una sola imboccatura (meglio se un filetto) in una maniera più corretta, oppure, se la persona è un cavaliere abile, sarebbe una buona cosa imparare, con i debiti aiuti, ad utilizzare i due differenti effetti.
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Davvero un bel cavallo Clara! Hai mai pensato di provare a montarlo in filetto? Dalle foto ho avuto l'impressione che il cavallo non lavori molto bene in bocca quell'imboccatura con ciappa e martingala..
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Ottimo Ciotto! Per completare il contratto postato da te, si può inserire ad esempio anche l'età del cavallo, il numero di passaporto, quello dei documenti, se insieme al cavallo ti viene data anche la sella o altre attrezzature, e poi farei un accenno anche ai vizi redibitori (citati in questa discussione) e ad un eventuale (e consigliato!!) periodo di prova.
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Quoto i due precedenti interventi! E sottolineo che il tutto dipende da che gara si fa. Certo un Gran Premio ha una preparazione, uno stress e dei costi totalmente differenti da quelli che può avere una garetta tra amici.. durante la quale, perché no, si può trovare del divertimento sia per il cavaliere.. che per il cavallo!
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Qualcuno ha qualche contratto di compravendita da postare?
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Grazie a Ciottonina, che mi ha aiutata a ritrovare questo contratto postato tempo fa: CONTRATTO DI FIDA La Sig.ra/il Sig. ……………………(affidante) nata/o a ……….il ……………….e residente a …………….in via …………………………………….. Il Sig./la Sig.ra ………………………… (affidatario) nato/a a ……………..il ……………….e residente a ………………in via …………………………………………. Premesso che La Sig.ra/il Sig. …………...è affidante di un cavallo di nome ………..…..di razza …….…………...di anni ……………… Il valore del cavallo viene consensualmente indicato in € ………………… Tutto ciò premesso (le premesse formano parte integrante e imprescindibile del presente contratto) e ritenuto, le parti convengono che: l’affidante concede all’affidatario l’utilizzo del cavallo di cui in premessa, e ciò in via esclusiva ai seguenti patti e condizioni: - il cavallo verrà utilizzato esclusivamente per l’uso di lavoro in piano, piccoli salti e passeggiate. - l’affidatario potrà utilizzare il cavallo durante il periodo di validità del presente contratto; - nell’uso egli sarà tenuto ad adottare la diligenza del buon padre di famiglia rispettando l’animale, consentendogli il giusto riposo e comunque non sottoponendolo a fatiche eccessive che potrebbero menomarlo o danneggiarlo; - in caso di necessità di mezzi di correzione o punizione, gli stessi dovranno essere proporzionati al fatto in sé e comunque non eccessivi, né crudeli o ripugnanti. - la durata del presente accordo è stabilita per un anno , decorre da ……………..e termina il…………… - l’affidante dichiara che il cavallo è immune da vizi o difetti che lo rendano inidoneo all’uso cui è destinato; - l’affidatario dichiara di avere constatato, avendo montato il cavallo, quanto sopra e di aver trovato il soggetto in buona salute, in condizioni di idoneità all’uso per il quale deve essere adibito e che lo stesso è di suo gradimento, ma avrà comunque diritto ad un mese di prova. Se nel mese di prova l’affidatario riscontrasse malori, vizi o difetti nel cavallo, dovrà essere risarcito della somma pattuita da questo contratto e restituire il cavallo all’affidante. - L’affidantario rimarrà responsabile per qualsiasi fatto che arrechi danno a terzi; ma non è responsabili di danni arrecati da altri, come il furto; - L’affidatario non è responsabili della morte del cavallo causata da