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No, nessuna pubblicità. Citavo lei perché la conosco bene, inoltre non ho fatto altro che rispondere alla tua esplicita domanda: idem! Per rispondere a Lin: Da quel che ho potuto capire tra Italia e Svizzera c'è una mentalità diversa. Qui la maggior parte di cavalieri punta su 3 o 4 discipline, che di solito sono: reining, trail, horsemanship e pleasure. Ovviamente ogni binomio ha la sua disciplina preferita, quella in cui eccelle. Ma non per questo non si concentra sulle altre. Solitamente il cutting non rientra nell'all-around, ma è fatto (SE viene fatto) a parte. Per le altre gare dipende dal luogo Certe manifestazioni comprendono più arene, altre una sola dove si svolge tutta la manche di campionato. Vero, sorry, ho preso la pagina sbagliata. Comunque se vai più giù ci sono altri risultati del futurity di quell'anno. Inoltre, altri cavalli che hanno gareggiato sono stati addestrati da lei
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No, non condanno nessun sistema, sono due punti di vista diversi. Personalmente (e sottolineo il personalmente) un cavallo deve saper fare un po' di tutto, magari non alla perfezione assoluta, ma deve essere polivalente. Questo, secondo me, è lo spirito che sta alla base della monta western. Certo, oggi si punta di più sulla perfezione, su una specialità sola, ma questo perché la monta westrn sta passando (o è già passata..?) da monta da lavoro a monta sportiva. I risultati inoltre si vedono.. cavalli che sanno a memoria i pattern di reining e che vengono scartati, che vanno fuori di testa, che non si concentrano più sul lavoro. A mio modesto parere chi arriva primo a suon di speronate è crudele e senza cuore. Sono quelle tipiche persone che preferiscono la competizione alla sana equitazione. Di solito lei addestra i cavalli da zero, insegnando subito la finezza al contatto. Con cavalli precedentemente addestrati ma insensibili agli aiuti riparte da zero, basando il suo lavoro sulla delicatezza. È ovvio che ci vuole molto più tempo (con una speronata il cavallo parte subito...), ma i risultati? Cavalli fini, scattanti al tocco più leggero. Ah, dimenticavo... anche (e forse soprattutto) nel pleasure ci vuole un tocco fine.. non credo abbia molto senso la tua ultima frase..
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Sta qui la differenza. Qui si dà più importanza alla polivalenza del cavallo western (in fondo, all'inizio della monta western, un cavallo doveva per forza sapere fare di tutto, altrimenti i cow boys come avrebbero fatto a lavorare con lui?!) . Ci sono pochi cavalli addestrati in una sola disciplina (sinceramente in questo momento non me ne viene in mente nessuno). Ti ripeto, se e quando passerai per la Svizzera ti accompagno in un ranch dove si addestrano i cavalli e, udite, udite... SENZA SPERONI!! Ma i risultati li ottengono lo stesso (quella M***r N***** che trovi spesso sul podio in questa pagina: http://www.sqha.ch/Sport/Resultate/2004/Re...04_SQHA_Fut.pdf è la mia T.....r... che monta e addestra senza speroni). Se arrivare primi significa non rispettare il cavallo, preferisco la 4 o la 5 posizione. Ribadisco: meglio l'ultima posizione conquistata in pieno rispetto con il cavallo, che la prima ottenuta con violenza. Se questa via di mezzo comprende le speronate sulle spalle, no, non l'accetto.
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Comunque, tornando al discorso di base, preferirei di gran lunga ottenere degli spin più lenti e perdere magari un paio di posizioni in classifica, piuttosto che speronare il mio cavallo....
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occhio, chi si loda s'imbroda! Sinceramente non seguo più le gare come una volta, comunque ho controllato i risultati delle varie gare in Svizzera, ma i punteggi sono espressi globalmente (all-aroud chempionship) e non per gara singola. Difficile fare un confronto così! Peccato non esserci conosciute qualche anno fa... abbiamo organizzato in Ticino una prova appartenente al campionato svizzero, nella quale hanno partecipato anche diversi T.....r italiani, con i loro cavalli. A parte le diverse irregolarità, la loro è stata una magra figura... ma qui stiamo andando Ot.... ;)
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http://www.tgcom.it/tgmagazine/articoli/articolo255513.shtml
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provare per credere ti ripeto, vieni a vedere con i tuoi occhi... se vuoi quando inizia il campionato ti faccio sapere, così puoi venire ad accertartene
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Quando passi per la Svizzera avvertimi e sarò ben lieta di mostrarti questi esempi pratici.. ;)
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mamma mia che piccoliiiiiii!! Mi ricordano tanto Lucky quando era ancora piccolo piccolo e.. poco puzzone!! Augurissimi alla neo famigliola!!!! ""
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... dipende da come li si addestra....
