
cwo
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Anceh nella mia non esistono veterinari specializzati in ovini-caprini (siamo in una zona in cui l'allevamento della capra non è praticamente praticato). In caso di bisogno mi sono sempre rivolto dai veterinari che venivano a visitare le aziende agricole della zona (di solito specializzati in suini e bovini). Se ne hai possibilità puoi sempre chiedere alla confagricoltori o l'ASl della tua zona. Qualche veerinario prescrive gli antiparassitari ma, in linea di massima, servono soprattutto se le caprette frequentano aree in cui possono accedere anche altri mammiferi. Tra i migliori antiparassitari (intestinali) vi sono il sale da capre e l'orzo in grani.
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Purtroppo il pane secco non fa "molto bene" alle capre (stessa cosa per biscotti, grissini, fette biscottate, ecc...). Sono diversi i problemi che, a lungo andare, questo tipo di alimentazione può provocare all'animale. Personalmente lo sconsiglio per più di una volta a settimana. Sicuramente meglio il mangiare vegetale (anche fieno essicato) integrato con un po' di pellettato per cavalli e orzo in grani. Anche rovi, erbacce e le foglie di molti alberi (attenzione però a quelle velenose) rappresentano una buona integrazione alimentare di cui ne vanno ghiotte. Se hanno meno di un anno vanno assolutamente evitate le leguminose, quali trifoglio ed erba medica.
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Effettivamente, normalmente, è brutto farsi delle speranze che potrebbero non andare a buon fine. Però in casi come questi non è poi così bassa la percentuale di sopravvivenza dei capretti. Certamente l'impegno richiesto non è assolutamente piccolo, sia dal punto di vista economico che del tempo richiesto. Occorre infatti allattare manualmente i cuccioli con dei normali biberon, fornendo loro del latte in polvere da neonati ... e questo, almeno 4-5 volte al giorno con cadenze quanto più regolari possibili. Le stesse quantità da fornire sono molto simili a quelle che si dovrebbero somministrare ad un neonato, e anche qui sarebbe utile pesarli per vedere se riescono ad acquisire peso. Per amore del vero devo precisarti che quello che ti ho spiegato è frutto di quanto letto e appreso direttamente da alcuni appassionati e allevatori, perchè, personalmente, non mi è mai capitato un casio simile. Carlo
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Tutto quello che ti ha detto Greta è più che giusto ... mi limiterei solo a un piccolo consiglio addizionale. Se la capretta non ha ancora acquisito una sufficiente confidenza con te, forse è meglio se cerchi di avvicinarti a lei solo se vedi chè palesemente in difficolta (anche se ritengo probabile, come spesso succede, che lei possa partorire in un momneto di tua assenza). Un eventuale piccolo stress apportato dalla tua presenza, se lei non è abituata ad averti vicino, potrebbe modificare il ritmo delle contrazioni, con relativo rallentamento dell'espulsione. Nel caso, mantenersi inizialmente ad una distanza visiva che possa non "preoccuparla" è la cosa migliore. Analogamente, converrebbe allontanare altre capre se queste non permettessero alla madre di isolarsi. Grazie a te e a Zhelma per quanto detto di buono sul sito ed il libro Carlo
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Ecco le immagini delle caprette di Mancho: CLARA HAIDI ribadisco che le caprette non hanno bisogno di essere fatte entrare ed uscire dalla capanna.
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Confermo ... mai meno di due ... e meglio due femmine per evitare altri "problemini" successivi ... soprattutto se le tieni vicino a casa. Un maschio potrebbe portare a un certo odore fastidioso vicino a casa per parecchi mesi all'anno ... e inoltre vi sarebbe il problema di dove "piazzare" eventuali figli della coppia che non si potrebbero tenere e non si vorrebbero vedere mangiati. Per il riparo confermo che è sufficente avere un riparo chiuso su tre lati (chiaramente anche una capannina chiusa può essere ben accettata), soprattutto se non abiti oltre i 500 metri di altezza (altrimenti il freddo prolungato consiglierebero proprio un rifugio chiuso sui 4 lati).