fattori naturali o straordinari come la fuga dell’animale; - le spese di custodia, mantenimento, mascalcia e veterinaria, ordinarie e straordinarie, rimarranno a totale carico dell’affidatario, che dichiara di assumere a proprio carico ogni altra spesa eventuale necessaria e/o utile per la vita, la salute e l’efficienza del cavallo; - La pulizia del cavallo, con particolare riferimento al piede, rimarrà interamente a carico del cavaliere che dovrà eseguirla o farla eseguire a perfetta regola d’arte e dovrà comunque adottare tutti quegli accorgimenti necessari e utili per la salute del cavallo e la sua perfetta efficienza. Il box o il paddock ove il cavallo sarà ricoverato e custodito dovrà essere confortevole, sufficientemente ampio ed adeguato, protetto da intemperie e calore, governato e rigovernato quotidianamente; - l’affidatario corrisponderà a titolo di compenso per l’utilizzo del cavallo la somma di € ………………….entro il giorno…………………. di ciascun anno all’affidante; - per ogni danno subito dal cavallo a causa dell’affidatario vale il risarcimento indicato in premessa e consensualmente accettato dalle parti; - al termine del presente contratto l’affidatario dovrà o restituire immediatamente il cavallo in perfetto stato di salute o rinnovare suddetto contratto. Qualsiasi sintomo di malessere, vizi o difetti manifestati dal cavallo dopo la restituzione da parte dell’affidatario, non è collegato a quest’ultimo. L’affidante avrà il diritto di visitare e ispezionare il cavallo, e comunque sorvegliare sull’esatto adempimento degli obblighi assunti dall’affidatario, senza limitazioni; - L’affidatario ha il diritto di poter restituire il cavallo all’affidante in qualsiasi momento della durata del contratto con un preavviso di 15gg. - L'affidante può annullare il contratto con un preavviso di 15gg, ma se la causa è la vendita di suddetto cavallo, l'affidatario ha la priorità d'cquisto sullo stesso. Il prezzo del cavallo non può superare il suo valore, riportato nella premessa. Se la causa dell’annullamento del contratto non è la vendita dell’animale, l’affidante dovrà risarcire all’affidatario una somma pari hai mesi non utilizzati da quest’ultimo in percentuale alla somma di compenso pattuita. Ai sensi e per gli effetti dell’art. 1341 del codice civile le parti dichiarano di avere letto attentamente il contratto che precede e di approvarlo in ogni sua parte. Luogo e data ________________ L’affidante _________________ L’affidatario_________________
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Stiamo andando un po' OT... vi prego di ritornare in tema, grazie.
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Per aprire le spalle di solito faccio fare dei piccoli esercizi di ginnastica all'inizio della lezione e, se necessario, anche durante. Si abbandonano le redini del cavallo al passo, poi si ruotano le braccia verso l'indietro.. si fanno dei cerchi insomma, diverse volte. Spesso questo basta per avere come risultato delle spalle più aperte. Anche lo sguardo è importante.. se si guarda per terra è più facile chiudersi, mentre tenendo la testa alta (come se aveste un palloncino attaccato alla testa che vi tira verso l'alto) è più facile stare bene aperti.
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Qui si entra in un terreno delicato... l'allevamento in casa. Se ti nasce un puledro in caso, si presume che il cavallo abbia i documenti e i genitori siano riconosciuti. Di conseguenza dovrei seguire le regole della razza. Se ti nasce un puledro "fantasia" la faccenda cambia.. non avrà i documenti, non sarà di nessuna razza, e di conseguenza non sarà iscritto a nessuno stud book. Potrai dunque dargli il nome che preferisci.
