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Zoo


kyky

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certo che sono zoo!!..infatti non sono daccordo nemmeno su quelli anche se comunque sono molto meglio!!..comunque è successo rarissimamente che in zoo non safari gli animali si sono riprodotti!!..secondo me gli animali in cattivita ci possono stare solo quando hanno bisogno di cure!in quel modo li li puoi anche studiare ma poi devono riaquistare la propria liberta almeno che non rischiasseroo nuovamente la vita, a quel punto possono essere tutelati in parchi naturali ma non in zoo!!!!..gli animali che ci sono ora negli zoo non possono piu essere piumessi in liberta come dici giustamente perche senno morirebbero, ormai quelli ci restano e cercano di vivere al meglio la loro vita!!..ma assolutamente non cene vanno messi degli altri!!!!!!!!!!!!...ma comunque i miei discorsi sono inutili perche ormai il funzionamento negli zoo è: ne muore uno allora ci se nemette un'altro, magari cucciolo, anzi sicuramente cucciolo!!..

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Brava Menta! io ci tengo a rispondere solo a 2 cose e poi la finisco qui perchè tanto non ci metteremo mai d'accordo:

1) il mio cane sarà anche umanizzato in un certo senso, ma ormai le cose stanno così da millenni perciò è tutto un'altro discorso, inoltre quello che tu dici anche se fosse giusto è infattibile perchè il randagismo è punito per legge, i cani randagi finiscono in canile da dove viene anche il mio Sugo (perciò come vedi non ho neanche contribuito al mercato dei cani umanizzati come dici tu), perciò questo discorso sui cani è totalmente inutile.

2) i pitoni in cattività vivono 20 anni e in libertà 7? ma che bella scoperta! è ovvio che in natura la selezione naturale e la catena alimentare rendano la vita più breve e un pitone in gabbia non è sottoposto ai pericoli del suo ambiente naturale...e allora? la lunghezza della vita è un valore per noi umani che dalla natura ci siamo staccati da un pezzo..non attribuirlo a un serpente che sono sicura preferirebbe vivere libero e secondo il suo istinto, ovvero in NATURA E SECONDO NATURA!! E morire anche secondo natura, mangiato da un altro animale, come è giusto che sia! (P:S: per lo stesso motivo io NON sono vegetariana, lo dico per non dare adito a fraintendimenti)

Ciao!

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SAi perchè comprano cuccioli? Perchè nati in cattività in altri zoo, così sono sani e non portano via altri animali alla natura...se ti sembra un comportamento scorretto.

E' raro che gli animali si riproducano????....questo dimostra che non conosci gli Zoo...ti faccio un'elenco dei cuccioli nati lo scorso anno in uno zoo in cui lavora una mia amica:

1 cucciolo di Zebra

1 cucciolo di Lama

1 cucciolo di Macaco di giava

1 cucciolo di Macaco reso

1 cucciolo di Wistiti dai pennacchi bianchi(mi sa che fossero di più ma ne ho visto 1)

1 cucciolo di Saimiri(ma non ne sono certo forse è nato 2 anni fa)

1 cucciolo di Canguro nano

2 cuccioli di Istrice

4 cuccioli di Nasua nasua

diversi Ara e altri volatili...più altri animali che non ricordo perchè non ho visto i cuccioli dal vero.

E a questo aggiungo, dato che in cattività vivono tutti male e non si riproduce niente, ti faccio l'elenco dei gechi che mi si riprodurranno quest'anno(in passato ne ho riprodotti altri):

Chondrodactylus angulifer a.

Phelsuma standingi

Rhacodactylus auriculatus

Rhacodactylus ciliatus

Eublepharis macularius

Pachydactylus tigrinus

Pachydactylus bibronii

Hemidactylus triedrus

Oedura monilis

Underwoodisaurus milii

Blaesodactylus sakalava

e forse Paroedura picta(forse perchè la femmina è piccola)

Non metto il numero dei cuccioli perchè saranno tanti.

Comunqeu pensa quello che vuoi, ma prima di fare di tutta l'erba un fascio vedi di analizzare bene le cose di cui parli.

Ciao Manu

P.S. Se il tempo e il comune(con la forestale) me ne daranno la possibilità quest'anno inizierò un progetto per la reintroduzione di anfibi autoctoni.

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tratto da un'articolo di Luciana Parisi

ANCHE GLI ANIMALI SOFFRONO DI STRESS

Spiati, osservati, fotografati.

Provate ad immaginare di essere continuamente spiati e osservati da frotte di turisti.Come vi sentireste se qualche indesiderato vi entrasse in casa e vi fotografasse dalla mattina alla sera?Risposta sareste arrabbiati e molto nervosi.

Dopo anni di ricerche tra gli animali selvatici nei parchi naturali di tutto il pianeta, l'Americano Nigel Dunstone, docente di zoologia all'universita di Durham, ha dimostrato che il turismo verde rappresenta una minaccia per molte specie. Gli animali infatti, soffrono di stress. O meglio di "nevrosi da turista".

Quando vedono arrivare i motoscafi, i delfini del mediterraneo perdono il sonno. Nella baia di Hudston, in Canada, gli orsi polari smettono di cacciare per tenere d'occhio i visitatori molesti. "Gli animali sono sensibili quanto e piu degli uomini" spiega l'etologo Giorgio Celli. "sotto pressione, nonb mangiano, hanno lo sguardo perso nel vuoto e arrivano ad abbandonare i cuccioli. Altre volte diventano iperattivi e bulimici" prosegue Celli. Il rischio è quello di stravolgere ecosistemi delicatissimi. "Nelle isole Galapagos, gli albatros depongono un uovo ogni due anni e la presenza dei turisti mette a repentaglio la nidificazione". Come comportarsi allora??" "L'ecoturismo e una risorsa fondamentale per la sopravvivenza dei parchi, ma i visitatori devono rispettare le abitudini degli animali" conclude Celli.

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Non stai parlando di zoo, ma di ecoturismo, cosa che gli ambientalisti difendono tanto.

Ribadisco, meglio uno zoo che tiene come si deve i propri animali, che persone invadenti che vanno a rompere le scatole agli animali nei loro habita, facendoli stressare e rischiando di compromettere i cicli riproduttivi.

