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Etienne Navarre

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Tutti i contenuti di Etienne Navarre

  1. monta a una mano o monta a due mani? l'eterno dilemma... tutto parte da una visione completamente diversa della doma... una smazzettata (una mano) e l'altra di contatto (due mani) le due monte nascono con scopi opposti. la monta a una mano o smazzettata è la monta da lavoro per eccellenza, ovvero la monta che ci permette di avere una mano libera (tendenzialmente la destra) per lavorare e compiere gesti (nel lavoro del mandriano o del buttero eventuali bastoni, armi o corde devono essere maneggiate) inoltre la smazzettatura è anche studiata per chi sta molte ore in sella (ricordiamoci come le nostre mani pulsano dopo un'ora, un'ora e mezza di lavoro in piano ben fatto... figuriamoci stare in sella sei otto ore... la monta a due mani nasce con la necessità di guidare il cavallo con il contatto in bocca e con particolare eleganza della monta classica, mantenendo il contatto infatti si possono dare al cavallo comandi diversi come piccoli colpetti, appoggio diverso e forza e sollevamento, se poi aggiungiamo che abbiamo la possibilità di montare con 4 redini... le combinazioni sono infinite... per quanto riguarda la precisione basta notare come sono nette le curve di un cavallo montato all'inglese che fa dressage oppure quanto sono precisi e millimetrici i cavalli che fanno pole bending o barrel.. ma siamo sicuri che ciò dipenda dalle redini? L'errore che il novanta per cento delle persone fa a cavallo è pretendere di comandare il cavallo con le redini... dimenticando che ciò che fa tutto sono le gambe, sono loro che ci impostano la curva, danno la curvatura del cavallo e la flessione... tutto dipende da loro...
  2. ricordiamoci comunque che la sudorazione del cavallo va tenuta sotto controllo... se notiamo che il nostro cavallo suda rapidamente e senza un lavoro che possa esserne la causa potrebbe essere sia un fatto mentale oltre che fisico come la carenza di sali minerali o di microlementi che sono necessari per l'equilibrio psicofisico del nostro cavallo. io comunque uso una coperta in spugna traspirante...
  3. Il mio cavallo è uno stallone di nove anni che vive la sua vita di monte regolarmente... tuttavia come ha detto prima lady devo dire che per via del suo addestramento di cui vado oltremodo orgoglioso non mi da problemi (non l'ho domato io)... ora come ora rifiuta il recinto poichè non si diverte e pretende di uscire sempre in passeggiata... quando è in recinto si impunta e sta fermo... auguro a tutti di poter scoprire la bellezza della passeggiata e delle piccole difficoltà che trasformano una giornata comune in un evento da ricordare... una rosa a tutte le belle principesse del forum...
  4. Etienne Navarre