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Questa è una notizia che ho sentito oggi, alla radio. In un macello inglese, una pecora ha partorito due agnellini. Il macellaio, intenerito da questo fatto, ha deciso di salvare la vita alla famigliola e l'ha portata a casa sua, dove è allevata con amore. Ora pero' questi poveri animali, che finalmente avevano trovato qualcuno deciso a prendersi cura di loro con affetto, sono in pericolo di vita. Il governo, infatti, ha deciso di far rispettare la legge: gli animali giunti in macello, devono trovare la morte entro 48 ore, senza eccezioni. Il macellaio sta lottando contro le autorità per poter garantire alla famigliola una vita lunga e serena. Chi la spunterà?? Per una volta tutti tifano per il macellaio....
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Beh, il tempo varia da caso a caso. Cavalli che non lavorano molto e vengono montati in maneggio (dove il terreno è morbido) o stanno al pascolo avranno un'usura minima. Cavalli invece che fanno ad esempio gare e allenamenti di endurance cambiano i ferri molto, molto spesso. Di sistemi ce ne sono diversi. Una vlta che avrai preso famigliarità con la morfologia del cavallo, ti accorgerai quando l'unghia sotto il ferro è cresciuta troppo ed è ora di tagliarla (vedi magari che la parte del fettone è più bassa del normale rispetto alla punta). Oppure guardi il ferro: se mancano chiodi o quelli restanti ballano, oppure vedi che la loro testa è molto appiattita ( addirittura sembra fusa con il resto del ferro) è ora di chiamare il maniscalco. Un altro sistema consiste nell'ascoltare il rumore dei ferri sull'asfalto: se un ferro fa un rumore diverso dagli altri è possibile che non sia ben saldato allo zoccolo. Un trucchetto: prima di montare, quando pulisci i piedi del cavallo, dai anche un'occhiata ai ferri: controlla i chiudi e prova la loro resistenza con il nettapiedi (se riesci ad infilarlo facilmente tra il ferro e lo zoccolo magari una rimessa sarebbe auspicabile).
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Sinceramente pensavo che l'omeopatia potesse andar bene solo come "aggiunta" ai medicinali della medicina tradizionale.. un supporto, un appoggio. Ora pero' sono in dubbio... in certi casi l'omeopatia è migliore dei medicinali? Inolter, in malattie gravi credevo che l'omeopatia sia inutile... mi sbagliavo?
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Qualche giorno fa il cavallo ha ricominciato a grattarsi e a strapparsi criniera e coda. Soffre infatti dell'odiato eczema estivo, una forma (semplificando) di allergia alle punture degli insetti. Se continua così, nel giro di una decina di giorni non avrà più un crine e comincerà a ferirsi a sangue, così come ha già fatto gli anni passati. Di soluzioni ne abbiamo provate un po' tutte: dalle iniezioni, alle creme, ai mangimi speciali, alle coperte. Nessun risultato. Quest'anno ho provto con l'OMEOPATIA. Premetto che non credevo assolutamente a questa pratica, ma pian piano mi sto ricredendo. Ho chiamato un veterinario omeopata che è venuto a visitare il cavallo il giorno immediatamente successivo. La cura sarà lunga, ma forse un risultato ci sarà. Alla fine della visita stavamo parlando del più e del meno, quando il veterinario fissa con attenzione una gamba del cavallo. "Incespica?" Mi chiede. Il giorno prima avevo montato ed era effettivamente inciampato diverse volte, ma non c'era segno di zoppia, né di punti caldi lungo la gamba e verso la spalla. Il vet alza la gamba e comincia a muoverla. Poi massaggia la schiena del cavallo e fa pressione su un punto: la gamba si alza. Il veterianrio dice che ha preso una piccola storta. Lo massaggia, fa di nuovo pressione sulla schiena e la gamba si alza di nuovo. Riprende il massaggio. Dopo due minuti fa di nuovo pressione e la gamba non si alza più. "Ecco" mi dice "adesso è a posto. Fallo riposare un paio di giorni e poi riprendi pure a montare: non dovrebbe più inciampare". Detto fatto, ieri ho montato: tutto perfetto!! Ora stiamo a vedere come reagisce alla cura contro l'eczema.... Poi guardo il mio cane: esce sangue da un orecchio!! Lo carico in macchina e vado all'ambulatorio dello stesso vet, che mi riceve subito. Il cane, di solito tremante di fronte agli estranei, sembra abbastanza tranquillo ed entra nello studio senza far storie (già questo mi ha stupita!!). Poi L'abbiamo fatto salire sul "lettino": era tutto teso, la paura era tornata. Il vet lo visita: otite! e mi dà una crema da mettere nell'orecchio. Poi gli dico che ultimamente zoppica parecchio, effetto collaterale di un'operazione all'anteriore (displasia). Lui comincia a massaggiarlo e il cane si rilassa e.. SI ADDORMENTA!!!! Non credevo ai miei occhi!!!! Alla fine della "manipolazione" non c'era pù traccia di zoppia e il giorno dopo già dell'otite non c'era più segno. ....e mi sono dovuta ricredere. Ora vi chiedo: avete avuto anche voi esperienze così positive con l'omeopatia?