Ciao Manu

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Ma se ammetti che la presenza di uomini stressa gli animali LIBERI nel loro habitat come fai a dire che chiusi in gabbia in uno zoo con la gente dalla mattina alla sera stanno bene? Non ti rendi conto della contraddizione!!!!!

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Siamo alle solite...un animale in natura ha un territorio da difendere e nasce libero e non conosce l'uomo, per cui in qualsiasi caso lo ritiene un problema.

Quello che dovete capire è che sempre più animali negli zoo sono nati e cresciuti lì, per questo non hanno diffidenza nei confronti dell'uomo, senza contare che alla notte vengono lasciati dormire...a differenza delle escursioni che avvengono anche nelle ore notturne.

Ma penso che questa sia una causa persa, non lavorate con animali nati in cattività o che vivono in tali condizioni da tanti anni, per cui non avete esperienze dirette e parlate senza cognizione di causa.

Io allevo molti animali in cattività senza problemi e ho visto mostre e zoo allevare e riprodurre i loro animali senza creargli problemi o fastidi.

Senza parlare dei rapporti che spesso si creano tra custodi degli zoo e gli animali...non potete nemmeno immaginare quali feste possano farvi delle wistiti quando le vai atrovare nella loro gabbia...ti accettano tra loro e giocano curiose con te...sono stupende...molto simile è anche il comportamento dei lemuri, una volta accettati dal capo brando si diventa uno di loro.

Ma ripeto è inutile dilungarmi tanto trovereste sempre un'appiglio assurdo(almeno ai miei occhi) a cui aggrapparvi, per cui non capisco perchè devo perdere il mio tempo a spiegarvi come e perchè non tutti gli animali in cattività soffrono.

Ciao Manu

P.S. Menta ma a te non piacciono i cavalli?...dimmi un cavallo in stalla non è in cattività?

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infatti secondo me soffrono a stare nella stalla i cavalli dovrebbero essere lasciati in un pascolo con il proprio "branco"!!

....comunque non credo che una tigre o un orso ti accolgano nel loro branco...tenendo animali piccoli in cattivita si puo trovargli uno spazio in cui possano muoversi liberamente..ma una tigre ha bisogno di correre l'orso bianco ha bisogno del suo habitat naturale!!!!!...comunque è vero è inutile continuare a discutere tanto la pensiamo in modo diverso...io non ho mai lavorato in uno zoo.....

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Sì ma conta anche che i cavalli non amano essere cavalcati, è anche per questo che devono essere addomesticati e a volte con metodi discutibili...ma lo si fa da secoli e perchè non continuare...invece una tigre in un parco non si può fare...ma va bene così, qui si potrebbe discutere all'infinito e sinceramente non ne ho molta voglia.

Ciao Manu

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Come tutti, sono contrario ai lager-zoo. E chi non lo è? Diciamo che sono invece MOLTO favorevole a strutture come il Jersey Preservation trust, fondato da Gerard Durrell nell'isola di Jersey, nato come zoo con l'intenzione di salvaguardare le specie animali in via d'estinzione. Questa istituzione, con la quale lavorano molti altri zoo del mondo (anche italiani) ha avuto nel suo piccolo un enorme successo....molte specie si sono salvate grazie ad essa. Mi vengono in mente i colombi rosa ed il falco delle mauritius...dei primi esistevano 20 esemplari al mondo, dei secondi solo 4. Ora sono centinaia e si inizia gradatamente a reinserirli in cattività. Nessuno può negare l'utilità di una simile struttura. Ma le cose si pagano....e tanto. E la gente non paga il biglietto di solito per vedere uccelli marroncini e sbiaditi, per quanto rari e interessanti siano. La gente vuole gli animali grossi e vistosi...elefanti, giraffe, felini, scimmie. Per questo questi zoo tengono anche queste specie (per la cronaca, un autore di programmi televisivi naturalistici mi ha spiegato che lo stesso vael in tv...lui vorrebbe proporre documentari alternativi (rettili, insetti, uccelli, pesci...) ma l'unica cosa che impenna l'auditel sono scimmie, leoni ed elefanti....). In pratica, i leoni e gli elefanti di jersey hanno pagato la sopravvivenza dei colombi e dei falchi. Ricordando inoltre che uno dei più grossi problemi di certi zoo è proprio quello di non far procreare certi animali che sennò si riprodurrebbero fin troppo (felini in testa, ma anche canidi, ecc...), è giusto in questo caso lo sfruttamento di elefanti &Co nati in cattività e che non hanno mai visto la natura per salvaguardare colombi, falchi, lumache (sì, anche molte di loro rischiano l'estinzione,e a jersey provano a salvarle...) e altri piccoli animali in pericolo? Personalmente credo di sì. Molti credono poi che liberare gli animali degli zoo in natura sarebbe la cosa più giusta per loro.... e avrebbero ragione, se si trattasse di firmarne la condanna a morte. Molti animali degli zoo, nati in cattività da tante (troppe) generazioni senza che si sia preso in passato alcuna precauzione per conservare i loro istinti, hanno bisogno di un reinserimento guidato in natura per poter sopravvivere. Questo vale soprattutto per felini, elefanti, scimmie, con vita sociale complessa e abitudini peculiari. tale tipo di guida è spesso indispensabile, nojn sempre fortunato (il primo progetto di reinserimento dei licaoni in libertà fu un disastro: tutti gli esemplari morirono in capo ad un anno) e può durare anni: ad esempio, per gli oranghi orfani dura 2-3 anni. E una volta liberi dovrebbero fare i conti con gli esemplari selvatici, che passerebbero loro malattie, magari, per le quali non possiedono più anticorpi. O peggio, potrebbero portar loro malattie acquisite negli zoo ai selvatici.

Che il comportamento in cattività di certe specie sia falsato, è anche vero.... ma quando diventa impossibile per motivi economici studiarlo in natura, ci si deve accontentare, se lo scopo è lottare per la sopravvivenza della specie.