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Nella pagina "Dove acquistarle" del mio sito sulle "Caprette tibetane" ho provato ad inserire tutti i riferimenti che sono riuscito a trovare in Italia (i dati risalgono onestamente a qualche anno fa ... per cui non sono proprio aggiornatissimi). Già che ci sono ... se qualcuno ha altri riferimenti da indicarmi li inserisco volentieri. Dovresti sentire direttamente i "venditori" per i prezzi ... in genere variano molto (per darti un'idea, da 35€ a 130€ per una capretta appena svezzate). Una cosa però ... pensaci bene e cerca di essere cauta nell'eventuale inserimento: le caprette tibetane non sono graditissime ai cani lupo e ai boxer ... c'è il rischio che, se non adeguatamente protette e inserite gradualmente nel loro "contatto con i cani, la tua "fattoria" possa diventare una polveriera. Per l'alimenazione ... calcola che per circa 8 mesi all'anno (nei mesi di penuria vegetale occorre alimentarla con fieno e\o pellettato) una capretta di media taglia abbisogna di 1 Kmq di prato (dopo il primo anno di permanenza ... nel primo basta anche meno) Ciao Carlo
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Grazie... La capra va in calore solo in determinati periodi dell’anno (poliestrale stagionale); se la prima gravidanza avvirne abbastanza precocemente, alle nostre latitudini, questi periodi sono due, altrimenti uno. In ognuno di questi periodi, terminato il primo ciclo della stagione questo si ripeterà dopo pochi giorni. Gli stessi tenderanno a stabilizzarsi ad intervalli di tre settimane, fino all’eventuale fecondazione.
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Ciao Alfredo, ti posso chiedere io una cortesia. per il mio libro sulle caprette tibetane sto cercando anche una foto (non protetta da copy right) di una capra girgentana. Se ne avessi una in formato digitale e ti andasse di inviarmela (autorizzandomi nell'eventuale pubblicazione) te ne sarei grato. Il mio mail è cwo1@libero.it Carlo
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In generale i becchi dovrebbero tutti puzzare in determinate stagioni (quelle delle femmine in calore) ... ma essendo quest'odore strettamente legato ad un fatto ormonale varia abbastanza, oltre che da razza a razza, anche da individuo ad individuo. Tra le capre che puzzano di più vi è proprio la Capra hircus (ossia quella da cui sono derivate gran parte delle domestiche). Tra le varie teorie legate all'odore dei becchi ve ne è una che lo collega anche alla dimensione delle corna (ragione per cui molti maschi statunitensi "da compagnia" o "da esibizione" vengono tagliate). Un'altra teoria, che mi vede particolarmente d'accordo perchè avrebbe una buona spiegazione scientifica alla base, vedrebbe nelle razze (ma anche nelle specie di Capra in generale) dove vi è una maggior differenza di dimensione tra maschi e femmine quelle nelle quali i becchi emanano un odore maggiore. Le caprette tibetane, in accordo con questa teoria, dovrebbero essere tra le meno "odorose". In generale comunque vale molto il discorso degli eventuali "incroci promiscui" negli antenati ... ma anche quello della variabilità individuale.
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Per gli zoccoli è tutto normale e col tempo effettivamente diventano più duri. Per il sale, probabilmente l'hai letto sul mio sito visto che insisto molto sull'addizione di questo elemento per una corretta pulizia intestinale ed equilibrio nell'assunzione di alcuni oligoelementi. Nel sito parlo ancora di una mistura (nel libro lo ho abolito e presto correggerò anche il sito stesso)... ma col tempo mi sono reso conto che è meglio che siano loro gestirsi. Per fare ciò necessario acquistarne un blocco (anche piccolo) in un qualunque consorzio alimentare e appenderlo al coperto in un punto in cui la capretta riesca sempre ad arrivare. Poi saprà lei come autogestirsi ... e non ti preoccupare se non la vedi mai andargli accanto perchè, dopo averlo annusato la prima volta, impara dove andarlo a trovare e si autoregola a secondo delle necessità. Naturalmente ne esistono anche di molto più piccoli di quelli nella foto che ho inserito nel sito.
