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LadyD

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  1. Purtroppo è vero... è incredibili quante varianti diverse ci siano quando si parla di animali... ognuno sostiene la pripria ipotesi chiudendosi completamente alle idee altrui. E, litigando e discutendo, troppo spesso si perde di vista il vero punto fondamentale: il benessere dell'animale stesso. Ti prego di segnalarci i tuoi prossimi interessantissimi articoli!! E, già che siamo in tema, vorrei chiederti un parere da biologo/etologo. Conosci i sistemi tipo Parelli e Roberts? Cosa ne pensi (scientificamente, tralasciando la parte commerciale)? Contraccambio gli auguri di Buon anno!!
  2. Anche secondo me bisogna valutare la situazione e l'animale con cui ci dobbiamo relazionare. Ho visto molto bene la differenza pra con i miei furetti. Guardandoli ho notato che tra di loro "se le danno di santa ragione", ma lo fanno solo per giocare. Giochini mooolto pesanti. E allora che cosa servirebbe picchiarli? Sono sicura che loro lo interpreterebbero come un gioco e il risultato sarebbe l'opposto di quello che vorrei ottenere. Secondo me bisogna quindi vedere come si comporterebbero questi animali in natura e credo che il meglio che possiamo fare è imitarli. Ad esempio, un cavallo per farsi rispettare ha i suoi segnali: un nitrito particolare, le orecchie tirate indietro, lo zoccolo battuto con forza sul terreno. E poi viene la fase di attacco, con calci e morsi. Quindi credo che anche da parte nostra, quando il cavalllo sbaglia, ci deve essere l'avviso (con la voce per esempio, oppure un gesto che deve essere sepre uguale, guardandolo dritto negli occhi con "la faccia cattiva") e poi -ma solo in seguito!- l'attacco, ad esempio con una sberla. L'importante è di reagire prontamente, nel momento in cui l'animale sbaglia (ad esempio perché ci vuole sfidare o metere alla prova), altrimenti non associa la "sgridata" con l'atto sbagliato e questo è altamente controproducente!! Con il cane mi comporto più o meno nello stesso modo: avviso con la voce (che corrisponderebbe al pelo ritto e al ringhio) e poi, se non basta, c'è l'"attacco". Pero' dipende SEMPRE dalla situazione. Con ogni animale è importante capire la motivazione che li spinge a un certo comportamento. I cani di Veve, ad esempio, magari abbaiano solo per attirare l'attenzione ed in tal caso personalmente credo che guardarli e prestar loro attenzione (seppure sgridandoli) sia controproducente. Della serie: il cane abbaia per attirare l'attenzione --> il padrone smette di fare quello che stava facendo e si rivolge a lui --> il cane ha ottenuto il suo scopo, quindi lo rifarà. In questo caso penso che la miglior cosa da fare sia ignorarlo completamente. Quindi, riassumendo, le varianti sono tante: l'animale che si ha di fronte, la situazione presente, il motivo del comportamento dell'animale. Importante pero' è reagire prontamente e con convinzione (MAI essere titubanti, l'animale percepisce l'incertezza e la può sfruttare). Credo inoltre che per evitare di sgridare l'animale sia importante educarlo correttamente con degli aiuti positivi (ad esempio una carezza o un biscottino dati quando l'animale si comporta bene) e, se necessario, con il supporto di una persona più esperta. Tutto questo è un mio modesto parere... ;)
  3. AAnche secondo me gli animali hanno una spesie di sesto senso... Ricordo di aver letto qualcosa di simile su una nota rivista del settore... che dovrei pero' cercare (e soprattutto trovare! Impresa ahimé ardua... ) In pratica presentava una tabella in cui veniva mostrata la percezione di un terremoto dai vari animali: se non ricordo male c'erano dei pasci che potevano "prevedere" un terremoto diversi GIORNI prima. Ma credo che anche qui la storia ci aiuti. Nel 1951 ad Airolo (Ticino) è arrivata una valanga devastante: ha distrutto il paese causando diverse vittime. Se si legge pero' il libro sull'accaduto è impressionante leggere i racconti dei sopravvisuti: pare che tutti i cani del paese si siano messi ad ululare la notte prima del disastro. Apparivano ansiosi, spaventati, aggressivi. Tanti sono fuggiti dalle loro case e i loro padrioni (forse avevano capito qualcosa?) li hanno imitati. Di gatti nemmeno l'ombra, sempbravano scomparsi. E i cavalli avevano rotto i recinti il giorno prima ed erano scappati. TUTTI. Secondo me ci sono troppe coincidenze per essere solo un caso. E molte persone si sono salvate perché hanno lasciato il paese, avvertiti dal comportamento dei loro animali. ma quelli erano altri tempi: l'uomo era molto più vicino alla Natura, sapeva di dipendere da Lei e la rispettava, la ascoltava. Ora invece se il cane e il gatto si agitano si portano dallo psicologo....... :mellow:
  4. Caro Spirito Mustang, ho letto i tuoi articoli, veramente interessanti. Ti ringrazio dunque per il tuo prezioso apporto. Vorrei pero' pregarti di rendere un po' meno pubblicitari i tuoi post. Se vuoi c'è la possibilità di inserire il tuo sito nella nostra directory. Ti ringrazio
  5. Ci sono degli stracci che sono incredibili, asciugano che è una meraviglia. Qui li chiamano "stracci di cactus", perché sono fatti con deille fibre vegetali (di cactus, appunto), intrecciate fra loro. Si trovano comunque nelle sellerie.
  6. Ah sì, dimenticavo il Tarpan.... È un cavallino che purtroppo si è estinto, originario della Russia (se la memoria non fa cilecca dovrebbe essere Polacco... ma dove andare a controllare) e progenitore di molte razze odierne da sella. "Fortunatamente" alcuni esemplari furono prelevati dalle praterie selvagge ed allevati in cattività. L'unico neo della faccenda è che furono inrociati con varie razze diverse e questo ne rovinò la purezza e le caratteristiche proprie della razza. Solo nella prima metà del 1900 ci si rese conto di questa grave perdita e si tentò di "salvare il salvabile". Vennero acquistati i vari esemplari incrociati con i vecchi Tarpan e, con incroci studiati, si cercò di ricreare l'antica razza. Alcuni soggetti sono stati rimessi in libertà e si aspetta che madre antura faccia il suo corso... ;)
  7. Accidenti, nemmeno la tua "stuzzicata" è andata a segno. Stai parlando dell'Equus quagga, purtroppo estinto (e te pareva) a causa della sua bella pelle. A guardarlo si potevano distinguere sia caratteristiche della zebra (per esempio la colorazione a striscedella parte anteriore e della testa), che del cavallo (come ad esempio la conformazione della testa di alcuni esemplari, ma in generale delle orecchie, se ben ricordo più piccole e fini di quelle della zebra). Mi hai fatto ricordare Fieracavalli di Verona: quest'anno c'era un esemplare nato da un cavallo ed una zebra... Il cavallo del Przewalski ha sì il mantello "marroncino", ma ha le estremità e i crini neri. Ha pero' una parte del muso bianca. Tecnicamente il mantellosi definisce isabella o falbo ;)
  8. Adesso ti stuzzico.... per avvicinari al meraviglioso modo dei cavalli potresti passare dal mondo degli animali selvatici... dove troveresti il cavallo del Przewalski (Oh mamma, un nome meno impossibile da pronunciare non lo petevano trovare?!), l'unico e vero cavallo selvatico ancora esistente (ppraticamente indomabile, come la zebra). Oppure c'è anche il mustang (il film parla di questo tipo di cavallo), ma, a differenza del cavallo del Przewalski, è possibile l'addestramento e quindi l'addomesticamento.
  9. azz, sarà la stanchezza che mi ha fatto abbassare per un attimo la mia maschera di... acidità! Comunque, tornando al film, è anche indicato agli aminti dei film d'avventura, non solo agli appassionati di cavalli... che comunque possono lustrarsi gli occhi con stupendi esemplari di razza! ;)
  10. ruffiano.. di cos'hai bisogno?!
  11. per amore o... per SESSO!
  12. È anche possibile che chi ha piantato quelle erbe velenose ne ignori completamente la tossicità. Non sarebbe il primo caso. C'è gente che rimane incantata della bellezza di alcune piante, le acquista, le porta a case e... non sa che magari le foglie o i fiori sono altamente velenosi (non sono rari i casi di animali domestici rimasti intossicati per questo... Ed è capitoto anche a diversi bambini) E qui si rotorna al solito argomento: informarsi prima di acquistare
  13. LadyD