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ci sono zoo dove si può supporre che gli animali non soffrino, e altri dove si è sicuri che gli animali stanno male.

ci sono animali che non possono assolutamente condurre un esistenza normale nelle condizioni più usuali di cattività (orsi, delfini, elefanti,ecc..) e altri per i quali è possibile ricreare un habitat appropriato.

gli zoo possono giocare un ruolo nella reintroduzione di specie selvatiche, ma la vera soluzione sta nel preservare le zone naturali. uno zoo eticamente corretto e ben fatto può protare la gente alla sensibilizzazione dei problemi ambientali, uno zoo criminale fa solo danni, agli animali e all'educazione delle persone, bimbi in primis.

igua

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discorso interessante, personalmente sono pieno di dubbi. C'è un assunto di partenza dal quale secondo me non si può svicolare ed è semplicemente banale: una gabbia è una gabbia, che sia di due metri, che sia di 100 metri è pur sempre una gabbia, libertà è un'altra cosa.

Conosco molte persone che lavorano e fanno ricerca negli zoo, in strutture davvero grandi e sono sicuro che gli animali sono amati e stanno bene, ma... è pur sempre una gabbia...

Possiamo darci tutte le giustificazioni che vogliamo, possiamo indorarci la pillola al meglio, ma... è pur sempre una gabbia.

Ho visitato zoo e parchi splendidi in America... ma sono pur sempre gabbie...

So che si fanno scoperte importanti per gli animali e per il nostro rapporto con loro, ma comunque la giriamo lo facciamo tenendoli sempre in gabbia, in una gabbia che non hanno scelto gli animali...

E poi... e poi mi domando... ci sono ricercatori, scienziati che hanno vissuto con gli animali in libertà, che si sono calati nel loro habitat che li hanno seguiti e studiati senza metterli in gabbia, ma stando loro accanto... allora un altro modo c'è... certo questo significa che però dovremmo abbandonare la nostra vita e rischiare inprima persona per le ricerche a cui teniamo? Sì, però loro non sarebbero in gabbia, o meglio non sarebbero in una gabbia che non possono scegliere, mentre noi scegliamo ciò che facciamo, scegliamo di rischiare o di non farlo... invece, per non rischiare troppo, li teniamo in gabbia...

non lo so, ho molti amici ricercatori, ma questa cosa non mi convince... una bella gabbia è sempre una gabbia...

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Come tutti, sono contrario ai lager-zoo. E chi non lo è? Diciamo che sono invece MOLTO favorevole a strutture come il Jersey Preservation trust, fondato da Gerard Durrell nell'isola di Jersey, nato come zoo con l'intenzione di salvaguardare le specie animali in via d'estinzione. Questa istituzione, con la quale lavorano molti altri zoo del mondo (anche italiani) ha avuto nel suo piccolo un enorme successo....molte specie si sono salvate grazie ad essa. Mi vengono in mente i colombi rosa ed il falco delle mauritius...dei primi esistevano 20 esemplari al mondo, dei secondi solo 4. Ora sono centinaia e si inizia gradatamente a reinserirli in cattività. Nessuno può negare l'utilità di una simile struttura. Ma le cose si pagano....e tanto. E la gente non paga il biglietto di solito per vedere uccelli marroncini e sbiaditi, per quanto rari e interessanti siano. La gente vuole gli animali grossi e vistosi...elefanti, giraffe, felini, scimmie. Per questo questi zoo tengono anche queste specie (per la cronaca, un autore di programmi televisivi naturalistici mi ha spiegato che lo stesso vael in tv...lui vorrebbe proporre documentari alternativi (rettili, insetti, uccelli, pesci...) ma l'unica cosa che impenna l'auditel sono scimmie, leoni ed elefanti....). In pratica, i leoni e gli elefanti di jersey hanno pagato la sopravvivenza dei colombi e dei falchi. Ricordando inoltre che uno dei più grossi problemi di certi zoo è proprio quello di non far procreare certi animali che sennò si riprodurrebbero fin troppo (felini in testa, ma anche canidi, ecc...), è giusto in questo caso lo sfruttamento di elefanti &Co nati in cattività e che non hanno mai visto la natura per salvaguardare colombi, falchi, lumache (sì, anche molte di loro rischiano l'estinzione,e a jersey provano a salvarle...) e altri piccoli animali in pericolo? Personalmente credo di sì. Molti credono poi che liberare gli animali degli zoo in natura sarebbe la cosa più giusta per loro.... e avrebbero ragione, se si trattasse di firmarne la condanna a morte. Molti animali degli zoo, nati in cattività da tante (troppe) generazioni senza che si sia preso in passato alcuna precauzione per conservare i loro istinti, hanno bisogno di un reinserimento guidato in natura per poter sopravvivere. Questo vale soprattutto per felini, elefanti, scimmie, con vita sociale complessa e abitudini peculiari. tale tipo di guida è spesso indispensabile, nojn sempre fortunato (il primo progetto di reinserimento dei licaoni in libertà fu un disastro: tutti gli esemplari morirono in capo ad un anno) e può durare anni: ad esempio, per gli oranghi orfani dura 2-3 anni. E una volta liberi dovrebbero fare i conti con gli esemplari selvatici, che passerebbero loro malattie, magari, per le quali non possiedono più anticorpi. O peggio, potrebbero portar loro malattie acquisite negli zoo ai selvatici.

Che il comportamento in cattività di certe specie sia falsato, è anche vero.... ma quando diventa impossibile per motivi economici studiarlo in natura, ci si deve accontentare, se lo scopo è lottare per la sopravvivenza della specie.

Che dire, ha espresso le mie medesime idee! Dalla prima all'ultima parola! :bigemo_harabe_net-122:

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vedi, questor...

questione gabbie...