    Dressage

    Il trotto allungato è molto diverso da quello che intendiamo regolarmente in maneggio ( un trotto più spedito). Per dire la verità il cavallo dovrebbe allungare gli arti oltre la propria velocità naturale raggiungendo la massima estensione degli arti mantenendo regolare la velocità di falcata o accelerandola in maniera quasi impercettibile... è un esercizio che a dispetto di quanto sembra è molto complicato e richiede un ottimo sesto senso da parte del cavaliere, una correttezza degli aiuti (impulso, equilibrio, mano...) rasente la perfezione... Insegnare il trotto allungato al proprio cavallo non è una cosa semplice, bisogna avere un ottimo feeling e una conoscenza buonissima dei propri limiti e di quelli del proprio cavallo... i metodi per insegnarglieli sono molti, ma teoricamente se il cavallo lo sa fare, dobbiamo mantenere un impulso costante con le gambe nella parte posteriore del tronco del cavallo (leggermente spostate dietro alle cinghie del sottopancia, dove il cavallo riceve il massimo impulso) e insieme a tutto ciò dobbiamo dosare la mano in modo da alleggerire gli anteriori del cavallo (aumentando la pressione delle redini) ma allo stesso tempo non bloccandolo e lasciandolo correre... se ci aggiungete che da li a partire al galoppo lo scarto è minimo potete capire la difficoltà... tempo fa ho visto come hanno addestrato un cavallo al trotto allungato... ottenendo un buon impegno come vi ho descritto prima, lavorando appunto in allunghi (riunendo il cavallo al massimo nel lato corto e aumentando l'impulso in quello lungo) e allo stesso tempo una volta che il cavallo ha imparato un po è stato aiutato ponendogli delle barriere a terra leggermente più distanti del normali per invogliarlo ad allungare la falcata... aumentando l'ampiezza delle barriere otteniamo piano piano i movimenti di cui abbiamo parlato sopra, ma la cosa, ripeto, non è così semplice come sembra e quindi, tolta la curiosità è meglio che se ne occupi un esperto...
  5. visto e pianto anche io... ehehehehe
  6. In diverse occasioni ho notato come le teorie di doma dolce si basino su elementi in comune (come la mentalità del branco) e su elementi di diversità (come l'affrontare la paura)... la maggior parte delle persone non nota tali diversità perchè, nel momento in cui vengono a contatto con le maggiori scuole di pensiero (Parelli, Roberts ecc...) vengono catturate dal mondo magico e mistico che le circonda... PREMETTO CHE QUESTO NON E' UN TOPIC POLEMICO sulle maggiori scuole di addestramento del cavallo in modo non violento, ma solo un topic di confronto, dove prego tutti di scrivere le proprie esperienze, i propri contrasti con una paura del cavallo ed il modo in cui si sono rapportati ad essa, paure e difficoltà, una sorta di diario comune... allo stesso modo prego tutti gli utenti di stare ben lontani dalla polemica e, nel caso si vogliano sfogare (in bene e in male con esaltazioni mirabolanti) di usare un altro topic... Io stesso mi sono ritrovato a seguire dimostrazioni di parelliani e di robertsiani, in più occasioni, allo stesso modo mi sono ritrovato a seguire dimostrazioni di "vecchi esperti" di cavalli alle prese con puledri, allevatori ecc... che ne dite di confrontare le nostre idee in modo di avere un diario basato sull'esperienza di gente comune e prove dirette? grazie in anticipo della collaborazione, io come al solito sono di corsa ma prometto di scrivere alcune delle mie esperienze nei prossimi giorni... grazie ancora
  7. Penso che bisogni vedere il carattere di ogni singolo cavallo... La cultura contadina, dei vecchi, di coloro che con i cavalli ci lavoravano ogni giorno tramanda uno strano modo di dire, una sorta di percentuale... su dieci maschi ne trovi nove buoni e uno balordo, su dieci femmine nove balorde e una buona, ma di quell'una puoi star sicuro che non ti tradirà mai... Per quanto riguarda la mia personale esperienza mi trovo meglio con i maschi, soprattutto se stalloni... Vero che sono più difficili da gestire, se non altro inizialmente, ma niente di impossibile, con il vantaggio che il loro carattere è stabile nel tempo, poco mutevole... ovvero siamo sempre sicuri di montare lo stesso cavallo... Le femmine, secondo la mia piccola, e sottolineo piccola, esperienza le ho trovate molto lunatiche, a seconda della giornata, del loro ciclo biologico, delle simpatie e delle antipatie... Una carta che non si è mai mossa da li per dieci anni, e che loro per dieci anni hanno visto, può spaventarle l'undicesimo e senza un perchè... Per quanti riguarda i castroni li trovo un'ottima cavalcatura, ma allo stesso tempo non li trovo meno difficili degli stalloni, in quanto non avendo un loro carattere non sono da "convincere" a lavorare, ma tuttavia li trovo da spingere maggiormente per quanto riguarda impulso e gambe... Il tutto sta a vedere ciò che uno vuole, ciò che uno chiede
