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mayacoya

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  1. Se vai nel tuo negozio di animali di fiducia ci sono dei libretti su come educare i cuccioli oppure una qualsiasi libreria specializzata... Comunque il tuo micio e' normale..sta giocando,studiando, imparando.
  2. mayacoya

    Gatti Randagi

    Ciao le bottiglie d'acqua dovrebbero servire per non far fare pipi' ai CANI ma in realta' e' solo una leggenda metropolitana. Unica soluzione e' tenere in casa i tuoi 2 mici trovatelli e soprattutto sterilizzarli il prima possibile. Talora i mici piccoli hanno un odore particolare, come se fossero in calore, e cio' attira altri gatti. Rischi che li uccidano, ma sono casi rari, per fare in modo di riaccoppiarsi con le femmine nei dintorni. Se invece sterilizzi il prima possibile i trovatelli o i gatti randagi...EVITI CUCCIOLATE INDESIDERATE, schizzi di pipi' e fastidi ai vicini.
  3. Concordo con Samantha! Castrare il micio maschio lo rendera' piu' tranquillo. Io ho appena sterilizzato un micione rosso randagio che litigava con tutti maschi e femmine; Nel giro di pochi giorni e' gia' piu' tranquillo...basta che nessuno tocchi il suo piatto di croccantini.
  4. ps psssss...hai provato a vedere in che condizioni e' la FODERA SOTTO IL DIVANO?? hai notato se escono le molle?? Altro che copridivani...i miei gatti grattano SOTTO il divano!!
  5. Ed inoltre i maschi sterilizzati randagi, lottano meno, si allontanano di meno e se si prendono leucemia felina o hiv felina non lo trasmettono. Io ho sterilizzato l'altro giorno un micione maschio randagio, per un giorno tutti i gatti della zona non si sono fatti vedere ma poi sono tornati tranquillamente al posto di... PAPPA!!
  6. mayacoya

    Survive

    Ciao Fino a poco tempo fa quando trovavo un GATTO MORTO io telefonavo a questo numero ANIMALI MORTI 06/3216534 ..ma per sicurezza dovreste controllare sul Sito del Comune di Roma - ww.udacomuneroma.it - 06/32.65.0570 perche' da quando e' stato instituito il canile della MURATELLA i numeri sono cambiati e non sempre sono stati aggiornati. In ogni caso mi e' stato piu' volte risposto: " ma lei ce l'ha una busta?"..bene se trova un gatto morto lo infili nella busta e lo getti nel secchio, tanto e' questa la fine che fa"... HO PROTESTATO con uno degli addetti la volta successiva e mi hanno detto che era strana una risposta simile!!
  7. Ciao se vai nella sezione cura ed alimentazione c'e' gia' un post simile. In ogni caso i GATTINI devono essere allattati ogni 3 ore. Non dare il LATTE nostro, cioe' quello in commercio perche' e' troppo pesanti e rischi non sono diarrea ma anche di farli morire. Compra il latte per gattini da svezzare. con il batuffolo dietro il sederino dovrebbero fare pipi' e cacca, che dovrebbe essere all'inizio un po' liquida come accade ai neonati. In ogni caso portali dal veterinario.
  8. Siamo NOI umani a dover decidere per i nostri animali; Preferisci vederla soffrire senza speranza ed egoisticamente prolungare la sua sofferenza oppure darle una dolce morte? Io sono stata accanto al mio micio quando e' morto il 13 luglio. E' stato doloroso ma si e' solo addormentato con me accanto. E' una decisione da prendere in famiglia.
  9. Puoi chiedere alla sede nazionale della LAV. A roma ci sono catturatrici di professione e ragazze che con una piccola cifra ti aiutano a prendere e sterilizzare i gatti. Ci sono persone che vendono e costruiscono a modico prezzo GABBIE per la cattura, ripeto almeno a Roma. Io FACCIO PER CONTO MIO perche' mi sbrigo prima. Proprio ieri ho acchiappato un micione rosso per sterilizzarlo. Prendi una gabbia con la porticina che si alza in alto e mettici uno spago: quando il gatto entra fai scendere la porta. SE ti serve qualche contatto scrivimi in privato e ti do' telefoni e persone di riferimento.
  10. Ciao segui i consigli del tuo veterinario; In base alle ultime sentenze l'OMEOPATIA non e' riconosciuta dalla scienza ufficiale e spesso i medicinali sono solo dei placebo; L'effetto placebo puo' andare bene per noi umani perche' ci convinciamo di voler guarire, ma per la tua gatta ti consiglio di seguire il VETERINARIO. Oggi le anestesie sono leggere e non e' detto che non sopporti l'intervento; prova a farlo e se restera' sotto i ferri, TU avrai fatto il possibile! Al massimo puoi comprare qualche crema lenitiva da mettere sulla tua gatta ma non so se esistano o se funzionino. Mi spiace.
  11. mayacoya