Gli animali non finiscono nelle gabbie di porpria volontà. Ma a volte semplicemente non c'è per loro una soluzione diversa. ripropongo alla tua attenzione il caso degli ultimi 4 falchi delle Mauritius. Lasciarli in libertà significava vederli scomparire come i loro fratelli. sono stati invece catturati, riprodotti per generazioni e poi rilasciati in ambienti naturali riproistinati nel corso di lunghi e faticosi anni di lavoro. Se fossero stati lasciati in natura, si sarebbero estinti molti anni prima che il loro habitat potesse essere ripristinato a livelli accettabili. la scelta a volte può essere se allevare in gabbia un animale per 3, 4, 10 generazioni, con la speranza poi di reinserirlo in un ambiente naturale salvaguardato, oppure di vederlo scomparire nel giro di pochi anni dalla faccia del pianeta. frammenti dei 4 miliardi di anni di evoluzione della vita sulla terra cancellati per sempre. Per gli altri animali che si vedono negli zoo, come leoni, elefanti, canidi o felidi.... sono semplicemente con noi da troppo tempo per poter essere riportati in natura. non per questo però meritano di vivere senza dar loro uno spazio vitale e delle attenzioni necessarie per la loro salute.

sulla possibilità di scelta degli animali...

dove lavoro, nella portineria di una fondazione culturale di un'isola veneziana, c'è una gatta.

viene da noi, mangia qualcosa se glielo diamo, se è in vena di smancerie si struscia un pò, poi se ne va per conto suo e sparisce, a volte anche per giorni. Poi ritorna.

E' l'unico animale che io conosca che abbia DECISO senza costrizioni di avvicinarsi all'uomo. Chi va al canile, chi acquista un gatto, chi compra un criceto... IMPONE, pur con tutta la propria buona volonta e amore, una scelta ad un animale, animale che non necessariamente ci avrebbe scelto come compagni di branco in questa sua vita, se ne avesse avuto l'opportunità. Da un certo punto di vista, gli zoo (che si occupano di salvaguardia di specie in pericolo, non gli zoo lager!) sono simili.

discorso ricerca...

alcuni etologi (ad esempio quelli che lavorano sui primati, la compianta Fossey in primis) hanno studiato e studiano gli animali in natura. e ci riescono.

molti altri non lo fanno, e non perchè non sono disposti a mettersi in gioco, ma perchè non studiano animali così... semplici. un elefante, un gorilla, un leone, una iena.... hanno tutti in comune una caratteristica: sono facilmente seguibili, rintracciabili e visibili. Altri animali meno visibili sono comunque seguibili tramite altri mezzi (alcuni uccelli, anfibi, prooscimmie possono essere monitorati (anche se lacunosamente) tramite le loro emissioni sonore).

ma... gli altri?

ci sono animali che non si possono studiare in natura. non lasciandoli semplicemente lì e guardandoli. Il problema è che molti animali che andrebbero studiati non sono quelli a cui vanno i nostri pensieri quando si pensa a comportamento animale e ricerca. Ho notato, con molta amarezza, che ad esempio molte persone si pongano poco il problema di come studiare e proteggere animali che rientrino al di fuori di due categorie ben precise, mammiferi e uccelli.

Esempi di animali che sono impossibili da studiare in natura, nel modo con cui sono statui ad esempio studiati i gorilla di montagna della fossey, ce ne sono a bizzeffe. ad esempio, come studiare la biologia di un anfibio come il pelobate fosco, un rospetto che vive sottoterra per più di 300 giorni all'anno? o ancora di un tiflope, serpente cieco che vive nel sottosuolo nutrendosi di formiche? come studiare le stesse formiche, la loro struttura sociale, le loro interazioni con le proprie larve o le proprie regine.... quando tali interazioni avvengono sotto uno strato di mezzo metro di terra? come seguire nei suoi spostamenti un coleottero di 5 mm che vola come una saetta, o un geco che passa la sua vita sotto le cortecce degli alberi, senza andare a mettere a repentaglio la loro vita in natura? come studiare le migrazioni degli uccelli, quando prendono delle strade inconsuete che non sono rintracciabili coi mezzi standard? Come studiare il comportamento riproduttivo di un pesce come lo scazzone, che vive sotto i sassi nel letto dei torrenti e dei fiumi?

Di esempi come questi...ce ne sono MIGLIAIA.... tutti riferibili ad animali poco appariscenti, ma non meno degni di essere difesi o meglio di essere studiati per poter essere meglio studiati e meglio difesi...

sia chiaro, non sto dicendo che lo studio in natura sia inutile - e ci mancherebbe pure! E' fondamentale, ma di certo non ricopre, da solo, che una minima parte delle conoscenze indispensabili per poter comprendere appieno le interazioni tra animali, uomo e ambiente, e per la loro salvaguardia.

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Andrea poni delle riflessioni interessanti, ma credo, onestamente che abbiamo oggi un livello tecnologico e i mezzi per studiare qualunque specie. Certo dovremmo usare inventiva e soldi, investire cioè in questo tipo di ricerca, magari che in quella militare. Utopia? Certo, ma se puntiamo alle utopie a cosa puntiamo? Poi c'è la realtà giornaliera con cui scontrarsi ogni giorno e con cui venire a patti, ma ogni patto e ogni passo deve essere, secondo me, in direzione dell'utopia e, sempre secondo me, anche il più bello degli zoo è un compromesso, accettabile adesso, ma da eliminare in futuro, non credi?

Magari mi sbaglio eh...

Tra l'altro approfitto della discussione per lanciare una provocazione. Io sono laureato in filosofia, quindi i miei percorsi mentali sono di un certo tipo, portate pazienza.

Se la teoria della selezione naturale è corretta, se, in natura, ogni sistema tende a creare un suo equilibrio, perchè ci preoccupiamo di salvare specie in via di estinzione?

Premetto che per me è giustissimo salvarle per un motivo etico, ma dal punto di vista della selezione naturale non è sbagliato? Le specie che si estinguono non sono quelle specie che si rivelano inadatte ad abitare un mondo dove l'uomo domina? Decidere di salvarle non è andare contro la selezione naturale e ritenerla, quindi, errata? Non è l'uomo all'interno della natura? E come può la natura aver creato un qualcosa che mina il suo equilibrio? Un qualcosa che la natura stessa non può controllare? Oppure questa è la prova che l'uomo non proviene dalla natura?

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Se la teoria della selezione naturale è corretta, se, in natura, ogni sistema tende a creare un suo equilibrio, perchè ci preoccupiamo di salvare specie in via di estinzione?

Perchè il più delle volte l'estinzione è portata a causa di chi la vuole salvare...l'uomo...bisognerebbe pensarci prima...

In quanto agli zoo sono daccordo con te...

Da www.oltrelaspecie.org

ZOO - 10 MOTIVI PER DIRE NO!