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Anche nella mia esperienza posso confermare che vedere il rapporto fra le mie conigliette nane e le caprette tibetane è stato un vero spasso. All'inizio c'era la capretta omega (che si potrebbe tradurre come "l'ultima ruota del carro" all'interno della gerarchia del branco) che proprio non le sopportava. Nel primo periodo, (quando tenevo le conigliette chiuse in un recinto all'interno di quello più grande delle caprette) provava a cacciarle a cornate ogni volta che queste si sedevano in prossimità della rete stessa. A dire il vero, le conigliette non sono mai sembrate particolarmente spaventate e si limitavano a spostarsi di qualche centimentro dalla rete stessa. Una volta liberate, è sembrato che le conigliette si siano ricordate di questo fatto e così, mentre con tutte le altre c'è stato sempre un normale e pacifico rapporto di convivenza, sembrava si divertissero a farne di tutti i colori a quest'ultima; saltarle sulla schiena quando riposava, rubarle il fieno di bocca e sfrecciarle davanti zigzagando, sono state per un certo periodo quasi di routine. La capretta, a dire il vero, sembrava più confusa che stizzita, e non ha mai reagito in maniera particolare se non alzando un po' il pelo quando le piombavano a sorpresa sulla schiena. Ora, vedendo diverse poiane aggirarsi sopra il recinto della caprette, ho dovuto rinchidere di nuovo le conigliette nei loro recinti coperti.
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Non ti preoccupare ... ha solo ancora il manto invernale!!! Vedrai che entro un mese avrà un bel pelo raso senza che tu debba intervenire. Le caprette tibetane, se direttamente derivate dalla razza madra (che, occorre precisare, non è di origine asiatica, come farebbe sembrare il nome, ma della zona centro-occidenale dell'Africa), hanno corna abbastanza corte, ricurve e attaccate alla testa, quindi con una forma abbastanza "innocua". Purtroppo però, tra quelle che si trovano normalmente in Italia, moltissime sono frutto di incroci "promiscui". Non sono rare infatti quelle che nel loro DNA hanno caratteri delle razze alpine, delle razze dell'italia centro-meridionale e di quella garganica, ossia tutte capre con corna molto più sviluppate. Addirittura mi è capitato di trovarne alcune, anche nell'Italia settentrionale, che mostravano la classica forma allungata "a serpente" tipica delle girgentane (ossia della "razza di Agrigento"), a loro volta di chiara origine asiatica (Capra falconeri). Per tale ragione, prevedere ora come possano diventare le corna di Terry, non conoscendone la progenia, è quantomeno ostico. C'è il caso che quelle capre adulte che hai visto, possano essere di razze differenti o frutto di "incroci" più "ricchi" di quelli di Terry.
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Sicuramente beve ... non tantissimo ma beve. Non insistere con la frutta e, se sbucciata e non mangiata subito, eliminagliela prima che si ossidi e che possa portare a problemi intestinali. Credo proprio che però prugne, prugnoli, ciliege, fichi e affini li mangerebbe volentieri (se è stata adeguatamente svezzata). Mele e pere non sempre. Pezzi di angurie e meloni quasi mai. Attenzione però anche a tenerla legata ad un albero .... non vorrei fare l'"uccello del mal'augurio" ma è abbastanza pericoloso. Potrebbe bloccarsi e spezzarsi una zampa (ho già assistito ad un paio di casi) se non addirittura strozzarsi. Sono più irrequiete e, solo da questo punto di vista, meno scaltre di altri animali che possono vivere (sopravvivere) senza troppi problemi legati ad una corda.
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Innanzitutto grazie. Sono un po' più dure da addomesticare di un cane; però, tra quelle vissute più a contatto con le persone che con le loro simili, non è però assolutamente improbabile farle diventare delle specie cagnolini con le corna. Ho visto dei casi veramente "clamorosi" di caprette che vivenano in simbiosi con i padroni ... ma io, personalmente, le preferisco un po' "selvatiche". Comunque, anche nei casi in cui non si "cagnolizzano", sanno essere molto affettuose con i padroni ... soprattutto quando arrivano col cibo!