    Survive

    Ciao se mi scrivi in privato ti do' l'indirizzo di qu ella persona in Sardegna..avevo la posta impallata durante le ferie ed ho dovuto cancellare il tuo messaggio. Ho i tuoi stessi problemi in questi giorni con un condomino che dice che i gatti portano i topi...ma io gli ho scatenato contro protocollo Ufficio Diritti Animali, tutela colonie e riconoscimento da parte della Usl e le gattare di zona!!
  12. Un controllo dal veterinario e' consigliabile: in genere i gattini hanno i vermi che provocano parecchi disturbi. Inoltre anche se per l'antipulci e' presto, il veterinario ti puo' consigliare uno shampoo per le pulci.
  13. mayacoya

    Survive

    Eh! gia'..a parole tutti ti dicono CHE BRAVA PERSONA CHE SEI..ci vogliono persone come te, me.. e tanti altri che si danno da fare da soli (sempre pochi)..poi se chiedi aiuto.. le scuse sono le solite banali eh..ma io lavoro, ho figli, non ho tempo, beato te che hai tempo, ma io il sabato e la domenica esco con gli amici, eh! ma oggi piove, oggi fa caldo, domani e' natale ecc... come se i GATTI non avessero bisogno di aiuto e di cibo tutti i giorni!... ecc ecc... L’ANIMALISMO NON E’ UGUALE PER TUTTI!...hai ragione, ci sono sfumature..ma anche tante persone che hanno fatto la carriera sulla pelle degli animali ed intendo carriera politica. E poi, come ha detto un mio amico, GLI ANIMALISTI sono la razza peggiore...perche' si scatenano liti e discussioni tra persone. Se posso fare qualcosa..sai dove trovarmi, no?
  14. Per Greta Nel tuo profilo ci sono foto di asinelli, no? Ho cliccato li' sopra e mi e' venuto in mente questa curiosita' proprio perche' non conosco come razza ne' gli asini ne' i somari e volevo sapere la distinzione e se c'e' una statistica su quanti asini ci sono in Italia. Si, lo so, che e' Ot....ma era una curiosita'..perche' dovrebbe essere una provocazione? Non fa nulla, comunque.
  15. Per Greta. Una mia curiosita': quanti sono oggi gli ASINI in Italia? Ed erano gli asini o i somari quelli che si erano quasi estinti? Grazie
  16. Per Ele capisco il ragionamento del secondo capoverso...ma credo sia meglio un gatto sterilizzato in casa piuttosto che sterilizzato in strada! :-) Io ho sterilizzato a 3 mesi tutti i miei gatti casalinghi. Certo se parliamo di natura, vivere secondo natura, snaturare la natura etc..arriviamo anche ai discorsi che i conquistadores facevano con gli indigeni d'america...che vivevano SECONDO NATURA , era puri etc... ma NOI la natura la selezioniamo e stravolgiamo ogni giorno, quindi se per tenere il mio micione in casa voglio evitare che schizzi urina, che scappi o che si perda...meglio sterilizzato!
  17. Concordo con Lalli88. Una mia amica ha tre colonie, io ora solalmente una e mezza...ma nel mio quartiere, complice un negozio di animali..sterilizziamo tutti i gatti. Subito. Ed e' doloroso non riuscire a fare sempre tutti i vaccini e vederli morire. Alle femmine che non riusciamo a catturare diamo invece la pillola anticoncezionale. Non basta saper leggere, un testo va anche compreso! Mi spiace, sono dura, come sono dure le "gattare vere" che combattono tutti i giorni con la burocrazia, i veterinari, gli animalisti aggressivi, la gente che dice che abbiamo snaturato i gatti che dovrebbero mangiare i topi..insomma i soliti luoghi comune. STERIZZAZIONE E NASCITE CONTROLLATE..unico modo per abbattere in randagismo. Leggi anche le vicissitudini di Survive che scrive da Elmas in Sardegna. Meglio tanti GATTI morti piuttosto che sterilizzati?
  18. Concordo con LALLI88.. e credo sia meglio lasciar perdere l'argomento perche' tanto CERTE persone non cambiano idea e NON capiscono. O forse NON sanno leggere. O forse non hanno mai visitato in questo periodo un canile o un gattile!
  19. mayacoya

