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bardo

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  1. bardo

    Chiedo Aiuto!

    Benissimo! :D
  2. Bene! Ti riporto un passaggio molto utile da un mio libro (Piccoli volatili trovatelli di Otto Von Frisch); riguarda i piccioni ma la cosa si può adattare anche alle tortore: Per raggiungere il cibo i piccoli introducono il becco lateralmente in quello dei genitori da dove succhiano la pappa. Essi, dunque, non sono tra quegli uccelli che spalancano il becco e mangiano il cibo loro offerto. Volendoli allevare sarà allora necessario adeguarci al loro modo naturale di mangiare. Poichè, ovviamente, non siamo in grado di riprodurre la secrezione di cui si è detto, siamo costretti a rivolgerci a dei surrogati. Questi sono rappresentati da pane bianco o integrale, da fiocchi di avena, da semi macerati di miglio, di colza, da embrioni di grano, da giallo di uovo cotto, nonchè da insetti delle specie più piccole, come larve di formica e vermi della farina opportunamente tagliuzzati. Gli impasti che se ne ricavano, e che non devono contenere troppa acqua, possono venire offerti con migliori risultati nel modo più "naturale", vale a dire tenendoli in bocca tra le nostre labbra e permettendo all'uccello di introdurre il becco tra le nostre labbra. Quando il cibo ci sembra poco appetitoso - come nel caso della pappa di larve e vermi - si può raggiungere ugualmente lo scopo trattenendolo tra il pollice, l'indice e il medio riuniti assieme. Da questo becco artificiale creato con le dita il giovane piccione [o tortora, aggiungo io] sorbirà il cibo che vi è trattenuto. [...] Sono sufficienti dai tre ai quattro pasti al giorno. Quando saranno capaci di mangiare da soli accanto alle granaglie secche non dovremo far mancare l'acqua. Al contrario della maggior parte degli altri uccelli i piccioni immergono profondamente il becco nell'acqua e succhiano. E' pertanto necessario che il recipiente sia sufficientemente profondo. Tralasciando la cosa del cibo nella nostra bocca, penso siano utili consigli!
  3. bardo

    Cincia Allegra

    Come vanno le cose con le cince, la fenice?
  4. Beh, penso che il consiglio vada abbastanza bene. considera che in natura i columbiformi per i primi tempi nutrono i pulli con il "latte di gozzo", una sorta di pappetta prodotta appunto nel gozzo dallo sfaldamento dell'epitelio delle pareti. Con il tempo si comincia a modificare in modo sempre più consistente questo tipo di alimentazione con cibo solido, che consiste principalmente in semi, materiale vegetale, bacche e (sopr. per la Tortora dal collare orientale) in resti di cibo umano. Per capire di che tortora si tratta prova a dare un'occhiata alla mia risposta al post di ariannafree. Quindi un pastoncino, magari abbastanza liquido, potrebbe andare bene. Quando sarà poi grandicella, comincia a sostituire la pappetta con qualche seme, e poi una volta adulta in commercio trovi mix di granaglie per columbiformi.
  5. Ciao e benvenuta! La tua tortora potrebbe essere una Tortora dal collare orientale (Streptopelia decaocto) oppure una Tortora selvatica (Streptopelia turtur). Questa è una Tortora dal collare orientale: immagine Questa è una Tortora selvatica: immagine La Tortora dal collare orientale è più grande della Tortora selvatica, che è più piccola e scura. Per distinguerle puoi osservare il lato del collo: le Tortore dal collare orientale hanno un semicollare nero, mentre la Tortora selvatica ha delle strie nere. Dalle immagini comunque puoi osservare le altre differenze. Va detto però che i giovani non presentano il collare o le striature e sono più sbiaditi e marroncini. Questa immagine rappresenta un esemplare giovane di Tortora dal collare orientale. Questo disegno (perchè non ho trovato immagini fotografiche) rappresenta, sul ramo, un esemplare adulto di Tortora selvatica, mentre al suolo c'è un esemplare giovane. Forse non emette versi perchè si trova tra umani, e non ha occasione di emettere il suo verso, anche se è strano. Potresti provare a mettere la gabbia su un terrazzo, in modo che senta il verso di altre tortore di passaggio. Che entri nella gabbia penso sia normale, probabilmente come dici tu lì si sente al sicuro. Non ci sono differenze tra maschi e femmine, ed è quindi molto difficile riconoscere il sesso. In natura, ovviamente, è più facile riconoscerlo per il diverso comportamento che hanno tra loro.
  6. Come vanno le cose con l'allegra famigliola?
  7. Forse non lo avevi visto, potrebbe darsi che fosse nascosto. Comunque, bene!
  8. bardo