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Ti ringrazio molto ... Le paginette che ho inserito qui e là sono solo dei piccoli preview del libro sulle caprette che stiamo cercando di fare pubblicare. Effettivamente non c'è modo di aprirle ... Purtroppo, essendo quello delle "caprette tibetane" un argomento abbastanza di nicchia, al momento non abbiamo trovato editori che vadano oltre ai complimenti per il lavoro. Il libro non è stato fatto a scopo di lucro ma, adesso come adesso, avremmo dovuto rimetterci troppo per pubblicarlo. La ragione per cui desideremmo esistesse anche un riferimento "cartaceo" è quella di aiutare a conoscerle meglio, aumenandone l'interesse per l'allevamento in Italia come animale "da compagnia" (N.B. io non ne' allevo per venderle). Per tale ragione ho deciso di non rendere le pagine in versione totalmente leggibili. Se tutti scaricassero il tutto direttamente da internet rischieremmo di non avere la possibilità di raggiungere un numer sufficiente di richieste per poter cercare di invogliare qualche editore a pubblicarlo.
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Grazie mille dell'accoglienza ("il Carlo" è perfetto), il sito parla escusivamente dell'allevamento delle caprette tibetane (a scopo assolutamente non di lucro); se comunque l'inserimento del link costituisce in qualunque maniera violazione del regolamento, non ho alcunissimo problema a rimuoverlo o ad eliminare l'intero post. Caprette tibetane
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Un normalissimo timer inserito tra la spina della centralina delle luci e la presa di corrente è più che sufficiente. Sono in vendita presso i negozi di materiale elettrico e in molti centri commerciali. Se ne trovano anche a prezzi molto ragionevoli. La programmazione non è assolutamente complicata e, dopo avere programmato il periodo di luce, sarebbe meglio che lo tenessi collegato tutto l'anno; la flora e la fauna del tuo acquario ne guadagnerebbe tantissimo.
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Cerco di dare il mio parere in modo piu' sintetico possibile. il recito minimo dovrebbe essere sul metro e 20 ... ma la cosa importante e' che sia ben interrato in tutti i suoi punti. Riguardo al ricovero non sono particolarmente esigenti; occorre che ci sia un tetto solido, almeno un paio di protezioni (pareti, balloni di fieno, adombrante, ecc...) nelle zone piu' esposte al vento, una piccola zona sotto la quale rifugiarsi e una sopraelevata a non diretto contatto col terreno .... Il rapporto con i cani e' certamente non facile. Come ho scritto in precedenza occorre avere molta pazienza, e almeno le prime volte, occorrerebbe farli incontrare (col cane al guinzaglio) in un terreno non abituale per entrambi. Da li' occorre studiare le prime reazioni e muoversi di conseguenza. Riguardo all'altro post dove chiedi del mio sito ... temo sia spam indicarlo pubblicamente. Purtroppo non sono pero' neanche riuscito ad abilitarmi ali MP e ad inviartelo da li'. In generale posso consigliare solo di cercare le parole "caprette tibetane" sui vari motori di ricerca
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Conoscendo un attimo il comportamento delle capre e la loro "istintività" nel selezionare le foglie che brucano direttamente dalle piante, temo che l'ingestione sia avvenuta perchè queste erano state raccolte e raggruppate insieme ad altri vegetali per loro edibili. I casi di avvelenamento più frequenti per questi animali sono invece quelli dovuti a prodotti antropici immessi nell'ambiente volontariamente (veleni, antiparassitari, rifiuti domestici e industriali fuori discarica) o involontariamente, che le capre non sono in grado di riconoscere e classificare ad olfatto. Riguardo alla "proibizione di cultura piante velenose", occorre sapere che sono tantissime le piante, o loro parti, tossiche o nocive per le capre ... anche fra quelle più insospettabili (es. i semi degli albicocchi, mandorli, meli, liquerizia indiana, le bacche del visco, le foiglie del pomodoro, ecc....). Le capre sono normalmente in grado però di riconoscerle ed evitarle. Ho parlato di potenzialmente nocive o tossiche perchè, come tutte le sostanze, sono dei potenziali veleni solo in funzione della quantità ingurgitata.
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Effettivamente sono diversi coloro che le allevano per la loro carne (un po' meno per il latte) ... nel rapporto con l'uomo credo che, a grandi linee, loro possano stare alle altre razze di capre come i conigli nani alle razze dei loro conspecifici da carne. La stanezza delle pupille sta soprattutto in due punti: 1. Nel tipo di irrorazione arteriosa anzichè venosa come la nostra. Questo fa si che nelle foto "flashate" gli occhi risultino blu anzichè rossi. 2. Nel "taglio" verticale anzichè orizzontale.