    Survive

    Per tutto quello che hai scritto che riguarda i GATTI di ELMAS! No comment! Critichiamo gli altri paesi, come la Romania, la Cina..e poi..nella civile Italia siamo ancora piu' indietro. Leggi, parole, leggi e parole..ma menefreghismo per gli animali. Per quanto riguarda le colonie feline nel mio quartiere..sono tutte piu' che protette. Ho "agganci" con le gattare "vere" comunali.. e gli organi competenti! Mi spiace solo non poter far altro per te.
  20. Un gatto al guinzaglio? E' raro riuscire a portare un gatto al guinzaglio. Io ci ho provato in casa con il mio...ma ancora mi soffia per il tentativo!
  21. Consiglio di alcune gattare professioniste: 1) lascia il trasportino aperto in un angolo della casa per un po' di tempo. Lo prendera' come un qualcosa di nuovo 2) quando devi metterla nel trasportino, spingila dentro al contrario in modo che lei non veda dove sta andando. 3) e' preferibile trasportino-gabbia aperto piuttosto che quelli chiusi in plastica. La gabbia si pulisce meglio e il gatto respira. 4) prendi un bustone tipo quelli dell'Ikea e metti la gabbia dentro. Cosi' il gatto e' riparato dal freddo (io i miei li porto in motorino dal veterinario) e non ha paura.
  22. Bravissima.. Diva&Vicky..!! purtroppo solo mettendo le persone davanti al fatto compiuto forse si riescono a convincere...preferisco cani e gatti morti o nei canili (dove non hanno mai messo piede per finta pieta') piuttosto che sterilizzare...e' un discorso infinito...
  23. mayacoya