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Sara mi ha letteralmente rubato le parole di bocca. Il vostro è davvero un gesto nobile, ma.... forse sarebbe opportuno aspettare un attimino, in modo da fare un pochino di esperienza in più. Ma veniamo alle tue domande: Dunque, se il terreno è grande, due porzioni potrebbero bastare.. tutto dipende anche se il terreno è ricco e l'erba cresce bene, e dal numero di cavalli che ci sono nel prato. Poi, il riparo... se i cavalli sono liberi al prato, una capannina basta... l'importante è che sia un po ampia in modo da poter ospitare tutti cavalli (anche sdraiati) e che sia chiusa su tre lati per proteggerli ad esempio da vento. Inoltre.. se riesci a dividere il pascolo in due, potrai piazzare questa capannina nel mezzo dei due recinti, in modo da utilizzarne una sola. Per il laghetto... l'acqua è corrente? è pulita? Se è così potete fare in modo che vi sia un pezzo di laghetto in entrambi i recinti, così che abbiano l'acqua corrente. Se l'acqua è stagna o poco pulita, o di difficile accesso, lasciatelo fuori dal recinto. Per il voltaggio... di solito se l'erba è tanta e a volontà difficilmente i cavalli fanno la fatica di scappare (a parte certi cavalli che si divertono ad evadere.. eheh)... Comunque si può metterla ad esempio solo nel filo più alto... ma questo lo guarderete in seguito, perché ci sono dei cavalli che r ispettano le recinzioni anche se senza corrente.. e altri che le travolgono lo stesso. Allora, dipende... se i cavalli sono al pascolo e l'erba è alta e abbondante, il fieno non è necessario. Se non montate i cavalli, non fanno niente di pesante, il tipo di erba che avete nei prati è di diverse specie, potete fare a meno anche degli integratori e mangimi vari... Può essere pero' una buona abitudine portargli pero' un po' di mangime la sera, in modo che possano ad esempio ricevere quei sali minerali o altre sostanze che non trovano nel prato. È anche una buona occasione per controllare la salute dei cavalli, e per stare un po' con loro. In inverno invece, quando l'erba scarseggia, dovrete portargli il fieno. Se i cavalli saranno abituati, potrete lasciargli nel prato una rotoball (sono quelle balle di fieno molto grandi) e lasciare che gli animali si possano servire e regolare da soli. Se invece non sono abituati, per evitare che si "buttino" sul fieno e che mangino a volontà con brutte conseguenze a livello di salute, bisogna fere il metodo "classico".. portandogli il fieno 2-3 volte al giorno. A questo ti ha già risposto Sara sul tempo... beh se una persona dà il fieno tre volte, ci vuole almeno un quarto d'ora a volta solo per questo. Aggiungi il tempo per pulire e per cambiare la paglia che c'è nella capannina (mezz'ora? un'ora? a dipendenza della grandezza). Per cambiare l'acqua (se non è accessibile quella del laghetto) almeno 10 minuti. Per fare un giro di controllo del recinto altri 15 minuti come minimo. Poi si aggiunge il tempo da dedicare ai cavalli.. spazzolarli, controllarli...almeno una ventina di minuti a cavallo. Poi se arriva il maniscalco o il veterinario.. il tempo triplica. Cosa devi fare? Per il momento... NON farlo. Almeno non finché qualcuno di voi non avrà maturato l'esperienza necessaria. Se compri i libri la cosa migliora, ma non puoi sostituire una lettura, anche se buona, all'esperienza che fai sul campo. Per esempio... che fate se un cavallo comincia a buttarsi per terra e non riesce più ad alzarsi? Sarà solo pigro? O starà male? E se sì, bisogna farlo alzare? Oppure no? E se dovete farlo alzare, come fate? O ancora, voi dovrete gestirli, spazzolarli, curarli, controllarli... ma cosa controllare? Sapreste accorgervi se un cavallo sta covando ad esempio un'infezione in una gamba? Saprete alzargli e curargli nella maniera corretta i piedi? Saprete reagire correttamente se un cavallo dovesse girarvi e mordervi? O se dovesse incattivirsi e ramparvi addosso? O più semplicemente, saprete cose fare quando lo tenete alla corda e il cavallo tende a scappare o a venirvi addosso? Un cavallo, si dice sempre, non è un cagnolino o un coniglietto... è un animale di 500 chili che può fare male e che può farsi male se non gestiti correttamente. Dunque, se posso dare un consiglio.. fate esperienza, aspettate un attimo e fate esperienza. Lavorate per esempio in un scuderia, imparate almeno i rudimenti, fatevi aiutare da una persona esperta... Ma per l'amore dei cavalli stessi, aspettate.
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Io non riesco a togliermi dalla testa una cosa... vi immaginate che questo povero cagnetto sta passando le sue ultime 12 ore di tranquillità?!?! Da domani ci sarà una vecchia tarDONA che se lo coccolerà, se lo sbaciucchierà, se lo stringerà tutto... "E Click di qua", "e click di là"... "e lascia stare l'orecchio di Molly", "e non mangiarmi le scarpe", " e non fare la pupù sul lenzuolo"...... poooooovero cucciolo, sta per finire la pace per te!!! Goditi quella poca, preziosissimo tranquillità che ti rimane prima della... tempestaaa!!!!