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Classico?


framelpignano

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Buonasera ragazzi,

è con molto piacere che ho accettato l'invito di LadyD a scrivere su questo forum, purtroppo non ho moltissimo tempo, ma cercherò di essere presente.

E visto che siamo in Monta Classica...

Mi farebbe piacere sapere, dal punto di vista equestre, cosa secondo voi si può definire classico? e la vostra idea di classico è rapportabile al presente? e ancora questa linea di pensiero classico rientra nei vostri canoni di pratica dell'equitazione?

Franco Melpignano

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Ciao franco e benvenutissimo fra noi!! E' veramente un onore.....

Allora, secondo me oggi, nell'equitazione che molti pratico c'è ben poco di classico....

Con classico io intendo la vera e grande equitazione che deriva dai grandi maestri dei secoli scorsi, ma che continua tutt'oggi con istruttori degni di tal nome....

La mia idea di classico si avvicina ad un'equitazione superiore, ragionata e nel rispetto del cavallo e della sua etologia. Cerco sempre di seguire una filosofia etologica in tutte le piccole cose quotidiane e riportarle in sella trasformandola in equitazione classica, anzi...CERCANDO di riportarle, visto che non sono così brava!

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Benvenuto tra noi.

Sicuramente Lady ha fatto un invito non a caso , ti chiedo se puoi presentarti, che disciplina pratichi, la tua esperienza ecc.. , per chi non ti conosce .

Per quanto riguarda la monta classica abbiamo aperto una discussione poco tempo fa e probabilmente le due (questa e quella) andrebbero unite.

Io ho già espresso la mia opinione ed i miei pensieri nel corso della precedente; cosa ancora utilizziamo adesso anche noi ,seppure pratichiamo una disciplina non montata. I movimenti e le andature sono tutt'ora gli stessi ecc....

Vorrei che Sara mi spiegasse un pò più dettagliatamente il suo pensiero.

La mia idea di classico si avvicina ad un'equitazione superiore, ragionata e nel rispetto del cavallo e della sua etologia. Cerco sempre di seguire una filosofia etologica in tutte le piccole cose quotidiane e riportarle in sella trasformandola in equitazione classica, anzi...CERCANDO di riportarle, visto che non sono così brava!

Cosa cerchi di applicare oltre all'etologia, le figure, le andature, il lavoro, il metodo....

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Allora io penso che la moderna equitazione risulti un pò troppo costrittiva per il cavallo, un esempio palese è quello di "chiudere" il cavallo fra mani e gambe per ottenere la riunione.....

Io, quando cerco di montare il cavallo in modo....diciamo serio...lavoro in piano, ovviamente lo lavoro con molte figure di campo, tante transazioni, niente di speciale. Lavoro più che altro in distenzione, dato che i miei cavalli non sono allenati per fare un lavoro di riunione. Non uso martingale, chiudibocca e capezzine, ma mi avvalgo dell'uso della frusta da dressage con la quale non punisco mai il cavallo, ma lo uso come aiuto, come mezzo di comunicazione. Cerco di fare anche lavoretti su due piste per ammorbidire il cavallo, quando magari riesco a montare con più frequenza.

Insomma in generale questo è quello che faccio, e non lo faccio mai seghettando la bocca del cavallo, dando sgambate etc, ma con pressione delle gambe e mani che salgono verso l'alto all'occorrenza e non verso il basso agendo sulle barre.

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Buonasera cari,

hai ragione ela non mi sono presentato... perdonatemi e grazie per il benvenuto.

Il mio nome e cognome lo conoscete dal precedente post, per quanto riguarda la disciplina posso dire che cerco di praticare una buona equitazione... dove l'indice della buona o meno è dato dall'essere riuscito o meno a migliorare il mio compagno di avventura, migliorare sotto tutti i punti di vista... psicologico e fisico.