    Survive

    Ciao Mi sono fatta mandare dall'Ufficio Diritti animali del comune di Roma le leggi che TUTELANO le colonie feline. Per ora nessuno ha toccato piu' nulla delle ciotole che ho messo sotto casa. In ogni caso ho trovati alleati in altri condomini che hanno gatti! Ora ho ordinato anche la gabbia per la cattura, in modo da sterilizzare i gatti maschi che girano nei paraggi; Inoltre ho buoni rapporti con le responsabili della maggiori colonie feline di Roma e con alcune "catturatrici" di una onlus e che in caso di necessita' mi aiuterebbero.
  24. La sterilizzazione e le nascite sotto controllo sono l'unico mezzo per evitare oggi abbandono e randagismo oltre a nascite non volute. RIPORTO L'ESTRATTO che mi e' stato inviato dal Gattile della Piramide a Roma riassumeremo le principali obiezioni e le opinioni totalmente errate Bisogna lasciar fare alla natura… Non abbiamo il diritto di privare gli animali del loro istinto sessuale… La sterilizzazione è una crudeltà… La sterilizzazione provoca delle malattie… La sterilizzazione fa diventare i gatti obesi e stupidi… La sterilizzazione porta all’estinzione della specie… Abbiamo già premesso quanto sia difficile far accettare l’idea della sterilizzazione presso il grosso pubblico e ricordavamo come certi pregiudizi siano incredibilmente diffusi. Specialmente il pregiudizio generico che “bisogna lasciar fare alla natura” è quello che gode della maggior simpatia da parte di tanti incolti oltre che di tanti cosiddetti colti che lo ammantano di capziosi ragionamenti e di sofismi lasciati cadere con l’aria di chi ha da tempo risolto il problema, (o meglio, “il falso problema” , come lo chiamano loro) . La pretesa selezione naturale che essi adducono a pretesto per ammantare la loro indifferenza e la loro aridità non è dovuta soltanto ad inevitabili malattie perinatali o infantili ma anche, se non soprattutto, all’intervento dell’uomo. Sono ancora in molti a ritenere perfettamente naturale eliminare in vari modi i piccoli appena nati ( secondo loro meno crudele che decidersi a sterilizzare la madre): i cassonetti in estate rigurgitano di sacchetti di plastica contenenti micini vivi da triturare come ingombranti rifiuti, tanto per descriverne solo uno. Le automobili che fanno strage quotidiana di gatti sono forse prodotti naturali che crescono sugli alberi? E chi ha detto che non ci si debba opporre alle forze talvolta nemiche della natura? Non abbiamo inventato vaccini e medicine che debellano malattie endemiche che “controllavano” e “controllano” l’incremento di tante popolazioni? Non abbiamo costruito dighe che evitino inondazioni gigantesche in grado di “controllare” moltitudini al ritmo di milioni alla volta? Ma con queste persone non si può ragionare. Non accettano un contraddittorio sereno perché in realtà il motivo della loro avversione e del fatto che si caccino in contraddizioni spaventose, è un altro, molto più viscerale e inconscio. E qui veniamo ad uno dei tanti noccioli del problema. Non abbiamo il diritto di privare gli animali del loro istinto sessuale. Dicono loro. Attenzione. Il problema si fa serio. Messo l’argomento in questi termini, l’antisterilizzatore si sente dalla parte del giusto mentre persone come noi vengono immediatamente classificate tra gli Hitler, i Mengele e via raccapricciando. Non si rendono conto, quelli che la pensano così, che stanno compiendo in buona o malafede, la cosa peggiore che si possa fare in questo campo: stanno confondendo i tavoli, i piani, le categorie. Stanno applicando criteri umani agli animali. Pur nelle notevoli somiglianze c’è tuttavia una differenza sostanziale tra animali e umani: ed è l’autocoscienza e la ragione. Dobbiamo assolutamente evitare l’antropomorfizzazione, ossia quel processo mentale che induce a prestare agli animali pensieri e sentimenti umani, con confusioni e pasticci che portano ad esiti disastrosi, pur nella sempre presunta bontà delle intenzioni. Ti piacerebbe che lo facessero a te? E’ la domanda retorica che segue con