Dunque, Andrea ha ragione. La discriminazione viene fatta su “animale in movimento” rispetto a “animale fermo”, tant’è vero che una delle tecniche difensive maggiormente adottate dagli insetti è quella di bloccarsi non appena sentono un pericolo.
Non solo, sono stati effettuati molti esperimenti (per es. su Triturus, Ambystoma, Salamandra, Notophtalmus, Plethodon e Bufo solo per citarne alcuni). L’intercettazione visiva è dovuta a complesse interazioni tra parametri stimolo come velocità, dimensioni ed orientamento della preda rispetto al predatore. Per esempio, Luthardt & Roth, 1979, hanno scoperto che per stimolare la massima risposta di predazione su Salamandra salamandra la preda doveva muoversi in una certa direzione ed ad una certa velocità. In Bufo marinus si è visto (Ingle & McKinley, 1978) che l’animale colpisce soprattutto quando la preda passa ortogonalmente al piano visivo del predatore (cioè “gli passa davanti”). Questo perché in quel caso la preda risulta del tutto allungata davanti al predatore e gli è più facile vederla.
Non solo, molte specie riescono a discriminare su prede mangiabili e prede disgustose o velenose. Bufo terrestris (Broweret al., 1960) ha mostrato come il riesce a discriminare tra Bombus americanorum (una specie di ape tanto per capirci) che è indigesto e il suo mimo naturale (mangiabilissimo) Mallophora bomboides (una specie di moscone, sempre tanto per capirci).
Il fatto che servano prede vive è anche dovuto ad un fatto logico e “ottimale” per la sopravvivenza di questi predatori. Si tratta di animali (gli Anfibi) che spesso vivono in ambienti umidi, dove qualcosa di morto (fermo) potrebbe risultare indigesto o tossico, perché facilmente molto decomposto. Quindi evolutivamente è molto più “furbo” per loro nutrirsi di oggetti in movimento (sicuramente vivi).
Esiste un caso di una raganella (non ricordo il nome, vi faccio sapere) che si nutre dei frutti di una Bromeliacea (integra la dieta con essi), quindi fermi, perché in quel caso c’è meno probabilità che siano oggetti indigesti.
Ciao
Ema