  8. esaminando nel corso degli anni i libri che ho comprato con grande passione mentre mi avvicinavo al mondo dei cavalli, ho notato una serie enorme di incongruenze su tecnica metodo e informazioni... Dovete capire che il libro che compriamo in libreria che si chiama "il cavallo e il cavaliere" "il cavallo questo sconosciuto" "il cavallo in camera da letto per te che non hai la stalla" "il cavallo, come funziona" "il cavallo per tutti quelli che..." ecc ecc sono scritti da persone che non hanno molte volte esperienza diretta, ma che si sono vagamente documentati su quello che potrebbe essere il cavallo in un misto di spettacolo e di esperienza... prendiamo il capitolo delle andature ed esaminiamo il trotto si parla di trotto sollevato o di trotto seduto, pregi e difetti, del battere la sella... ok ma si dice come deve essere un trotto corretto? l'incollatura del cavallo? le gambe indietro e ben salde? vedi... allo stesso modo è quando leggendo un libro di razze scopri che scrivono CAVALLO DI RAZZA FRISONA... che dovrebbe essere un cavallo scuro proveniente dalla val d'aosta con le corna e che da il latte... perchè la razza frisona è delle mucche, mentre quella del cavallo è frisone... o quando dicono che un cavallo per appartenere agli standard di razza deve essere alto tot... o il carattere... insomma, sono notizie da prendere con le molle... Per quando riguarda gli albini, devi sapere che il cavallo da principe azzurro ha sempre fatto molto colpo su tutti e che quindi diciamo che penso sia da interpretare come "UNA LICENZA POETICA" Come un poeta storpia una parola per fare la rima così un cavallo di razza "albina" sta bene in un libro che andranno sotto degli occhi avidi di sapere e affamati di passione per i nostri grandi amici a quattro zampe...
  9. eh non lo so... ora che ci penso non ti ho mai visto... ma va che io sono proprio imbattibile!
  10. addirittura spavento? e che nessuno mi ha mai visto quanto sono brutto!
  11. ho avuto occasione di vedere numerosi maremmani all'opera e di conoscerli da abbastanza vicino... Il cavallo maremmano ha subito nell'arco degli ultimi anni un processo mooolto ampio di miglioramento. Il maremmano originale, cavallo un po pigrotto e testone non esiste quasi più e ora come ora quello che gli si avvicina meglio è il "tolfetano" ovvero cavallo autoctono della maremma laziale. Come molte delle razze italiane (murgese, sanfratellano) il maremmano vive i primi anni in libertà e allo stato brado, ciò fa di lui una roccia in ogni condizione secondo quella che è una sorta di selezione naturale... questa vita dura e particolare comporta in lui anche una sorta di rafforzamento del carattere... il maremmano infatti non è un cavallo facile, per chi non lo sa prendere.... me se lo tratteremo con cura e con rispetto e anche facendoci rispettare al momento giusto lui si trasformerà da quel testardo che si può trovare nella macchinetta che i butteri guidano meglio di una bicicletta dandoci il suo cuore su un piatto d'argento... ora, questa caratteristica del cavallo, presente anche nei murgesi, nei norici, nei tpr per esempio, ha fatto si che un mucchio di "garisti" o anche solo di "esperti" avessero delle difficoltà a montare perchè abituati con cavalli come hannover e olandesi ecc ecc che invece nascono già a contatto con l'uomo e che quindi hanno il carattere piegato al volere dell'uomo. Montando un cavallo diciamo che ha provato la libertà completa e si è forgiato un carattere si ha una battaglia di cervelli sin dai primi momenti e il cavallo anche abituato avrà bisogno di essere motivato nella maniera giusta e ogni volta che gli faremo fare qualcosa dovremmo sempre prepararci una risposta soddisfacente al suo eterno "perchè devo farlo???"... ma.... si c'è un ma.... Nel momento conquisteremo il cuore di questo cavallo lo guideremo anche in mezzo alle fiamme che lui non si chiederà perchè autorispondendosi "perchè lo vuole il mio amico che porto in sella lo faccio!" tali difficoltà per un pubblico snob che è sempre più presente nel mondo dell'equitazione hanno reso nomea a questo genere di cavalli come cavalli stronzi, ma come sinonimo di testoni... di cavalli difficili... purtroppo al contempo tutta questa gente non si è mai chiesta perchè... e non sanno cosa si perdono...
  12. infatti... i manuali canonici e le regole di teoria narrano che il barbozzale deve entrare in tiro quando la leva del morso viene in trazione (si inclina tirata dalle redini) di 45 gradi ovvero deve essere lungo circa il 150 % del cannone del morso, della larghezza del morso, tuttavia è una regolazione che rimane in teoria perchè il barbozzale deve, e sottolino deve, essere regolato sempre in base al cavallo che si monta e alla mano di chi lo conduce... ammorbidendone o accentuandone l'effetto a seconda delle occasioni... esistono anche vari tipi di barbozzale, dai più morbidi in cuoio a i iù severi di catene non troppo spesse... Il barbozzale attuale è un'evoluzione dei morsi tardo medievali che avevano oltre una parte interna alla bocca anche una sorta di anello che funzionava contemporaneamente da nasera e barbozzale e circondava l'intero muso del cavallo.
  13. ...e si finisce per terra... hehehehehhee Rilassarsi va bene, ma ricordiamoci sempre i rischi e le attenzioni di quando siamo a cavallo...
  14. mi interessava sapere che se possibile i costi alcuni recapiti leggi in materia... insomma tutto il possibile, ma siete già stati grandi così.... grazie mille a tutti!
  15. Etienne Navarre