la quale pensano di averti tramortito con la forza di un argomento inoppugnabile. E qui bisogna cominciare a distinguere. L’istinto sessuale umano raramente si esprime (solo nei casi limite che occupano le cronache dei giornali) nella sua quintessenza più brutale. L’educazione fa si che l’istinto sessuale umano venga arginato, incanalato, sublimato, raffinato. L’atto sessuale presuppone pur sempre o quasi sempre un antefatto ed una scelta, in una parola un capriccio, o un innamoramento, o una passione. Questi capricci o queste passioni hanno ispirato in tutti i tempi ed in tutte le civiltà oceani di musica, biblioteche sterminate di letteratura e di poesia, interi musei di affreschi e quadri. Potremmo tranquillamente dire che l’unica musa responsabile della più gran parte delle opere d’arte umane, il motore di tante realizzazioni in ogni campo, è l’amore sublimato, in definitiva l’istinto sessuale. Inoltre l’amore è anche il necessario supporto di ogni famiglia umana per la procreazione e la protezione della prole. Possiamo dire la stessa cosa per gli animali? A parte gli improbabili, pur sempre piacevoli, cartoni animati disneyani che spesso ci fanno veder due gatti guancia a guancia al chiaro di luna, non esiste innamoramento tra gli animali. Non esiste scelta. Pensate che la povera gatta assediata da una ventina di maschi possa davvero scegliere tra di loro? Dovrà subire, più o meno consenziente, le attenzioni di tutti. Credete davvero che un gatto in calore vada in giro cercando la sua anima gemella? Quello che noi descriviamo come amore materno di una gatta e che talvolta può anche giungere all’eroismo nella difesa dei piccoli è solo puro istinto, l’istinto parentale che la natura da’ a tutti gli animali perché procedano al nutrimento ed alla protezione dei nuovi nati. Provate a separare una gatta dai suoi piccoli passati due mesi dalla loro nascita. Né la gatta né i gattini si riconosceranno come madre e figli se per caso dovessero ritrovarsi anche pochi giorni dopo la separazione. Terminato l’allattamento una gatta può immediatamente ritrovarsi incinta e ricominciare il ciclo riproduttivo senza porsi nessun problema rispetto alla prole precedente. Una volta insegnato ai piccoli a nutrirsi e a sopravvivere, la gatta ha fatto la parte a lei assegnata dalla natura e tanto basta. Per taluni, soprattutto per i machos latini che abbondano nel nostro paese, e che se ne impipano di musica e poesia, la questione è molto più brutale” Io mi diverto molto facendo sesso e non voglio privare neanche gli animali di tanto divertimento”. Costoro non pensano che la natura ha escogitato la trappola del piacere proprio perché la ragione umana, lasciata a se stessa, sarebbe il principale deterrente alla procreazione. Chi metterebbe al mondo un figlio, con tutte le responsabilità, i doveri e gli oneri che ciò comporta se non vi fosse indotto dalla forza irresistibile dell’attrazione e del piacere sessuale? Se l’atto sessuale comportasse un fastidio o addirittura un dolore o fosse quantomeno una soddisfazione gradevole ma non poi così delirante, come il mangiare e il bere? Se vogliamo dimagrire riusciamo anche a mangiare di meno. Pensate che avrebbe successo una dieta dimagrante che imponesse l’astensione dal sesso? Inoltre l’uomo è riuscito ad ingannare la natura ed ha trovato modo di sfogare il suo appetito sessuale evitando la riproduzione in mille modi. Questo agli animali non è consentito. Ogni atto sessuale determina inevitabilmente uno o più concepimenti. Tenuto conto di tutte queste differenze, posso tranquillamente rispondere che non mi piacerebbe affatto che “lo facessero a me” semplicemente perché la sessualità umana, con tutti gli annessi e connessi, non è soltanto una questione di istinto e di ormoni ma coinvolge tutte le facoltà e le potenzialità umane, corpo, anima, coscienza ed intelligenza. Per assicurare la riproduzione animale è bastato inserire un istinto potente alla continuazione della specie senza bisogno di altri incentivi. Qualunque