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Purtroppo devo confermare che i cani sono"incredibilmente" attratti dalle caprette. Un cane lupo di un vicino ne ha uccise diverse anche a me (e mi sono stati segnalati tanti altri casi simili al mio) e ho dovuto chiudere ogni possibile accesso per evitare altri danni.
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Effettivamente Giulia, a differenza di altri paesi (quali per esempio l'Olanda), non siamo tantissimi gli amanti di questi simpaticissimi animali in Italia. Purtroppo a dimostrazione di questo fatto posso citarti un paio di episodi. In questi anni, nel sito dedicato a questo animale, sono arrivate tantissime offerte di persone che regalavano alcuni esemplari (logicamente soprattutto maschi) a chi li avesse voluti accogliere alla sola condizione di tenerli in maniera "umana" ... e di non metterli in pentola. Ebbene, solo una volta, l'estate scorsa, è stato trovato chi è stato disposto ad "adottare" due femmine un maschio. Il secondo esempio è che non siamo ancora riusciti a far pubblicare un libro specificatamente dedicato a questo animale. Quando è stato proposto ai vari editori, lo scritto ha ricevuto solo tantissimi elogi per la fattura e la completezza ... ma tutti si sono sempre ritirati "al dunque" perchè non lo ritenevano coperto da un mercato sufficentemente ampio da coprirne le spese di pubblicazione e diffusione. Neanche la presentazione di quasi un centinaio di richieste di prenotazioni (al buio) del libro sono riusciti a convicerli. A noi che le abbiamo e che sappiamo la loro reale "natura" non ci resta che testimoniare in giro il più possibile che non sono queste "incredibili vandale", come in molti ritengano siano; grazie al loro carattere socievole e mansueto, sono gli animali più usati, insieme con i cavalli, nella pet terapy (e qualcosa vorrà pur dire).
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*Riccia fluitans ti ringrazio perchè mi era rimasta effettivamente una vocale nella tastiera, senza che me ne accorgessi al momento della rilettura. Comunque, a tal proposito, voglio segnalare che anche il Muschio di Giava (Vesicularia dubyana) è una valida alternativa all'Erba di cristallo ... anche se, di solito, lo si trova ad un prezzo maggiore (almeno a me è capitato così). Un'altra cosa, l'Otocinclus, pur non amando la corrente, predilige posizionarsi nei pressi dei diffusori d'ossigeno. Sinceramente non so quale sia la ragione. Potrei solo azzardare delle ipotesi cha vanno dall'aiuto nell'eliminazione di eventuali residui o parassiti dalle branchie, a una preferenza per le acque ricche di O2, fino al piacere di sentirsi solleticati dal piccolo flusso di bollicine. Nel caso fossero corrette una delle due prime ipotesi, anche la presenza dei diffusori (che personalmente, di solito, non amo) avrebbe un senso anche per per la sua salute. Anche un filtro a cascata (come quello suggerito da Igua) sarebbe una validissima alternativa.
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Effettivamente l'Otocincus è un pesce abbastanza delicato e confermo che è molto difficile da allevare in acquari di dimensione inferiori ai 100L perchè molto sensibile ai bruschi sbalzi delle caratteristiche dell'acqua. Ho notato inoltre che ama le zone dell'acquario con acqua abbastanza ferma. Per esperienza personale posso però dire che ,per crescere sani, non sono poi così esigenti su determinate caratteristiche dell'acqua, tant'è che in un acquario di comunità (in una strana convivenza con dei platy corallini, quindi pesci che vorrebbero caratteristiche dell'acqua molto differenti) sono riuscito a farli riprodurre più volte la varietà "affinis". Inoltre, in questa vasca, in oltre 8 anni non ho mai riscontrato alcuna infezione o tasso di mortalità allarmante. Il pH era decisamente alto rispetto a quello indicato in bibliografia (circa 7,4), e la stessa durezza era superiore al "normale. Come accennato prima, credo che sia stata soprattutto la "stabilità dell'ambiente", dovuta a un volume sui 240 litri distribuito su una superficie scoperta molto ampia, a permettere di compensare queste "carenze" qualitative. Anche la vegetazione è molto importante per il benessere ( e la riproduzione) di questo animale: la presenza abbondante di "muschi", quali Riccia flitans (erba di cristallo), ne facilitano il riparo e la possibilità di alimentarsi correttamente.