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Lavoro Alla Corda


LadyD

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Oggi, mentre aspettavo che il mio ronzino stava asciugasse la sua pelliccia da orso delle nevi, ho approfittato per fare un giretto in scuderia e guardare gli altri binomi al lavoro.

In un campetto in disparte c'era una persona che stava lavorando il cavallo da terra, girandolo alla corda. Mi sono avvicinata e mi sono accorta che il cavallo non era condotto con una longe e un capezzone, ma aveva un filetto a cui erano attaccate delle redini lunghe, che passavano negli anelli del fascione e terminavano nella mano della persona, ferma al centro.

In pratica, invece di lavorare a redini lunghe nel sistema "classico", subito da parte o dietro al cavallo, la persona stava ferma al centro e il cavallo percorreva il circolo a circa 6 metri di distanza. Hanno lavorato alle tre andature, e al galoppo per permettere di allargare di più il circolo, la persona correva in un piccolo circolo interno.

Questo mi ha dato da pensare... è vero che questo sistema è forse un po' meglio di redini fisse e redini elastiche, che fissano l'incollatura in una certa posizione senza possibilità di variazione..... ma se è già difficile avere il giusto tatto quando si è in sella, con 40 cm di distanza dalla bocca del cavallo, come si può essere delicati e saper dosare gli aiuti con 6 metri di redini?

E quest'impressione mi è stata un po' confermata dal cavallo, che comunque sfuggiva dal filetto chiudendosi, oppure alzava di colpo la testa.

Non so... qualcuno di voi ha già lavorato così, o ha visto qualcuno farlo?

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Guarda l'ho visto fare nel lavoro dei cavalli da attacco.Io personalmente conto di provare con la mia...è vero c'è meno precisione nel contatto,però è sempre meglio di redini fisse o elastiche che rimangono bloccate.Inoltre è difficile stare dientro o di lato ad un cavallo...al galoppo...

Magari se il soggetto ha raggiunto una buona comprensione del concetto di appoggio,nel senso che è abituato a cercarlo sia verso l'alto,sia verso il basso,a seguire le mani del cavaliere,si potrebbe eliminare il filetto e passare ad una capezza.Anche perchè non serve certo per chiedere grandi moviventi o cessioni,ma per ginnasticarlo,lavorare il lato rigido,farlo decontrarre...

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avevo pensato anche io agli attacchi... qui ci vorrebbe la nostra Ela!

Perché per me è sempre stato un mistero come i conducenti riescono a gestire i cavalli con 2 metri di redini. Una mia amica mi ha fatto provare una volta, ma la pariglia è andata avanti zigzagando tutto il tempo perché non riuscivo a dosare gli aiuti :unsure:

Ripensando a quel cavallo, i dubbi mi sono venuti a causa delle sue difese. Da montato il cavallo ha un buon contatto con il ferro, ma lì continuava a sottrarsi chiudendosi, oppure buttava la testa per aria. In più, correndo, la braccia sbattacchiavano e questo veniva secondo me trasmesso alla bocca del cavallo.

A meno che questo lavoro presupponga una parte preparatoria che in questo caso forse non è stata seguita... non so.

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Senza dubbio il cavallo va preparato a questo tipo di conduzione,prima il classsico modo di girare con la longe,poi il lavoro di fianco,dietro il cavallo...e bisogna anche vedere come il tutto viene eseguito,certo braccia che sbatacchiano...non è proprio il massimo.

Per quanto riguarda la pariglia l'ho avuta e guidata per parecchio...le redini sono fatte in modo da dividersi prima di arrivare all'imboccatura...in pratica il guidatore ha in mano due redini che,a partire dalla metà si dividono ulteriormente,come se in totale fossero quattro.

Prima di agganciarle all'imboccatura quelle interne(che passano tra i due cavalli) si incrociano:la destra va all'imboccatura del cavallo di sinistra e viceversa,per bilanciare le chiamate e il contatto e in modo che i cavalli non si aprano,allontanandosi dal timone,che è quella lunga "asta"che separa i cavalli.Questo se si è principianti e non si deve fare un lavoro paricolare.

se invece bisogna addestrare o fare un lavoro serio,si hanno direttamente due redini per mano,complicando notevolmente la vita al guidatore.

il primo modo di guidare è stato codificato da Vob ACHENBACH,il caprilli degli attacchi...

Considera comunque che anche negli attacchi,come nel lavoro alla corda di cui parlavamo prima,c'è una notevole distanza tra le mani e la bocca,non ne parliamo poi se ci troviamo di fronte ad un tiro a quattro o ad un tandem.Per questo un cavallo da attacco degno di questo nome deve essere montato quotidianamente,anche perchè il tirare lo porta automaticamente a spingere sul treno anteriore,cosa non bellissima se tra le prove è previsto il dressage!!!

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