    Asciugare Il Cavallo

    Queste domande vengono fatte spesso e quindi credo che una discussione a tema sia d'obbligo. Il cavallo che vive nel paddock non ha bisogno di essere asciugato (dopo la pioggia per esempio), perché il pelo è la sua protezione naturale (ovviamente si parla di un cavallo non tosato). È bene asciugare il cavallo non appena si finisce il lavoro e si è formato il sudore. Ma prima di togliere la sella, sarebbe bene fare una fase di defaticamento, in cui si fa camminare il cavallo con le redini lunghe, magari allentando un po' il sottopancia. Dopo il dissellamento si può mettere una coperta (non troppo pesante, altrimenti si rischia di farlo sudare ancora di più!) e si può farlo passeggiare ancora un momento. Si può inoltre sfregarlo energicamente con della paglia che, oltre ad essere ottimo assorbente, garantisce un ottimo massaggio al cavallo. L'alcool? È meglio evitarlo. Fa evaporare il sudore? Il corpo caldo, a contatto con l'alcol liquido fa evaporare quest'ultimo, provocando quindi una dispersione del calore. Ma l'applicazione dell'alcool favorisce la vasodilatazione. Questo significa che i piccoli vasi sanguigni vicino alla superficie della pelle si allargano e richiamano più sangue. Questo sangue caldo, che arriva dalla parte interna del corpo, arriva in contatto con la parte fredda della periferia del corpo e, di conseguenza, si raffredda. Ecco perché l'alcol, a contatto con la pelle, ci dà una sensazione di freddo. Ma se questa sensazione dà fastidio a noi, pensate che effetto può fare al cavallo.. noi abbiamo l'intenzione di ascugarlo, ma gli diamo solo una sensazione di freddo.... Meglio, MOLTO meglio la paglia.....
  14. Caro Papillon, ti garantisco che ne vale veramente la pena!! ;) Facci sapere le tue impressioni!
  15. questa non sarebbe la sezione per porre domande di questo genere, quindi riprendo le tua domanda ed inizio una discussione apposita nella sezione "cura ed igiene"...
  16. LadyD