etologo può confermare che l’atto sessuale animale comporta sicuramente una soddisfazione ma non implica affatto delirio travolgente, estasi e piaceri supremi. (Ma questo capita talvolta anche a molti umani…). Spiace dover infrangere illusioni romantiche, ma l’impulso che spinge un gatto a rincorrere una femmina con tutte le forze della sua volontà non è affatto dissimile da quello che spinge qualsiasi umano a ricercare imperiosamente un luogo ove soddisfare certi bisogni fisiologici come la minzione. Fin quando non l’ha trovato è inquieto e affannato. Dopo è passabilmente soddisfatto. Chiunque abbia visto un gallo all’opera in un pollaio ha sicuramente avuto l’impressione di trovarsi di fronte ad un operaio molto concentrato che cerca di fare il suo lavoro presto e bene. Lui non sembra divertirsi e le galline nemmeno. Più o meno la stessa cosa avviene con i gatti. Il grido di dolore che emette la gatta alla fine dell’atto conferma, se ce ne fosse bisogno, che la cosa, almeno per lei, non comporta tutto quel piacere che ci si potrebbe aspettare… Un gatto castrato non è un gatto infelice. Personalmente non ho mai visto un animale sterilizzato cadere in depressione o isolarsi “perché non potrà più essere padre” o “non potrà più conoscere l’amore”. E’ vero che gli animali non hanno la parola per esprimersi ma hanno un repertorio di atteggiamenti persino più eloquente della parola stessa. Sfido chiunque a definire infelice un gatto castrato che mangi e beva di gusto, dorma saporitamente, faccia le fusa in grembo al padrone, corra alacremente dietro a farfalle, topi e mosche e questo per almeno diciotto anni, tutti trascorsi generalmente in buona salute, grazie anche alla sterilizzazione stessa. La castrazione del gatto maschio o l’ovaristerectomia della femmina, rimuovendo la ghiandola, la quale secerne l’ormone, che a sua volta determina l’istinto di riproduzione, elimina completamente la potenza sessuale senza peraltro lasciare nessun desiderio insoddisfatto che possa determinare una frustrazione e addirittura senza nemmeno lasciare la memoria stessa del desiderio. Al contrario, sono coloro che tengono in casa un gatto non sterilizzato senza permettergli l’accoppiamento, e ce ne sono tanti, a commettere un’inaudita crudeltà, lasciando intatto nell’animale il desiderio ma negandogli ogni possibilità di soddisfazione. Nei due capitoli precedenti abbiamo passato in rassegna alcune delle obiezioni nei confronti della sterilizzazione dei gatti da parte di persone disinformate. Come ci insegna l’esperienza, molti disinformati, una volta presa coscienza del problema, si convincono delle nostre ragioni. I problemi gravi vengono da parte di coloro che sono informati male, e che hanno accumulato una serie di pregiudizi che è difficile smantellare, visto che talvolta sono persino condivisi da alcuni veterinari un po’ attardati. E’ difficilissimo convincere che non è affatto necessario che una gatta abbia avuto almeno una cucciolata prima di procedere alla sua sterilizzazione. Eppure è una delle favole o leggende metropolitane tra le più universalmente diffuse. Non basta nemmeno mostrare la documentazione medica delle più progredite facoltà di veterinaria del mondo per persuadere le persone che hanno respirato questa frottola sin dall’infanzia. Possiamo garantire che una simile scemenza non è scritta da nessuna parte in nessun testo medico. Eppure è ancora accreditata persino presso tanti vecchi veterinari, e per vecchi non intendo solo in senso anagrafico. Ancor più difficile è smantellare la vecchia credenza che un gatto castrato diventi grasso, pigro e stupido. E’ chiaro che un gatto che non deve sprecare energie all ricerca della femmina ed alla lotta con i suoi rivali tende ad ingrassare se deve condurre una vita più sedentaria: basterà quindi dargli un po’ meno cibo perché mantenga la linea, ammesso che qualcuno preferisca una gatto smunto e scheletrico (come capita a certi maschi in servizio attivo) ad uno tondo e grassottello. Il mio sito
  25. mayacoya