    Importante: Cites

    Cos’è la CITES? La Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione, denominata in sigla CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), è nata dall'esigenza di controllare il commercio degli animali e delle piante (vivi, morti o parti e prodotti derivati), in quanto lo sfruttamento commerciale è, assieme alla distruzione degli ambienti naturali nei quali vivono, una delle principali cause dell'estinzione e rarefazione in natura di numerose specie. La CITES, che è compresa nelle attività del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP), è entrata in vigore in Italia nel 1980 ed è attualmente applicata da oltre 130 Stati. In Italia l'attuazione della Convenzione di Washington è affidata a diversi Ministeri: Ambiente, Finanze Commercio con l'Estero, ma la parte più importante è svolta dal Ministero delle Politiche Agricole, come prevede la legge, tramite il Servizio CITES, che cura la gestione amministrativa ai fini della certificazione e del controllo tecnico-specialistico per il rispetto della Convenzione. Quali sono le specie controllate? Sono le specie iscritte all'Appendice II e III. (Qui le appendici complete). Il loro commercio deve essere compatibile con la sopravvivenza delle specie in natura. L'elenco comprende oltre 10.000 specie elencate nel Reg.(CE), delle quali le più comuni sono: tutte le specie, che non risultino iscritte all'Appendice I, di scimmie, lupi, orsi, lontre, felini, zebre, pecari, ippopotami, guanachi, alcune specie di cervi e antilopi, nandù, fenicotteri, gru, pappagalli, buceri, tucani, colibrì, tartarughe di terra, alligatori, caimani, gechi, camaleonti, iguane, coccodrilli, tegu, elodermi, varani, boidi, cobra, salamandre, storioni, farfalle della specie ornitottere, sanguisughe, conchiglie tridacne, coralli madreporari a forma complessa, alcune palme, cactus, felci arboree, cicas, euforbie, aloe, orchidee, ciclamini. La CITES non esclude che alcuni Stati possano adottare misure di protezione più rigorose per la protezione delle stesse specie o di altre specie selvatiche. Come sapere se l'animale o prodotto derivato è incluso nella CITES La Convenzione di Washington (CITES) regolamenta il commercio (esportazione, riesportazione, importazione e detenzione), per qualsiasi scopo, di talune specie di animali e vegetali nei paesi che hanno aderito a tale convenzione. Ciò accade per tutelare le specie minacciate di estinzione e controllarne il commercio ove permesso. L'Unione Europea ha recepito la Convenzione attraverso l'emanazione del Reg.(CE) 338/97 e modifiche e di quello più recente numero 1808/01. Questi regolamenti vanno considerati insieme per comprendere la legislazione comunitaria in materia. I regolamenti ripropongono in maniera più ristrettiva quanto stabilito dalla Convenzione suddividendo le specie da proteggere negli Allegati A, B, C, e D (corrispondenti alle Appendici della Convenzione). Per sapere se un determinato animale o vegetale è incluso nella Convenzione bisogna cercarlo con il NOME SCIENTIFICO all'interno dell'ultimo aggiornamento al Regolamento CE in materia. Un funzionale ed aggiornato database di tali specimen è consultabile on line al sito ufficiale http://www.cites.org sotto l'indicazione "Resources-species database- flora (per le piante) o fauna (per gli animali)" indicando sempre il NOME SCIENTIFICO nei campi dove richiesto. Naturalmente potrete avere tutte le informazioni del caso contattando gli Uffici del Servizio Certificazione competenti e consultando i fac-simile della modulistica, le FAQ nonché la sezione della normativa. Per visionare le normative consultate questa pagina. Per richiedere un certificato consultate questa pagina. E comunque, per ogni altra informazione consultare il sito del Corpo Forestale dello Stato alla voce CITES, ovvero qui.
  9. Ne avevamo già parlato qui: http://www.animalinelmondo.it/forum/index....showtopic=16522
  10. Nessun problema, basta saperlo! E comunque è proprio un bel canarino!
  11. Oh, non è che non puoi aprire altre discussioni, è che per convenienza e per poter seguire una storia in tutti i suoi sviluppi sarebbe meglio continuarne una invece che tante altre!
  12. bardo