BOICOTTALO!

1 È risaputo che gli zoo hanno fornito animali per la vivisezione.

2 È risaputo che gli zoo hanno fornito animali alle industrie che trattano carni esotiche.

3 In alcuni paesi gli zoo hanno fornito animali al circo.

4 Alcuni zoo hanno fornito animali ad altri zoo con standard al di sotto delle norme di legge.

5 Gli animali degli zoo possono morire prematuramente, e possono essere portatori di malattie.

6 Gli animali degli zoo in sovrannumero possono essere uccisi o venduti.

7 Lo zoo è il posto peggiore per imparare qualcosa sul comportamento animale, che non sarà di certo quello naturale.

8 Ancora oggi animali in libertà vengono catturati per essere rinchiusi negli zoo.

9 Gli animali che si riproducono in cattività sono portatori di un patrimonio genetico poco vario, e quindi maggiormente a rischio.

10 La maggior parte degli zoo ospitano grossi animali di richiamo (tipo elefanti, tigri, giraffe) per il proprio esclusivo tornaconto economico.

Si stima che circa 6.000 specie animali siano in pericolo di estinzione, eppure solo poche di esse sono incluse in programmi di riproduzione in cattività, e solo una ventina sono state reintrodotte in natura con successo.

Dei circa 10.000 zoo al mondo meno di 500 registrano i loro animali in database internazionali. Si stima che negli zoo solo il 5-10% dello spazio espositivo e delle risorse sia dedicato ad animali a rischio di estinzione.

Agli animali selvatici viene negata completamente la libertà, quando vengono imprigionati in zoo, parchi marini, acquari, zoo safari, circhi o collezioni private. Le scimmie, gli elefanti, gli orsi, i grandi felini, i delfini e le orche, catturano l'attenzione e l'immaginario delle folle di visitatori e rappresentano un facile strumento di guadagno, ottenuto trascurando totalmente la sofferenza inflitta alle creature selvatiche imprigionate.

Spesso si considera lo zoo come un'istituzione che svolge il compito di educare il pubblico alla conoscenza della fauna selvatica. Ma conoscere, rispettare ed apprezzare i comportamenti degli animali selvatici diventa impossibile se essi sono soggetti alla prigionia e all'umiliazione di essere considerati degli oggetti di divertimento. Un documentario sulla vita degli animali selvatici nel loro habitat naturale è molto più educativo e veritiero.

Per quanto concerne la pretesa degli zoo di preservare alcune specie di animali in via di estinzione facendoli riprodurre in cattività, i fatti dimostrano che gli animali, privati della selezione naturale, perdono la loro variabilità genetica con il conseguente indebolimento della specie. Inoltre, i programmi di reintroduzione degli animali selvatici nel loro ambiente nativo spesso falliscono perché gli animali tenuti in cattività non posseggono più la capacità di adattamento e sopravvivenza.

Gli animali vanno protetti nel loro ambiente naturale e non rinchiusi per sempre in un habitat artificiale.

Numerosi etologi hanno studiato il comportamento di molte specie rinchiuse negli zoo e documentato un'ampia varietà di anomalie comportamentali, quali il camminare in circolo, lo scuotimento ripetitivo della testa, l'ondeggiamento del corpo, il leccarsi in modo insistente alcune parti del corpo fino all'automutilazione. Tutti questi comportamenti, esprimono un profondo stato di malessere e frustrazione.

Cosa puoi fare tu

Non andare a visitare gli zoo, gli zoo safari, gli acquari, i delfinari ed i circhi con animali, ed invita tutti i tuoi conoscenti a fare altrettanto.

Ed io vi invito a fare altrettanto... *rreeaadd*

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cosa pensate degli zoo?

degli animali che ci sono, del modo in cui vivono...

siete favorevoli o no?

assolutamente contraria.

i miei genitori non mi hanno giustamente mai portata da bambina ne' allo zoo ne' al circo degli animali,e li ringrazio.

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Questor:

ma credo, onestamente che abbiamo oggi un livello tecnologico e i mezzi per studiare qualunque specie. Certo dovremmo usare inventiva e soldi, investire cioè in questo tipo di ricerca, magari che in quella militare

Temo di dover deludere le tue aspettative, Questor.... ma non siamo ancora così tecnologicamente avanzati. La realtà è ben differente - parlo per esperienza personale, come futuro biologo con un sacco di amici attualmente impegnati in ricerche di tipo etologico. Non si tratta di utopia pensare di poter studiare ogni animale sul campo senza prevedere studi in cattività - ALLO STATO ATTUALE DELLE COSE, si tratta semplicemente di esporre un desiderio senza conoscere realmente i mezzi a disposizione oggi di un etologo.

esempio. Puoi monitorare da lontano, spesso anche facilmente, un animale come il gorilla di montagna. lo puoi studiare con un binocolo, senza interagire direttamente con lui.

se il soggetto del tuo studio è invece la biologia di un insetto floricolo, devi inventarti qualcos'altro. innanzitutto, devi poter seguire l'animale costantemente. prova a seguire un qualunque sirfide o una comune cavolaia per un'ora... dopo 10 minuti probabilmente sarete separati da decine di metri e numerosi ostacoli visivi. potresti lavorare allora immaginando un segnalatore, che però dovrebbe essere abbastanza leggero e soprattutto facilmente riproducibile in decine, centinaia di copie, che non leda gli animali che si nutriranno di alcuni degli esemplari di insetto che stai studiando e soprattutto che non vada ad influire sulla qualità della vita dell'insetto in questione. mi spiego: un qualunque trasmettitore dovrebbe essere abbastanza leggero da non influire sulle prestazioni dell'insetto che lo porta. attualmente però risulta che l'aggiunta di un peso anche minimo ad un insetto volatore ne accorcia sensibilmente la vita. Questo andrebbe ad inficiare la validità degli studi in questione, e comunque sarebbe eticamente molto diverso dai presupposti di non interferenza con la vita degli animali di cui si parlava sopra.

oppure pensa al problema di studiare la selezione sessuale nella Poecilia reticulata, pesciolino di 5 cm che vive in natura nelle famose acque c.......a del sud america, che sono torrenti o fiumi in cui il contenuto di tannini dell'acqua è tanto variabile da far assumere all'acqua un colore che va dall'ambra alla c.......a, appunto... immagina di dover seguire un pesciolino che si accoppia qualche decina di volte al minuto, di seguire la scelta della femmina, i combattimenti dei maschi, la contemporanea ricerca del cibo, il tutto stando abbastanza lontano da non influenzarne il comportamento (cosa fondamentale per le premesse di cui sopra) muovendosi contemporaneamente all'interno di un fiume dal color cioccolata.

