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Cos'era?


OrkaLoca

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Ciau ragassi.

Ho visto al mercato una coppia di uccelletti davvero singolari mai visti prima...forse mi sapete dire che erano...

Erano uccellini dal corpo simile in forma a quello di un passero magro, un po' piu piccolo, dal colore nero con sottogola e petto arancione scuro.

Il becco era triangolare e forte, tipo da granivoro.

La cosa piu strana era la coda che presentava in quella che suppongo fosse la femmina due piume lunghe una spanna, nere.

Nel maschio (o presunto tale) la coda aveva 4 piume, due tonde lunghe come il corpo, e due lunghe, come quelle della femmina, ma piu lunghe, diciamo 2 volte e mezzo il corpo.

Avete idea di cosa fossero?

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questo no c'entra ma intanto che cercavo mi ha colpita

www.corriere.it/.../ 09_Settembre/03/uccello.jpg

http://www.mariovannozzi.it/Fringuello_maschio.htm

questo è un fringui ma non credo

http://www.synapsis.it/canarini/selva018.htm

questa... sterpazzolina

http://www.synapsis.it/canarini/selva023.htm

codirossone

http://www.synapsis.it/canarini/selva036.htm

tordo migratore..il petto è arancio o vedo male io!?

http://www.synapsis.it/canarini/selva043.htm

verzellino

ma io ti metto anche questo..

il becco non c'enta nulla ma non si sa mai!

http://www.synapsis.it/canarini/selva046.htm

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Ho svelato l'arcano...trattasi di una Vidua orientalis ( foto: http://bestofpiafs.free.fr/bestof/img/vidua-orientalis.jpg)

vi copio la risposta da un "esperto":

uccelletti inconsueti ma abbastanza comuni sul mercato (tutti di cattura purtroppo, la riproduzione in cattività è difficile poichè sono parassiti del nido)...

e se sono proprio Vidua orientalis (quella a sinistra nella foto) allora gli esemplari con la coda più "corta" sono maschi con la coda incompleta....mi sembra che le femmine delle vedove siano tutte marroncine, simili ad una femmina dei nostri passeri europei...ma potrei sbagliarmi...

che carini vero?

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http://bestofpiafs.free.fr/bestof/img/vidua-orientalis.jpg

sono proprio belli..

va beh io ci avevo provato...

almeno mi sono acculturata un po sui pennuti!!

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ciao, conosco questa razza, è la vedova paradisea. un amico ne possiede una coppia, il maschio emette un suono simile a un lungo fischio purtroppo però è molto improbabile riuscire a riprodurli. credo che quelle che ha lui siano nate in cattività le uova essendo state covate da una coppia di passeri del giappone.ciao *+++*

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Ciao,

a tale motivo, dato che la maggioranza ancora oggi dei volatili sono di cattura (come detto vi sono alcune che si riescono a riprodurre anche se non facilmente grazie alle balie come i passeri del giappone), vi riporto e vi cito un articlo del med. vet. Gino Conzo:

In questi ultimi anni, fortunatamente, si sta dando sempre più spazio informativo sui pappagalli di cattura, sconsigliandone l’acquisto con la speranza che al più presto venga approvato il bando delle importazioni nella CE di pappagalli prelevati in natura, analogamente a quanto è già da tempo avvenuto in altri paesi. Purtroppo non esiste ancora eguale sensibilizzazione nei confronti di tante specie di passeriformi esotici delle quali, ogni anno, migliaia e migliaia di esemplari vengono catturati per soddisfare il “mercato” europeo.

Non trattandosi, nella maggior parte dei casi, di specie protette dalla CITES, tale numero non è ben conosciuto, a differenza di quanto avviene per i pappagalli.

Tuttavia chiunque sia stato in una stazione di quarantena ha ben presente l’enorme numero di piccoli passeriformi detenuti nelle voliere e gabbie dei locali quarantenari e, soprattutto, il gran numero di essi che giornalmente vi viene a morte. Trattandosi, per lo più, di soggetti di scarso valore economico quasi mai ricevono cure adeguate; molto spesso subiscono lo stress del sovraffollamento, dell’alimentazione inadeguata, della cattiva igiene e del clima avverso che, trattandosi di specie delicate e dall’elevato metabolismo basale, arreca danni molto spesso maggiori di quanto avviene per i già sfortunati pappagalli di cattura. Queste osservazioni possono essere rilevate anche da chi si trovasse ad osservare questi poveri uccelli, spaventati e sofferenti, nei gabbioni delle fiere ed in alcuni negozi di animali.

Le specie più comunemente importate appartengono alle famiglie Fringillidae (canarino del Mozambico, cantore d’Africa, cardellino dell’Himalaya, verzellino fronte oro, lucherino testa nera, negrito della Bolivia, varie specie di verdoni e ciuffolotti asiatici, ecc.), Estrildidae (cordon ble, becco di corallo, bengalino, becco d’argento, gola tagliata, coda aceto, domino, cappuccino, ecc.), Ploceidae (passero d’orato e tessitori vari) e Sturnidae (maina comune, gracula religiosa, storno splendente, ecc.). Si tratta di uccelli provenienti da paesi africani, asiatici e sudamericani la cui mortalità può essere elevata già durante il trasporto, ma che diviene particolarmente abbondante nel periodo di quarantena e successivamente ad esso. Verosimilmente vi è un numero forse anche maggiore di soggetti che perisce durante la cattura e, comunque, ben pochi dei soggetti importati sopravvivono al primo anno di cattività.

Molti passeriformi di cattura veicolano agenti di malattie pericolose per il pollame e per altri uccelli domestici (salmonellosi, colibacillosi, vaiolo, pseudopeste, influenza aviare, varie parassitosi, ecc.) o per l’uomo (chlamydiosi), rappresentando, quindi, un rischio potenziale per i nostri animali e per noi stessi. Dato l'elevato numero di soggetti presenti in quarantena, i controlli veterinari vengono eseguiti a campione e raggiungono solo una piccola quota degli animali importati. Durante la quarantena, qualora anche un solo soggetto di una partita di migliaia di esemplari venisse riconosciuto portatore di una malattia trasmissibile all’uomo od al pollame verrebbe immediatamente abbattuta l’intera partita dal momento che in genere risulta più dispendioso per l’importatore mantenere i volatili in quarantena (senza poterli vendere) per il periodo (60 giorni) necessario a richiedere un secondo esame di controllo, come è accaduto di recente in una stazione di quarantena italiana (4.000 uccelli abbattuti).

Anche se appaiono allegri ed attraenti per i vari colori e per il costo limitato (almeno per molti di essi), si consiglia vivamente di non acquistarli per non alimentare la loro richiesta in un mercato che conduce a morte o a sofferenza tantissimi piccoli volatili.

Sebbene alcune specie riescano a riprodursi in cattività, la stragrande maggioranza dei soggetti presenti sul mercato è di cattura; la grande offerta di soggetti selvatici a basso costo non incentiva, infatti, gli allevatori alla riproduzione in cattività di questi uccelli.

articolo scritto da :Gino Conzo, Me. Vet. aviario

Ciao *+++*

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