    Falco

    Salve a tutti, mi sono trovato in più occasioni ad innamorarmi dei falchi e del loro modo di muoversi di agire... mi interessa molto la falconeria facendo io parte anche di un gruppo storico medievale... volevo informazioni, qualcuno può aiutarmi?
  16. Io ho fatto vita da maneggio per molti anni... vedevo, da perfetto allievo solo la strada che portava dalla scuderia al recinto e viceversa... tranne d'estate, quando con il lavoro e il sudore, l'istruttore ci faceva fare a fine ora un giro ntorno al maneggio nella tenuta per fare asciugare i cavalli... Ora quando devo muovere Impeto non faccio altro che uscire in passeggiata, anche se quasi mai sto su strade... cerco sempre passaggini più complicati dove mettere alla prova il feeling e rafforzarlo con il mio amico quadrupede... salite, discese ripide in mezzo agli alberi, sentierini tutte curve sterrati dove il galoppino è il paradiso per ogni cavaliere, guadi nei fiumi fino a sentire l'acqua a lambire le cosce di te che in sella ti senti in pace con il mondo... questa è la passeggiata Alcuni dei più grandi ostacolisto del passato e del presente hanno più volte detto l'importanza della passeggiata come tecnica di rilassamento e di feeling tra cavallo e cavaliere... come una sorta di prova che ci insegna a gestire il cavallo in ogni situazione... è vero... Passeggiare sapendo che non cìè un recinto a contenerci, magari non sapendo nemmeno la strada ma provando e ritentando i vari "sentierini", dona al cavallo una rapida uscita dal mondo della routine e delle abitudini e vizi a cui è abituato... (chi di noi non ha il cavallo che passando davanti al cancello del recinto prova anche solo una volta a impuntarsi e a voler uscire... ) Io faccio da circa 4 anni passeggiate in aperta campagna e ho notato che come si dice... la necessità aguzza l'ingegno... impari piano piano a gestire il cavallo e a muoverti su ogni terreno e in qualsiasi altra situazione... insomma impari a fare tutto quello che vuoi tu con il cavallo... impari ad avere sempre la testa sulle spalle e a rilassarti in contemporanea e insieme al tuo cavallo... questa è la passeggiata
  17. la monta alla buttero è completamente simile e totalmente diversa da quella western o all'americana... è una monta da lavoro e come tale deve permettere alla persona di rimanere in sella per più tempo possibile con la minore fatica possibile... c'è chi sostiene che sia comoda. chi il contrario... so di per certo e per esperienza personale che è spettacolare veere montare i butteri, guidano i cavalli come biciclette... per questo come doma e monta è accompagnata da speroni e leve lunghe al morso... non devo appendermi per faticare ma appena sfiorro con incredibile sensibilità della mano il cavallo deve essere reattivo e pronto... in poche parole fatico di meno... con dei mezzi in più... ciò che concerne la guida del cavallo e la sella è molto semplice... il cavallo viene guidato smazzettato e si comanda sia con redini che con gambe... la sella è una ciambella dove il cavaliere rimane incastrato comodissimo... ricordiamoci che in passato il grande buffalo bill con il suo circo fece tappa in Italia e si scontrò con i butteri della maremma... i quali vinsero la sfida di bravura e abilità lanciata dall'americano...
  18. Etienne Navarre