    Microchip

    Ci sono due societa' che producono microcip Bayer e un'altra. Se il proprietario che spende i soldi dal veterinario per mettere il microcip NON registra l'animale all'anagrafe canina..NON SERVE A NULLA. Il microcip e' solo un numero associato a quel tipo di pillolina che viene inserito sotto pelle all'animale. Non esiste una banca dati centralizzata (il comune di Roma sta cercando di approntarla) quindi se metti il microcip che so in Toscana e ti perdi l'animale nel Lazio...NON LO RITROVI PIU'! Riporto per esteso quello che c'e' sul sito Animalipersieritrovati riguardo al microcip. Dal 1991 è stata istituita a livello nazionale l'Anagrafe Canina da cui deriva l'obbligo per tutti i cittadini italiani di dichiarare e quindi registrare il possesso di un cane presso l'Anagrafe Canina del proprio COMUNE DI RESIDENZA. L'iscrizione, gratuita nel nostro paese, comporta l'assegnazione di un codice di lettere e cifre tatuato nell'orecchio o all'interno della coscia destra. Da alcuni anni si è passati ad un nuovo sistema di identificazione elettronica: il microchip. La nuova legge è però stata applicata solo gradualmente e solo in alcune regioni italiane (Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Toscana, Veneto). Altre regioni stanno gradualmente provvedendo a rendere effettiva la legge ma di fatto questo significa che in alcune regioni si continua ancora a tatuare i cani invece di passare alla nuova procedura di identificazione. Il microchip, che in gergo tecnico è un transponder, è una minuscola capsulina che può avere forme diverse ma che ha sempre un "ingombro" minimo: pochissimi millimetri di lunghezza e di diametro. Il microchip è - realizzato in materiale che non provoca nessuna forma di rigetto o fastidio - che viene iniettato sottocute, in poche frazioni di secondo, nella regione retroauricolare sinistra Il microchip emette un brevissimo segnale solo se "attivato" da un apposito lettore (in dotazione ai Servizi Veterinari delle ASL, ai veterinari liberi professionisti, alla Polizia Municipale e, naturalmente, agli accalappiacani). Sullo schermo di questo lettore appare una serie di 15 numeri, un codice unico al mondo che identifica: - il paese in cui all'animale è stato iniettato il microchip - il produttore del microchip - gli ultimi sei numeri identificano l'animale Praticamente è come aver messo una "targa" al proprio animale. Così si è ritenuto doveroso passare ad un sistema di identificazione elettronica univoco e per legge DEVONO essere microchippati TUTTI i cani residenti nelle regioni italiane dove si usa questo sistema di identificazione. Indifferentemente che si usi il microchip o il tatuaggio TUTTI i cani DEVONO comunque essere registrati all'Anagrafe Canina (che è l'unico organo deputato per legge a registrare e gestire i dati) del luogo di residenza, entro 30 giorni dalla nascita o da quando se ne viene in possesso. Anche l'ENCI (Ente Nazionale Cinofilo Italiano) ora usa il microchip (e solo microchip ufficiali cioè quelli forniti dai Comuni o dalle ASL) come unica identificazione per i cani iscritti ai Libri Genealogici. Unica eccezione fanno i cani contrassegnati con un tatuaggio ancora perfettamente leggibile. Possono rimanere senza microchip fintanto che il tatuaggio non presenta primi segni di illeggibilità. A seconda della regione è inoltre possibile far mettere il microchip al cane anche se il tatuaggio risulta ancora leggibile. Ovvio che chi vuol veramente bene al suo cane lo fa microchippare anche se ha il tatuaggio leggibile. È buona norma verificare che dopo l'applicazione del microchip, il codice (controllate meticolosamente TUTTA la sequenza di 15 numeri) sia anche regolarmente e correttamente inserito nella banca dati della vostra Anagrafe Canina. Per esperienza consigliamo VIVAMENTE di andare direttamente all'ufficio competente e verificare DI PERSONA l'avvenuta registrazione, così come di verificare via internet il corretto inserimento nelle banche dati elettroniche delle Anagrafi Canine (dove sarà comunque solo visibile la sequenza dei numeri del microchip del vostro cane ma NON i vostri dati personali). Purtroppo sono stati infatti commessi errori nel caricamento dei dati presso alcune Anagrafi Canine e una azienda produttrice di