Premetto che per me è giustissimo salvarle per un motivo etico, ma dal punto di vista della selezione naturale non è sbagliato? Le specie che si estinguono non sono quelle specie che si rivelano inadatte ad abitare un mondo dove l'uomo domina? Decidere di salvarle non è andare contro la selezione naturale e ritenerla, quindi, errata? Non è l'uomo all'interno della natura? E come può la natura aver creato un qualcosa che mina il suo equilibrio? Un qualcosa che la natura stessa non può controllare? Oppure questa è la prova che l'uomo non proviene dalla natura?

Piano...stiamo mettendo nello stesso calderone cose che sono profondamente differenti.

a parte la ragione etica, pura e semplice, espressa anche da Booty, che vede nella semplice assunzione di responsabilità un ottimo motivo per agire....

Veniamo al punto. la selezione naturale si esprime in principal modo, ma non solo, nella lenta ma progressiva differenziazione tra gli individui, che sfocia nella speciazione. Ora, la parola chiave è, nella maggior parte dei casi, LENTA. Gli animali e le piante (non dimentichiamoci che gli ambienti si evolvono in un insieme armonioso! l'evoluzione di piante e animali non può essere disgiunta) si evolvono costantemente formando associazioni sempre nuove. L'uomo non fa eccezione, da questo punto di vista è assolutamente naturale. però l'uomo, al contrario di tutti gli altri animali, subisce anche una evoluzione culturale molto più rapida di quella fisica, che incide direttamente sulla sua vita e su quella che lo circonda. Se vuoi, puoi vedere l'uomo come il prodotto più pericolosamente riuscito dell'evoluzione. pericolosamente proprio perchè egli dipende in ogni momento tanto da ciò che lo circonda quanto da se stesso. è all'interno del sistema generale, e allo stesso tempo è l'unico meccanismo col potere di esserne fuori.

Gli animali possono essere estinti dall'uomo in molti modi. direttamente (caccia), indirettamente (deforestazione pro agricoltura, inquinamento), e con molte altre alternative. ad esempio, una estremamente pericolosa è la mancanza di biodiversità. gli ambienti naturali si evolvono nel corso di centinaia di migliaia di anni. Questo lasso di tempo, fittamente ricamato di equilibri perfetti, viene spazzato via in poche decadi quando l'uomo distrugge quest'equilibrio introducendovi variabili nuove e pericolose. Ad esempio, in molte isole l'uomo ha introdotto capre, ratti e conigli, cosa che ha comportato un'assoluta devastazione di ogni forma di vita autoctona. E ogni specie perduta è un prezioso tassello di biodiversità che scompare, biodiversità che risulta essere la chiave migliore per salvaguardare la salute del pianeta stesso.

Per Booty:

per proteggere gli animali occorrono, secondo me, due cose molto importanti: AMORE e CONOSCENZA.

Senza amore, mancherà sempre un forte impegno. Senza conoscenza, mancheranno i mezzi più adeguati.

Le parole prese dal sito che hai indicato mostrano senza dubbio un enorme amore per gli animali… ma permettimi di dirti che sono alquanto carenti nella conoscenza di alcuni basilari concetti di etologia, ecologia e soprattutto conservazione.

Gli zoo danno animali ai vivisettori, al mercato delle carni, ai circhi, ecc…

…TUTTI GLI ZOO??

Non mi risulta. Mi risulta invece che ci siano fondamentalmente due tipi di zoo: i lager e quelli che si pongono come centri di salvaguardia ambientale. Nei primi può realmente accedere di tutto, nei secondi… decisamente no. A questo proposito, userò nel resto della mia risposta i termini lager e zoo per evidenziare queste due realtà opposte per concezione e realizzazione.

Gli animali possono morire prematuramente e portare malattie?

Certo. Nei lager, sì. Ma non ignoriamo che negli zoo e nelle strutture che curano bene i propri animali (leggi: cercano di venire incontro alle loro esigenze biologiche ed etologiche) gli animali vivono in media più che in natura, dove gli animali sono invece TUTTI soggetti indiscriminatamente a parassitosi e malattie e dove è raro per un animale morire di vecchiaia.

Gli zoo non sono in genere i posti più adatti per studiare gli animali. Ciononostante molti studi interessanti sono stati effettuati su colonie di animali mantenute in cattività negli zoo, e di certe specie è possibile studiare aspetti specifici del loro comportamento solo in cattività.

La variabilità genetica degli animali negli zoo viene garantita attraverso scambi di animali tra strutture diverse per poter avere partner non consaguinei per i propri esemplari. Allo stesso modo, molti zoo si limitano semplicemente a esercitare il controllo delle nascite per evitare di avere animali in sovrannumero. Al contrario nei lager vengono spesso fatti riprodurre animali consanguinei per più generazioni, con danni evidenti per la salute degli animali.

Tornaconto economico: non ho visto molti zoo (e nemmeno molti lager (cosa che mi farebbe piacere se non significasse sofferenza per gli animali ivi contenuti) nuotare nell’oro. Anzi. Devono di norma sostenere le proprie iniziative con fondi inadeguati. Questo significa che si reggono per buona parte sulla vendita dei biglietti. E purtroppo per molte delle strutture che si occupano di specie in via d’estinzione il problema è che quest’ultime non richiamano minimamente la gente (E’ un problema applicabile pure alla TV. Parlando con un produttore televisivo che si occupa di programmi di documentari naturalistici, ho scoperto che la notevole monotonia dei documentari che passano per le nostre reti ammiraglie (Serengeti. Leoni. Giraffe. Elefanti. Leopardi. Gorilla. Tigri. Aquila. Balena. Squalo. Delfino. Si ricomincia) non è dovuta alla mancanza di valide alternative, ma quasi unicamente alla monotona richiesta del pubblico che snobba qualunque altra cosa). Quante persone pagherebbero il biglietto per osservare ad esempio un passeriforme marrone lungo 10 cm seminascosto in una voliera di svariati metri quadri?