Non parlo di una disciplina in particolare di solito, solo perchè nella mia idea prima di arrivare ad una specialità quale può essere il salto o l'endurance o il barrel per citarne alcune, devo giungere ad un ottimo lavoro di base che è comune a tutti i cavalli, quando questo è fatto e di solito è il lavoro più difficile e più lungo si può pensare a specializzarsi in una disciplina... in parole povere potrei dire di fare dressage nel termine letterale della parola, che tradotta dal francese all'italiano altro non è che addestramento, ma non è cosi perchè oggi il dressage è diventata anch'essa una disciplina, o almeno cosi, chi di dovere, fa credere... peccato che leggendo le finalità del regolamento in vigore traspare un'idea più vicina alla mia che a quello che siamo abituati a vedere.

Mi occupo quindi di addestramento di cavalli di tutte le razze, le più disparate, dal Murgese all'Haflinger, dal PRE al Sella Italiano... nella mia vita equestre ho spaziato molto prima di dedicarmi all'addestramento di equini e umani, che al momento è il settore che mi ispira di più... sono passato attraverso qualche salto, trekking sia montati che attaccati, presentazioni di razza, spettacoli ecc.

Spero di essere stato abbastanza comprensibile, se cosi non fosse chiedete pure, risponderò con piacere.

Per Sara, ti faccio una piccola confidenza... il tuo cavallo memorizza tutto anche quando non lo monti in modo serio, che tu stia lavorando in campo o facendo una passeggiata, "per il semplice fatto di stare seduti su un cavallo stiamo facendo addestramento", cosi diceva uno dei grando maestri classici... sia chiaro che te lo dico per un consiglio o per far nascere un dibattito interessante, non sono qui per far prediche a nessuno.

Non sono molto capace ma magari quando arriva Lady cerco di mettere qualche foto dei miei lavori.

Franco Melpignano

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Grazie della presentazione che era più che altro per conoscerci non, perchè qui c'è gente cusiosa.......

Scherzi a parte. Penso che tu abbia totalmente ragione quando dici che anche durante una passeggiata si piò lavorare, addestrare. Uscire non vuol neccessariamente dire lasciare le redini e godersi il paesaggio. Tutte le volte che si monta si può lavorare. Decontrarre, flettere, variare le andature, prendere il giusto contatto, sono cose che si posono fare anche in una carraia, anzi meglio, belli rilassati.....

Poi se si vuole fare un lavoro più mirato, complesso e ricercato , di precisione, allora si va in campo.

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Eccoci qui!!

Naturalmente do il benvenuto a Franco, che sicuramente saprà darci ottimi spunti di riflessione e di.. lavoro!!

E come mi aspettavo, hai centrato il punto, Franco. Quando l'equitazione si può definire classica, e quando no? E se non è classica, come si definisce? Equitazione tedesca? Francese? Italiana? Caprilliana? Quali sono le differenze?

Eppure anche nell'equitazione classica ci sono diverse linee di pensiero.. mi viene in mente Baucher, che se non erro era abbastanza criticato all'epoca... dico bene?

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Però nessuno ha risposto alla questione per quanto se ne parli da tempo.

Cos'è l'equitazione classica?

In cosa consiste?

Per mettere un punto fermo a quello che mgari diciamo da tempo o al quale giriamo intorno , a me piacerebbe che qualche esperto in materia ponesse una base solida su cui poi poter discutere.

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Buonasera cari,

grazie del benvenuto Lady, cercherò di rispondere alle tue domande... chiaramente secondo le mie personali idee, non è detto che siano giuste, ma i miei studi e le mie ricerche mi hanno portato a queste conclusioni.

Quando l'equitazione si può definire classica, e quando no?

Tutti i Maestri classici da Senofonte (400 A. C.) a quelli dei nostri giorni, che hanno lasciato degli scritti alle generazioni future sui loro metodi e principi sull'arte di addestrare i cavalli, hanno tutti avuto come filo conduttore il rispetto del cavallo e il suo miglioramento psico-fisico, oltre che cercare di avvicinarsi sempre di più alla natura del cavallo, e sempre in crescendo, cercando di arrivare a mezzi meno coercitivi.