    La Passeggiata

    Inserisco questa discussione sulla passeggiata, una delle discipline più difficili che conosca, anche se non riconosciuta dai più... sia cavallo che uomo non hanno più un recinto e si trovano a contrastarsi con i più simpatici e difficili passaggi che si possano trovare in campo libero... rami, sentieri malandati, rovi, casini vari... oggi non posso dilungarmi oltre ma vi prego di scrivere le vostre opinioni... gestire il cavallo all'aperto e in mezzo ad altri che non conosce come in un trekking sappiamo bene che non è la stessa cosa che gestirlo al chiuso di un recinto, cosa difficile già di per se... diciamo che le cose si compensano... allora passeggiamo?
  19. ti do assolutamente ragione, lipizza è la patria dei lipizzani e allo stesso tempo sono i cavalli dell'impero austoungarico... tuttavia ora sono italiani e l'italia non si lascia strappare di mano dagli ex proprietari pentiti il libro genealogico e il registro anagrafico... hehehehehe mica scemi!!! Prova di tutto ciò è che per vedere il lipizzano a verona dobbiamo andare nel padiglione di Italialleva... quest'anno ne avevo sei davanti alla fila di box di impeto... uno simpaticissimo tirava il secchiello fuori dal box prendendolo con la bocca
  20. e qui scatta la polemica internazionale... IL LIPIZZANO... A parte che uno degli stalloni capostipiti della razza lipizzana... CONVERSANO... è un murgese dobbiamo dire che il lipizzano è oggi a tutta correttezza una razza italiana... Alla fine della guerra il generale button ebbe l'ordine di demolire ogni forma di ricordo dell'aristocrazia e dell'ordine e di disperdere ogni ricchezza... mentre le belle arti, chiamiamole così, fecero risparmiare palazzi e tesori artistici, il maggiore allevatore per conto della corona di cavalli lipizzani chiese a button di visionare la razza prima di deciderne lo sterminio... commosso da quei bellissimi cavalli bianchi il buon button fece quella che è la più grande transumanza equina della storia, con mezzi blindati e cingolati spostò i cavalli fino al paese che ne avrebbe accettato di ospitarli... l'italia quel paese... ora il registro anagrafico del cavallo lipizzano è sotto l'aia, associazione italiana allevatori, e ironia della sorte a differenza di chi l'ha abbandonato,se lo tiene stretto stretto... Nelle razze manca ancora il noriker o norico... cavallo dell'alto est italia...
  21. la razza più alta è lo shires che raggiunge come ridere i 190 cm... l'esemplare di equino più grande in assoluto è uno shires nero balzano da 4 sfacciato in fronte... King, così si chiama il gigante buono, era il guiness dei primati di un paio di anni fa con i suoi 2.20 mt al garrese e 2.73 alle orecchie in posizione di riposo... ah pesava 1500 kg
  22. E abbastanza singolare ciò che avviene tra me e il mio cavallo... nel momento in cui monto con speroni e frustino non ho mai bisogno di utilizzarli se non rarissime volte, mentre quando mi ritrovo senza sembra che lo sappia e che tenda a prendermi in giro... comunque concordo con quanto detto prima, si possono usare, ma non se ne deve maiu ABusare...
  23. infatti... se non sbaglio il canter (o counter)... è un galoppino molto riunito e decisamente lento (paragonabile a un rallenty) molto comodo e piacevole per il cavaliere... tecnicamente credo come ha detto asi che si possa definire ocme la riduzione al minimo, per via della lentezza del movimento, del tempo di sospensione del galoppo tradizionale...
  24. Etienne Navarre

    Mosche

    esatto... fagli capire pian piano che non gli succede niente credo sia la cosa migliore... in alternativa si imbeve uno straccio di aceto e glielo si passa sul pelo...
  25. Etienne Navarre

    I Costi

    hi... non centra niente... ma... NERO NERO NERO!!!!!!!!!!!!!!!! non centra niente ma nero anche per me... hihihhihih... IMPETO è NERO NERO COME LA PECE... NEMMENO UN PUNTOLINO BIANCO
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