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Riflessione: Ma perché non lasciare questi animali allo stato selvatico, rispettando la loro natura?
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Per chi non avesse letto il libro di Paillard ("Capire L'Equitzione"), riporto qui un breve riassuntino delle sue riflessioni riguardo al tema dell'intelligenza equina. Prima di tutto Paillard riflette sull'intelligenza umana. Ch e cos'è? E già questo è un concetto difficile da capire, che permette molti diversi punti di vista. Quando ci confrontiamo con una persona possiamo riuscire a stimare il suo grado di intelligenza valutandone il comportamento, ma soprattutto la conversazione. Quindi comunicazione=intelligenza? Ma l'uomo spesso (troppo spesso, aggiungerei io) non riesce a comunicare con gli animali... Montagne recita a proposito: "essi possono stimarci bestie così come noi li stimiamo". Ma focalizziamo l'argomeno sul cavallo. Una tesi molto sostenuta dai contestatori dell'intelligenza equina è: I cavalli non sono intelligenti perché hanno paura di tutto. Evidentemente chi sostiene questa ipotesi conosce poco il mondo dei cavalli. Come tutti sappiamo (e molti l'hanno sostenuto nei post precedenti), il cavallo è un animale estremamente sensibile ed emotivo. Chi di voi ha conosciuto persone monto emotive, si saranno accorte che di fronte alle novità reagiscono con dei soprassalti. Soprassalti, non paure. Così anche i cavalli. Quando gli si presenta qualcosa di nuovo, è l'enorme sensibilità del cavallo ad avere la meglio: l'animale ha un soprassalto. La paura (e dunque la fuga) avviene solo se il cavallo percepisce la presenza di un reale pericolo. Riprendo le parole di Paillard (pag. 37): "Un cavallo che fa uno scarto senza cercare di scappare (come lo farebbe se alla sensazione percepita si associasse la paura di un pericolo) non ha fatto dunque che reagire con un soprassalto, ciò che è da mettere in conto all'emotività e non alla paura". Quindi (pag 37) "le reazioni dei cavalli detti "ombrosi" (...) non sono molto spesso che riflessi neuro-motori che non riguardano dunque la loro intelligenza". Ovviamente, il rafforzamento o l'indebolimento dell'"ombrosità" del cavallo saranno dovuti allo scorretto/corretto comportamento del cavaliere nei momenti di soprassalto del cavallo stesso. Ma questo è un altro discorso.... Altra tesi sostenuta dai contestatori: Il cavallo è meno intelligente del cane. Questo paragone, oggi come oggi, non è possibile. Quanto tempo della nostra giornata trascorriamo con il nostro cane, e quanto con il nostro cavallo? Il cane vive con noi, entra in casa, ce lo portiamo appresso ovunque (o quasi). E il cavallo? Lo andiamo a trovare quelle due orette al giorno e basta. Come pensate che sarebbe un cane se vivesse chiuso in un box e che possa stare con il padrone solo due ore al giorno?? Per poter paragonare l'intelligenza dei due animali, questi ultimi dovrebbero ricevere stessa educazione e avere condizioni di vita identiche. Altra riflessione. Vi è capitato di montare cavalli da scuola? E vi è capitato di essere messi alla prova da loro, comportandosi di conseguenza? Un cavallo capisce subito se chi ha in groppa è un cavaliere capace (e bisogna quindi sottostare alle sue richieste) oppure se la persone è inesperta (ed ecco che si vedono i tipici cavalli intenti a pascolare, mentre il personaggio in sella sbraita disperandosi). Il cavallo ha quindi doti di immaginazione (le prova tutte pur di mettere alla prova il cavaliere) e di valutazione (capisce subito le qualità e i difetti del cavaliere). E la memoria? Un cavallo lasciato allo stato brado per 8 mesi, viene di nuovo sellato e ricorda tutti gli aiuti. E se si esce in passeggiata? Vi è mai capitato che il cavallo si metta a guardare in maniera perplessa un punto preciso della strada e voi non riusciate a capirne il motivo? È possibile che in quel punto le volte precedenti vi fosse un oggetto particolare (ad esempio un cassonetto o un cartello) e che fosse stato di recente tolto o spostato. La conclusione è dunque la seguente (pag. 41): "il cavallo, essere molto sensibile, dotato di grande memoria, capace di molta attenzione, con una volontà propria, atto infine in una certa misura al giudizio e all'immaginazione, possiede i prencipali caratteri psichici che corrispondono al concetto dell'intelligenza animale."