A questo problema si associa il seguente: molti degli animali di grande richiamo presenti negli zoo sono nati e cresciuti in cattività da decine di generazioni. Non animali strappati al proprio ambiente, ma animali che non hanno mai conosciuto altro ambiente. Questi animali, quasi impossibili da reinserire in natura, spesso permettono agli zoo di andare avanti. Non credo esista un solo zoo che acquisti un leone selvatico, quando ce ne sono tonnellate di riprodotti in cattività, più accessibili e a prezzi molto inferiori.

Solo poche specie sono incluse in programmi di protezione e riproduzione in cattività. Vero. E forse solo poche centinaia di zoo al mondo sono attrezzati per ricoprire un ruolo nella loro protezione. Ma la soluzione non è il boicottaggio sistematico di tutti gli zoo: è il premiare (con il biglietto d’ingresso) quelle strutture che promettono di gestire bene e amorevolmente i prori animali e che fanno salvaguardia ambientale. In questo modo, gli altri lager avranno solo due possibilità: morire di fame (cosa che stanno già facendo molti) o evolversi e dedicarsi anch’essi al mantenimento accurato dei propri animali in cattività e alla salvaguardia ambientale.

I vecchi programmi di reintroduzioni spesso fallivano perché si liberano gli animali senza prima riadattarli al loro ambiente, è vero. Clamoroso un caso in africa, con un gruppo di Licaoni, su cui venne fatto addirittura un documentario. Ma da qui a dire che TUTTE le reintroduzioni sono destinate o quasi al fallimento.....ce ne passa!!! Proprio perché ora si è molto più attenti alla riabilitazione degli animali prima del loro inserimento in natura, i programmi di reintroduzione durano anni, durante i quali di detti programmi si parla molto poco…

Una frase su tutte però, secondo me, mostra tutti i limiti del ragionamento fatto:

Gli animali vanno protetti nel loro ambiente naturale e non rinchiusi per sempre in un habitat artificiale.

Nessuna frase sarebbe più bella, e più vera di questa. Rappresenta la situazione ideale, quella che dovremmo sempre e comunque auspicarci di vedere attorno a noi.

Ma una simile affermazione mostra nel contempo una totale mancanza di conoscenza di quelle che sono le REALI situazioni di molte specie e del lavoro degli zoo, che da anni coordinano in loco la salvaguardia degli habitat per poter effettuare successive reintroduzioni.

Un problema fondamentale è la mancanza di tempo. Se da un lato è auspicabile la salvaguardia di buona parte degli habitat rimasti, dall’altro per molte specie animali questa salvaguardia da sola non basta. Alcune specie sono già ridotte a numeri talmente bassi che negli anni necessari per la protezione o il ripristino dei loro habitat scompariranno inesorabilmente. E il problema maggiore è che non si tiene spesso conto che nella salvaguardia degli habitat bisogna a volte scontrarsi con le popolazioni umane locali, spesso ridotte alla fame, che ad esempio vedono in un’agricoltura di sussistenza distruttiva la loro unica speranza di sopravvivenza. Non dimentichiamoci che nel momento presente ambientalismo e animalismo sono un lusso per occidentali dallo stomaco pieno. Salvaguardare un habitat deve significare prima di tutto poter garantire alle popolazioni umane che vi abitano attorno fonti alternative di guadagno e/o cibo, significa educarle nel far comprendere loro come un ambiente intatto possa significare ricchezza e benessere anche per loro e le generazioni a venire. Ma nel tempo impiegato per questi processi gli animali potrebbero scomparire, se non allevati in cattività. Il falco delle Mauritius sarebbe estinto da decenni, se si fosse solo tentato di proteggere il suo habitat. Ad Antananarivo, in Madagascar, si svolgerà quest’anno l’ACSAM (A Conservation Strategy for the Conservation of the Amphibians from Madagascar), un workshop, cui perverranno scienziati, zoologi, ecologi e biologi di fama internazionale, che si occuperà della protezione degli anfibi malgasci. I temi saranno diversi, dalle ricerche faunistiche, alla protezione ambientale, alla biologia molecolare, all'allevamento in cattività, e ognuno di questi sarà indispensabile, un tassello senza il quale il puzzle della difesa di questi animali crollerebbe miseramente. E se vuoi un esempio italianissimo…

Io sono un appassionato di insetti. Mi occupo anche di divulgazione e a volte di allevamento e reintroduzione in natura di specie appartenenti alla piccola fauna. Mi colpisce moltola storia di un particolare coleottero che vive in un habitat particolare: gli alberi cavi pieni di detrito vegetale. Una quercia impiega in media 50 anni prima di poter offrire un habitat idoneo a questa specie. E un salice o un pioppo da capitozza, circa 40 anni. E’ una specie che si sta estinguendo, visto che questo suo peculiare habitat scompare sempre più spesso con l’abbattimento dei vecchi alberi. Nella mia zona l’insetto utilizza i vecchi salici capitozzati per vivere, piante cioè che esistevano in funzione della vita contadina, e ora che l’agricoltura ha cambiato volto sta scomparendo assieme ai filari di salici che non servono più. Proteggere questa specie non siginifica solo proteggere gli ultimi salici – essi infatti sono presenti in proprietà private e soggetti a declino – ma anche offrire nuovi habitat di insediamento. Questo significa piantare alberi che solo tra 25 - 40 anni, con cure assidue, saranno pronti per ospitare questa specie. In questo lasso di tempo molti dei vecchi alberi moriranno e saranno scomparsi da tempo, assieme agli animali che li abitavano. Se non si procederà verso un’allevamento in cattività di questi animali per alcune generazioni (con un ciclo vitale di 3 anni, speranzosamente ne basteranno 8-10) molte popolazioni locali si estingueranno prima che i nuovi habitat siano pronti per loro.

