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Giappone: Cinque Imprese Rinunciano A Caccia Balene


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SPEREMO BEN!!! :bigemo_harabe_net-122:

5 aprile 2006 - Le più vecchie cacciavano balene dagli anni '30 del Novecento, come la maggiore, la Nissui, un gigante dell'industria della pesca. Fatto sta che alcune imprese giapponesi - cinque secondo la BBC, sei secondo l'australiano Sidney Morning Herald - hanno deciso di lasciare definitivamente il campo, daranno via le baleniere, sposteranno le risorse su altre attività pescherecce, smetteranno anche di inscatolare carne di balena "appena finiti gli stock" (Nissui). I proventi dell'operazione verrebbero trasferiti "a iniziative di finalità sociale" - fra le quali comunque, in primo luogo all'Istituto governativo giapponese intitolato alla "Ricerca sui cetacei", che governa l'attività baleniera. L'evento è certamente di rilievo, considerando come il Giappone, con la Norvegia, continui a non voler rispettare la proibizione della caccia ai grandi cetacei, sancita dal 1986 da una Convenzione internazionale, sempre motivando questa scelta con "ragioni di ricerca", ma anche con la volontà di salvaguardare attività e abitudini alimentari limitate ma tradizionali, ed anzi ha lanciato per quest'anno il maggiore programma di caccia da molti anni. Gli ambientalisti nel mondo, specie quelli dei paesi che si affacciano sul Pacifico, non nascondono la soddisfazione. Molte loro organizzazioni si sentono parte in causa, e rivendicano l'azione a vasto raggio che hanno promosso in questi mesi per sensibilizzare l'opinione pubblica, anche assalendo pacificamente le baleniere all'opera nell'Antartide, ma anche cercando di colpire più direttamente gli interessi delle imprese coinvolte nella caccia. Un'arma efficace, si vanta da parte di GreenPeace, sembra essere stata la campagna accuratamente mirata che ha sollecitato i consumatori a inondare con decine di migliaia di e-mail il management di imprese compartecipate da Nissui, come in Nuova Zelanda o negli Stati Uniti, o che hanno contratti con le ditte che oggi si ritirano, come in Argentina. Da parte delle ditte interessate si nega o si rifiutano commenti a riguardo. All'Istituto per la Ricerca sui Cetacei non ci si mostra preoccupati, confermando che l'Istituto godrà del trasferimento nelle sue mani delle quote di partecipazione al controllo del grosso della flotta baleniera giapponese. Sette delle otto navi che la compongono sono infatti gestite dalla Kyodo Senpaku, finora controllata dalle imprese che lasciano, che continuerà ad operare: "raddoppiando l'impegno", dice un suo dirigente. Dall'Agenzia nazionale per la Pesca si può così affermare che il ritiro delle imprese private dall'attività baleniera permetterà anzi di render chiaro, dice un suo dirigente "che questa attività è sostenuta dall'intero Giappone" e non già da interessi particolari o commerciali. Mentre è confermato l'obiettivo prefissato quest'anno: cacciare il doppio delle circa 850 balene che ogni anno la flotta cattura e processa.(Astro9colonne)

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Grazie di aver riportato la notizia.

Quello che mi preoccupa di più è l'ultima parte:

All'Istituto per la Ricerca sui Cetacei non ci si mostra preoccupati, confermando che l'Istituto godrà del trasferimento nelle sue mani delle quote di partecipazione al controllo del grosso della flotta baleniera giapponese. Sette delle otto navi che la compongono sono infatti gestite dalla Kyodo Senpaku, finora controllata dalle imprese che lasciano, che continuerà ad operare: "raddoppiando l'impegno", dice un suo dirigente. Dall'Agenzia nazionale per la Pesca si può così affermare che il ritiro delle imprese private dall'attività baleniera permetterà anzi di render chiaro, dice un suo dirigente "che questa attività è sostenuta dall'intero Giappone" e non già da interessi particolari o commerciali. Mentre è confermato l'obiettivo prefissato quest'anno: cacciare il doppio delle circa 850 balene che ogni anno la flotta cattura e processa.

Quindi, leggendo più o meno tra le righe, sembra che le ditte in questione rinuncino alle baleniere ma che le navi resteranno operative...purtroppo non sono molto fiducioso. Comunque speriamo bene, se non altro sembra che le pressioni dei gruppi ambientalisti siano riuscite a toccare le grandi ditte nel tallone d'Achille, cioè il portafoglio.

Ciao

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Purtroppo davanti ai soldi non guardano in faccia nessuno! :bigemo_harabe_net-127::bigemo_harabe_net-102:

si però io sono convinta che se tutti e dico tutti iniziamo a boicottare certe cose, il commercio prima o poi ne risentirà e sparirà.

Ad esempio lo sai che mi è capitato di trovare nel negozietto sotto casa, piccolissimo, una crema di capelli a base di "non so che cosa di foca" grasso forse???

Ho sgranato gli occhi!! Nooooooooooooo non è possibile :bigemo_harabe_net-127:

ops scusate una crema per i capelli (balsamo??)

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