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Non so se sia bello..dicono di sì. Ma sai com'è..cerco qualche parere considerato il prezzo, sob. Comunque anch'io sto aspettando quello curato dal colonnello, anche perchè i volumi usciti in precedenza avevano un lato tecnico che non m'interessava molto. Sai mica quando esce? Chi è l'autore? Rieccomi!! Scusa il ritardo!! Allora, il libro in questione si intitola "psicologia del Cavallo, sua personalità", scritto da Maurice Hontag e curato appunto da Paolo Angioni. Non so dirti esattamente quando uscirà.. so che è l'ultimo dei 5 libri che cura il Colonnello, della Umberto Allemandi & CO. editore. Nel libro "capire l'equitazione" (sempre Umberto Allemandi & CO. editore), Jean Saint-Fort Paillard (oro a squadre nel Gran Premio di Addestramento, Giochi Olimpici di Londra, nel 1948) scrive: "Mi sia concesso di cogliere l'occasione per rendere omaggio a Maurice Hontag che, nel 1954, ha pubblicato con il titolo "Psycologie du cheval" (Payot editore, Parigi) un'opera, unica a mia conoscenza, che ogni cavaliere, in ogni caso ogni istruttore, dovrebbero leggere e studiare, e dalla quale ho tratto molti elementi dello studio che seguirà (...)." In ultimo, ma non in ordine di importanza, segnalo il libro "Equitazione ragionata" di Licart, a cura di P. Angioni, Umberto Allemandi & CO. editore, 2003.
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I risultati che si ottengono seguendo il metodo sono davvero positivi, con tutti i cavalli. Naturalmente bisogna seguirlo con intelligenza e pazienza. Se i risultati sono gli stessi che si ottengono con la doma tradizionale? Sì e no. Dipende da chi addestra. Il "parelliano della domenica" non otterrà risultati serprendenti, ma un buon conoscitore... Sì, credo che possa arrivare tranquillamente a raggiungere il livello degli addestatori "classici".
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definire il cavallo come "scemo" mi sembra fuori luogo.. magari il cavallo avrà avuto un suo motivo per entrare in acqua: il caldo, un insetto che lo ha punto, un piede che gli è scivolato.. o semplicemente voleva fare un dispetto. Per quanto riguarda il cavallo che va a sbattere contro un albero.. può darsi che chi lo montava gli abbia dato degli aiuti sbagliati (magari il cavaliere voleva passare a destra e all'ultimo momento ha diretto il cavallo vestro sinistra. Patatrac! Ma la colpa non è del cavallo). Ci sono cavalli che andrebbero a sbattere pur di seguire gli aiuti del cavaliere! Oppure, se si parla di un cavallo con la testa fra le nuvole... Vi è mai capitato di essere sovrappensiero e di picchiare la testa da qualche parte?
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uhmmm.. vediamo di tornare sull'argomento di partenza...
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ora non ho con me la bibliografia.. dopodomani passo da casa e te li scrivo qui! ;)
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No, quello no! È bello? Sulla psicologia equina sto aspettando con trepidazione quello che uscirà prossimamente, tradotto dal Col. P. Angioni...!!
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noi abbiamo 2 casinisti... uno è un gran coccolone, ma l'altro.. è un vero disastro!!! Ne combinano tantissimi di guai... ma quando ti guardano con quegli occhietti vispi come fai a non volergli bene?!?!
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Qui rischio di diventare ripetitiva, ma proverò a risponderti nella maniera più chiara possibile, anche se l'argomento è molto difficile... Se leggerai i miei passati, noterai chepiù volte viene ripetuta la parola COMUNICAZIONE. Il trucco sta nel far collaborare il cavallo in ogni esercizio, rendendolo sereno nell'eseguire ogni richiesta. Tutto questo si può ottenere appunto con la comunicazione. Ogni cavaliere dovrebbe trovare il proprio modo di comunicare con il cavallo nella maniera più diretta e precisa possibile, convincendolo a fare determinate cose. Questo sistema di comunicazione puiò essere imparato attraverso anni di equitazione, seguendo un grande Maestro (quelli con le Maiuscola), oppure attraverso un metodo preciso. Io ad esempio ho trovato il mio metodo di comunicazione attraverso i 7 giochi di Parelli (NON uso lo stick) e di problemi simili non è mai più riscontrati. Ripeto, la fiducia del cavallo derivata da una corretta comunicazione è la chiave di tutto.