microchip in particolare non collabora assolutamente (a differenza di altre) nel fornire informazioni preziose per la risoluzione di casi che purtroppo continuano a ripetersi. In sostanza succede che sono stati ritrovati cani con tanto di microchip ma il cui codice non è registrato in nessuna banca dati e che per questo motivo languono da mesi in un canile perché non si riesce a risalire al proprietario. Purtroppo è anche capitato che veterinari non adeguatamente preparati abbiano iniettato il microchip, invece, in parti diverse da quella scelta internazionalmente per convenzione. Così, invece di impiantare il transponder là dove tutti lo cercherebbero, ossia nella parte sinistra della nuca dell’animale, in alcuni cani il chip è stato iniettato nella coscia... vanificando così la possibilità di identificare immediatamente l'animale, soprattutto se si tratta di cani di grande taglia. Non tutti gli operatori dei canili conoscono infatti la corretta procedura (ossia di controllare meticolosamente TUTTO l’animale con il lettore) e purtroppo succede che anche così in canile finiscano e rimangano cani che potrebbero essere invece immediatamente identificati. Il microchip emette un segnale debolissimo, facilissimamente rilevabile su cani di taglia piccola ma non sempre immediatamente riscontrabile su cani di taglia grande se la lettura avviene a una distanza maggiore di pochi centimetri (comunque sempre meno di dieci)! Il codice di identificazione abbinato al nome di una persona e se correttamente depositato nell’Anagrafe Canina di residenza, costituisce un vero e proprio titolo di proprietà. Quel codice dice che voi siete la famiglia del vostro cane e che l'animale vi appartiene. Questo significa che nei confronti del componente animale della vostra famiglia avete sia dei diritti che dei doveri! Ovvio che, qualora il microchip vi venisse consegnato direttamente dall’Anagrafe Canina, va poi anche iniettato e non messo nel cassetto... Se avete invece smarrito un cane dovete per legge denunciare lo smarrimento (valido solo in forma scritta e solo se presentato presso l'Anagrafe Canina) rispettando il termine di legge. In Emilia Romagna, per esempio, la denuncia va fatta entro il terzo giorno dalla scomparsa. Chi non osserva questa procedura rischia una sanzione per mancata denuncia di smarrimento oltre ad una sanzione per "abbandono" se il cane venisse ritrovato, non importa se vivo o morto. Stando a nuove leggi, la denuncia va fatta ANCHE a Vigili/Carabinieri quando invece di uno smarrimento, l’animale vi è stato rubato. La denuncia è valida solo se avviene in forma scritta e le Forze dell’Ordine non si possono rifiutare di accettare la denuncia. Se non vi viene rilasciata un copia SCRITTA ma avete solo lasciato detto, è come se non aveste fatto nulla. In caso di ritrovamento da parte di terzi e solo se avete esposto regolare denuncia di smarrimento, avete tutti i titoli necessari per provare davanti alla legge che il cane è vostro e che lo avete solo smarrito e non abbandonato. Qualora l’animale fosse infatti già stato temporaneamente o definitivamente dato in affido ad una nuova famiglia, avete infatti solo così il diritto di pretendere la restituzione dell’animale indifferentemente che siano già trascorsi o meno i 60 giorni previsti dalla legge. Questo e’ infatti il lasso di tempo previsto che deve trascorrere, dalla data del ritrovamento e prima che il cane possa venire affidato in via definitiva a qualcuno. Se doveste cedere il cane ad altre persone, basta recarsi insieme all'Anagrafe Canina e firmare il documento di cessione con il quale la nuova famiglia diviene proprietaria a pieno titolo dell'animale. Chi invece trova un animale anche non provvisto di microchip e lo trattiene, non segnalando il ritrovamento all'Anagrafe Canina, commette un furto! Perseguibile e sanzionabile per legge! Attualmente, come in tutte le innovazioni, purtroppo NON esiste una banca dati nazionale, ossia non esiste una Anagrafe Canina centralizzata. Alcune Regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Veneto) si stanno organizzando a tal proposito ed esistono così solo banche dati regionali. Ma almeno è un inizio... p.s. OPS! ho citato una marca, scusate!
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