    Chiedo Aiuto!

    La cosa importante è tenerli al caldo, ora che la madre non c'è più e che il padre non se ne cura. La pappa va somministrata ad una temperatura di 37-38° C per essere ben digerita. Non so che età ha il più piccolo, tieni presente che nella prima settimana di vita le imbeccate dovrebbero essere effettuate ogni due ore, cominciando al mattino presto e terminando tardi, in modo che ci siano almeno 6 ore tra l'ultimo pasto serale e il primo della giornata. L'ultima imbeccata di solito deve più sostanziosa perchè i pulli hanno più tempo per smaltirla. Inoltre col passare delle settimane la consistenza della pappa deve cominciare a cambiare, passando dalla consistenza liquida dei primi giorni ad una più densa. In commercio trovi sicuramente una buona pappa apposita per cocorite. Facci sapere cosa hai deciso!
  13. Di solito le uova deposte sono di più, come ti avevo scritto da 3 a 6, qualche volta 7, forse se ne ha deposto solo uno è da imputarsi alla scarsa esperienza. Anche se è solo uno, potrebbe essere fecondato.
  14. bardo

    Aiuto

    I consigli che i miei predecessori ti hanno dato vanno bene. Sappi che finchè non ridurrai l'alimentazione con la siringa e non comincerai a integrarla con solido il pappagallo continuerà a reclamarti il pasto, certe volte anche per bisogno di affetto (più che per reale necessità o per incapacità ad alimentarsi da solo).
  15. Davvero un bellissimo canarino! Solo una cosa: per le prossime volte, potresti postare tutto su un'unica discussione? Questo anche per facilitare la consultazione delle varie discussioni. Grazie!
  16. bardo

    è Normale?

    Che discussione contorta... Comunque, se lo fa di notte ok, se lo fa di giorno potrebbe non stare molto bene.
  17. bardo

    Falco Ferito

    Io credo che comunque siano convenzionati con qualche veterinario aviare. Porto un esempio riguardante la mia facoltà di veterinaria (Bologna): molte volte è capitato che siano stati portati falchi feriti (pallini di fucile il più delle volte) che una volta curati passano un periodo di recupero in voliere della facoltà, per poi essere rimessi in libertà. Prova a guardare qua, anche se il sito non è tanto aggiornato.
  18. bardo