    Maniscalchi

    Eventualmente c'è anche la possibilità di tenerlo sempre sferrato, ma questo dipende da quanto lo si monta, dalla disciplina, dal tipo di terreno, dal tipo di zoccolo del cavallo. Se il cavallo vien scuderizzato (passa nel box gran parte del tempo) è comunque meglio ferrarlo.
  17. Nessuna idea... bisognerebbe chiedere a Stefano! Ma da quel che ho capito sono capitate perché gli esperimenti fatti su animali non sono compatibili con le reazioni umane al farmaco (questo è quanto spiegato nel post di Stefano)... e il Viagra ne è solo un esempio. Ma di questo è meglio parlare nella sopraccitata discussione! ;)
  18. Sì, per i rinoceronti è un grande vantaggio, ma per gli uomini? E qui mi rifaccio alla discussione avuta con il gentilissimo Stefano Cagno, da cui cito:
  19. Certo che mi ricordo! ;) Anzi,posso aggiungere che un paio di giorni fa ho letto una notizia (non ricordo la fonte, dovete scusarmi!) che informava della diminuzione dei rinoceraonti cacciati a causa delle "qualità afrodisiache" del corno. E sapete chi, secondo questo articolo, dobbiamo ringraziare? Gli scienziati che hanno inventato il VIAGRA!! Pare infatti che dal momento della commercializzazione di questo farmaco, la caccia a questi animali sia notevolmente calata. Che sia vero?? ma... è proprio vero che l'animale più evoluto è proprio l'uomo??
  20. Se vi può essere utile vi posto la definizione di papero, tratta dal sito www.sapere.it: pàpero s. m., oca giovane e in particolare il maschio. pàpera s. f. oca giovane; più generalmente, la femmina del papero
  21. Pare che il loro corno, ridotto in polvere sia ritenuto dalla medicina cinese un potente afrodisiaco... dico bene Papillon?
  22. quello che ha il mal di schiena è il cavallo intero che descrivevi in altri post? Lo hai montato anche ultimamente? Comunque io per sicurezza chiederei il parere di un altro vet...
  23. Veramente bellissima!!! Speriamo che ne nascano ancora molte, molte altre!!
  24. cavalli bastardi??!! Della serie "cattivo cavallo, cattivo cavaliere". Il 99,99% delle volte la colpa è del cavaliere, non del cavallo.
  25. un figlio forse no... un cavallo resta comunque sempre un animale e tale deve restare (umanizzare troppo gli animali non è mai positivo). Crescere un puledro non significa sempre avere con lui un buon rapporto. Un buon rapporto lo si instaura solo se si hanno le giuste capacità e non si pasticcia. Bisogna tenere conto che nei primi anni di addestramento stiamo forgiando il carattere del puledro e che quindi i nostri errori ricadranno pesantemente sull'animale (e in futuro ci torneranno indietro con gli interessi). Quella della'ddestramento del puledro è quindi una fase molto, molto delicata, che segna il destino del cavallo: se gli si concede troppo il cavallo diventerà pretenzioso, se non addirittura pericoloso; se gli si concede troppo poco lo si "schiaccerà" psicolgicamente. Quel che è secondo me è importante è iniziare, come dice Earendil, con una "nave scuola" (eh già Tangoargentino... "cavallo vecchio a cavaliere giovane" non è un "mito" come lo definisci tu, ma una buona, unôttima regla da seguire, per il bene sia del cavallo che del cavaliere). Certo, sarà forse passata di mano in mano, avrà accumulato alcuni vizietti ed errori... Ma la nostra sfida sarà cercare di eliminare o almeno affievolire questi vizi, cercando di instaurare comunque un rapporto di fiducia ed affiatamento (degni del rapporto con un puledro). Un cavallo adulto forse avrà dei preoconcetti e delle diffidenze verso di voi, verso l'uomo in generale. Il compito più difficile è cercare di abbattere queste diffidenze e conquistare la più completa fiducia. Ed è già difficile questo.
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