Insomma, evitando di vedere solo bianco e nero, rendiamoci conto che il lavoro di molte di queste strutture è indispensabile quale complemento alla salvaguardia ambientale e degli animali. La soluzione non sta nel boicottare tutti i giardini zoologici, ma nel sostenere quelli che si propongono come ponte tra gli animali e un ambiente naturale da proteggere e da ricostruire.

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Piano...stiamo mettendo nello stesso calderone cose che sono profondamente differenti.

a parte la ragione etica, pura e semplice, espressa anche da Booty, che vede nella semplice assunzione di responsabilità un ottimo motivo per agire....

Veniamo al punto. la selezione naturale si esprime in principal modo, ma non solo, nella lenta ma progressiva differenziazione tra gli individui, che sfocia nella speciazione. Ora, la parola chiave è, nella maggior parte dei casi, LENTA. Gli animali e le piante (non dimentichiamoci che gli ambienti si evolvono in un insieme armonioso! l'evoluzione di piante e animali non può essere disgiunta) si evolvono costantemente formando associazioni sempre nuove. L'uomo non fa eccezione, da questo punto di vista è assolutamente naturale. però l'uomo, al contrario di tutti gli altri animali, subisce anche una evoluzione culturale molto più rapida di quella fisica, che incide direttamente sulla sua vita e su quella che lo circonda. Se vuoi, puoi vedere l'uomo come il prodotto più pericolosamente riuscito dell'evoluzione. pericolosamente proprio perchè egli dipende in ogni momento tanto da ciò che lo circonda quanto da se stesso. è all'interno del sistema generale, e allo stesso tempo è l'unico meccanismo col potere di esserne fuori.

Gli animali possono essere estinti dall'uomo in molti modi. direttamente (caccia), indirettamente (deforestazione pro agricoltura, inquinamento), e con molte altre alternative. ad esempio, una estremamente pericolosa è la mancanza di biodiversità. gli ambienti naturali si evolvono nel corso di centinaia di migliaia di anni. Questo lasso di tempo, fittamente ricamato di equilibri perfetti, viene spazzato via in poche decadi quando l'uomo distrugge quest'equilibrio introducendovi variabili nuove e pericolose. Ad esempio, in molte isole l'uomo ha introdotto capre, ratti e conigli, cosa che ha comportato un'assoluta devastazione di ogni forma di vita autoctona. E ogni specie perduta è un prezioso tassello di biodiversità che scompare, biodiversità che risulta essere la chiave migliore per salvaguardare la salute del pianeta stesso.

Quello che dici Andrea è vero solo da un punto di vista pratico. La natura tende a un equilibrio con lentezza, nel tempo, l'uomo è molto più veloce (detto in soldoni). Io su questo sono d'accordo, il punto è che comunque, secondo me, qualunque comportamento dell'uomo è naturale se l'uomo è un prodotto semplicemente della natura. Quindi anche la sua velocità di evoluzione culturale è qualcosa che rientra nella natura oppure dobbbiamo pensare che non lo sia e allora da dove arriva? Oppure la natura ha creato un sistema che non tende all'equilibrio? Cosa mai successa prima e che va al di là di ogni cosa attualmente conosciuta?

Io penso che se tu lasci un sistema naturale ad evolvere da solo esso tenderà sempre e comunque sul lungo periodo all'equilibrio è la variabile uomo ad essere fuori dal sistema ed è questa la stranezza. Il fatto che l'uomo distrugga varie specie coi mezzi più disparati è una sua scelta legata a fattori che di naturale non hanno nulla perchè se non fosse così dovrebbero tendere all'equilibrio. Allo stesso modo il fatto che si decida di salvare, preservare, studiare specie che altrimenti non avrebbero possibilità è una scelta che di naturale non ha nulla, naturale sarebbe lasciarli alla loro incapacità di adeguarsi all'uomo in quanto prodotto della natura e se non ce la fanno perchè troppo lenti culturalmente allora la natura dovrebbe muoversi a farli velocizzare :)

Ok forse sono stato poco scientifico, ma spero di essere stato chiaro, l'argomento mi interessa molto e mi piace parlarne con gente preparata anche se il mio punto di partenza è sempre filosofico :)

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Se la teoria della selezione naturale è corretta, se, in natura, ogni sistema tende a creare un suo equilibrio, perchè ci preoccupiamo di salvare specie in via di estinzione?

Perchè il più delle volte l'estinzione è portata a causa di chi la vuole salvare...l'uomo...bisognerebbe pensarci prima...

Ma il punto è semplice: o l'uomo fa parte della natura e allora le sue azioni dovrebbero rientrare nell'ordine naturale delle cose (al di là del fatto che ci piacciano o meno, non è un giudizio di merito che mi interessa) o l'uomo non fa parte della natura e allora il modo di valutare le sue azioni deve essere diverso.

Personalmente propendo per la seconda ipotesi, ma è solo un'ipotesi, solo che la prima non mi convince...

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Il problema è che l'uomo è sulla terra al pari di tutto ciò che lo circonda...ma la frenetica ed ormai placida vita di tutti i giorni, non fa pensare gli umani riguardo questo...l'evoluzione che ha portato intelligenza non dovrebbe però dare il libero arbitrio su tutto e tutti...uccide, distrugge, crea, decide per la vita di animali ed umani...etc...l'uomo non è Dio...è arrogante comportarsi come tale...

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Il problema è che l'uomo è sulla terra al pari di tutto ciò che lo circonda...ma la frenetica ed ormai placida vita di tutti i giorni, non fa pensare gli umani riguardo questo...l'evoluzione che ha portato intelligenza non dovrebbe però dare il libero arbitrio su tutto e tutti...uccide, distrugge, crea, decide per la vita di animali ed umani...etc...l'uomo non è Dio...è arrogante comportarsi come tale...

uhm uhm uhm il libero arbitrio è giusto che ci sia su tutto e su tutti altrimenti che libero arbitrio è?

Tipo sai puoi fare questo e questo, ma questo no... che ci si ponga dei limiti, imposti o da una legge nel caso della società o da un sentimento morale nel caso dell'individuo è qualcosa di diverso che rafforza il libero arbitrio (proprio perchè sono libero scelgo di non farlo, altrimenti che razza di scelta è?)

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