    Le Mie Coppie

    Mi dispiace per tutta questa faccenda... Di solito si consiglia di non far fare alla canarina più di 2-3 covate annue (alcuni dicono 2, altri 3). Comunque sono d'accordo con te, adesso ci vuole un bel periodo di riposo assoluto per riprendere le forze.
  19. Qui puoi vedere, alle lettere L e T, due tipi di vaschetta da gabbia.
  20. Si, ce ne sono di tutti i tipi e le forme. Sono vaschette che vanno appese in corrispondenza dell'apertura laterale della gabbia. Tu ci metti l'acqua, poi il canarino fa il suo bagnetto e si asciuga da solo, anche abbastanza velocemente col caldo che c'è in questi giorni!
  21. Molti uccellini da compagnia amano fare il bagnetto. E il canarino è tra questi, anche perchè tutto ciò è utile alla salute delle penne e della pelle. A questo scopo in commercio ci sono delle vaschette apposite che vanno appese alla gabbia. L'acqua deve essere sempre pulita e andrebbe cambiata giornalmente.
  22. Bene, alloria speriamo...
  23. Prego! Se hai qualche altro dubbio, chiedi pure!
  24. da www.lipu.it 1.221 specie di uccelli minacciate di estinzione, e altre 812 che rischiano di diventarlo entro breve termine. Sono i dati resi noti dalla LIPU-BirdLife Italia e tratti dalla nuova Lista Rossa sugli uccelli, redatta come ogni anno da BirdLife international e che rappresenta la Lista Rossa 2007 dell’IUCN sugli uccelli (lancio previsto Settembre 2007). Lo studio di BirdLife International, effettuato sui trend e sulle dimensioni di popolazione appartenenti a 10mila specie di uccelli selvatici in tutto il mondo, lancia l’allarme: oltre un quinto delle specie al mondo, pari al 22% del totale, rischiano di scomparire dal pianeta a causa del degrado e della scomparsa degli habitat, dell’invasione di specie aliene, dell’ambiente sempre più sfruttato e inquinato. Grande preoccupazione, in particolare – sottolinea la LIPU – per cinque specie di avvoltoio che entrano a far parte delle specie più minacciate: tra di esse il Capovaccaio, nidificante anche in Italia con pochissime coppie e già presente nella Lista Rossa italiana, e il Grifone di Ruppel. Gli avvoltoi sono minacciati, oltre che dal declino o dalla scomparsa dell’habitat in cui vivono, dagli avvelenamenti e dalla scarsa disponibilità di cibo, costituita dalle carcasse di ungulati selvatici deceduti. Grave la situazione anche degli albatross, oggetto da anni della campagna internazionale “Save the albatross” di BirdLife International, con ben 19 specie su 22 minacciate di estinzione per colpa della pesca intensiva effettuata con “palamiti”: 300mila albatross ogni anno restano impigliati negli ami e muoiono annegati. Tra le più minacciate al mondo ci sono anche molte specie di uccelli delle isole oceaniche, che soffrono la massiccia presenza di specie aliene. "Le specie a rischio di estinzione – dichiara Claudio Celada, Direttore Conservazione Natura LIPU-BirdLife Italia – sono in preoccupante crescita e questo impone l’obbligo di investire in piani specifici per la loro salvaguardia. Che peraltro – prosegue - hanno dimostrato in più occasioni la loro efficacia, fermando il declino e consentendo una ripresa delle popolazioni di uccelli". Infatti, mentre cresce il numero di specie incluse nella Lista Rossa – sottolinea la LIPU – altre specie beneficiano di piani specifici d’azioni e sono in ripresa: è il caso del Parrocchetto Echo (psittacula eques), un pappagallo che vive nelle Mauritius e che ha beneficiato di uno specifico piano d’azione costituito dal rilascio di esemplari nati in cattività, di controllo dei predatori, di nidi artificiali per aiutarne la riproduzione. O come un albatross (procellaria conscipillata), che nidifica in Sudamerica, e che da “criticamente minacciato” e passato a “vulnerabile”: dalle 1.000 coppie degli anni Ottanta è passato a 38mila del 2004 grazie alla protezione del suo unico sito di nidificazione, l’Isola di Tristan da Cunha. Parma, 23 maggio 2007
  25. No, tu gliene metti uno e aspetti che si sia consumato tutto, e ce ne vuole di tempo! 5 ossi di seppia ti durano un bel po'.
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