Esempio, dai pilieri di Pignatelli al piliere unico di Pluvinel allievo stesso del Pignatelli, dai morsi del Grisone (1550) che oggi ci farebbero rabbrividire al filetto di Baucher ( 1800 ), dallo stile sul salto adottato prima di Caprilli al dopo Caprilli... tutte situazioni che vanno verso una maggiore attenzione del benessere del cavallo e fanno sempre di più, attraverso molti anni di storia dell'arte equestre, conoscere e praticare un'equitazione fine... con aiuti leggeri e cavalli sereni, ben disposti a collaborare con i propri cavalieri, malgrado purtroppo oggi ci si è un pò allontanati da una pratica dell'equitazione cosi concepita.

In sostanza quindi l'equitazione classica è quella che si rifà ai principi classici tramandati dai Maestri che li hanno codificati e tramandati a noi attraverso i loro scritti, dal rinascimento ( ma anche prima con Senofonte, Simone da Atene, ecc.) periodo in cui sono nate le prime accademie equestri a Napoli fino ad oggi.

Tedesca, Francese, Italiana o altro sono tutte derivazioni, nel senso che nella storia dell'equitazione tutti i Maestri hanno adattato gli insegnamenti classici alle proprie esperienze, alla qualità e caratteristiche dei cavalli con cui lavoravano e all'utilizzo che dovevano fare dei loro cavalli.( Baucher e D'Aure entrambi grandi Maestri classici francesi, ed entrambi vissuti nell'800, praticavano ed insegnavano un 'equitazione molto differente, direi all'opposto quasi, perchè uno si occupava principalmente di alta equitazione e l'altro di equitazione militare).

Esempio, mentre in Francia i Maestri hanno sempre fatto molta attenzione alla leggerezza nell'uso degli aiuti in Germania i Maestri non si preoccupavano molto della leggerezza ma erano più rigorosi e metodici dei francesi... il risultato è quello che è arrivato ai giorni nostri... e siccome ai giorni nostri i tedeschi la fanno da padrone nell'equitazione agonistica, quel tipo di equitazione, di addestramento è più diffuso...peccato che con il tempo le due linee di pensiero si sono sempre più allontanate, tanto che se una volta la leggerezza non era la preoccupazione fondamentale dei tedeschi, ai nostri giorni non si preoccupano di fare ricorso alla forza.

In uno dei libri del Maestro Nuno Oliveira questo argomento è trattato e spiegato molto bene.

Baucher era criticato perchè era un innovatore(flessione e decontrazione della mascella), perchè nell'epoca in cui visse le personalità equestri rispettate erano tutte di estrazione nobile e militare e lui non lo era... e per quel che ho potuto leggere non aveva un carattere "facile", ma una forte personalità.

E un argomento molto vasto, in maniera molto semplicistica posso dire che mentre prima di Baucher e soprattutto per i Maestri tedeschi la decontrazione della mascella era accettata alla fine di un percorso addestrativo come segnale di sottomissione del cavallo ben addestrato, Baucher dimostrò il rovescio della medaglia... e cioè che partire dalla decontrazione della mascella come punto iniziale e fondamentale dell'addestramento permetteva di raggiungere un alto livello di addestramento con più facilità e con una grande leggerezza.

Franco Melpignano

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Sono d'accordissimo con voi, sono ben conscia che il cavallo lo addestriamo in qualsiasi momento! Forse mi sono spiegata male, io intendevo solo per lavoro "serio" che magari lavoro in campo con sella e filetto e ci mettiamo d'impegno per ottenere dei risultati, altre volte magari monto in cavezza e gioco con il cavallo, giocare non vuol dire che lo lascio allo sbaraglio e io sto seduta a guardare le nuvole...eheh...

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Per tornare al concetto di classico, nel mio primo post citando i maestri classici, intendevo proprio maestri da Baucher, a Oliveira, all'odierno Karl.

L'equitazione moderna tedesca, e comunque quella militare usata anche dal conte d'Aure, non ha nessun concetto di leggerezza e rispetto dello stato psicofisico del cavallo, secondo me. Per me si può definire classica solo l'equitazione con una ricerca di leggerezza, in primis la decontrazione della mascella.

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