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Spirito Mustang

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  1. Su C*****o M******e che trovate in edicola questo mese (gen-2006) a pagina 50 troverete Spirito Mustang e le pony d'Esperia in un articolo che racconta della grande avventura vissuta questa'estate insieme ai ricercatori dell'Università di Pisa! A presto! Ciao! Spirito Mustang
  2. Vi invito a leggere questo mio racconto, scritto dopo aver vissuto un'esperienza davvero unica! Altre storie e articoli li potete trovare sul mio sito che trovate nel mio profilo! Buona lettura! Ciao Spirito Mustang ------------------------------------------------------------------------------------------------ Alba del 1 agosto 2005 Mi sveglio prima del solito, fuori è ancora buio ma già una linea di luce compare da oriente. Riempio di corde, longe e capezze il mio zaino di cuoio, indosso stivali, chaps, cappello e guanti. Oggi è un giorno importante, l’inizio di un’avventura che mi darà tanto e mi insegnerà tante cose. Vado dai miei cavalli, saluto Pioggia la mia puledra che è già una leader nel suo branco e che in futuro sarà la mia assistente nei corsi sul comportamento del cavallo. Lei mi guarda andar via, oggi non resterò qui con loro. Oggi la mia destinazione è ai Pratoni del Vivaro, tra i folti boschi dei castelli romani. Lì mi aspetta un gruppo di persone con cui condividerò giornate ricche di emozioni ed intense di lavoro. Sono stato coinvolto dal prof. Claudio Sighieri e dal suo gruppo di ricerca dell’Università di Pisa, in qualità di T.....r etologo, in un progetto di ricerca il cui scopo è testare gli effetti sui cavalli di una doma etologica rispetto ad una doma tradizionale. I cavalli scelti sono i selvaggi cavalli d’Esperia, piccoli ma selvatici cavallini che vivono sugli altopiani delle montagne tra Lazio e Abruzzo. L’intento è anche quello di valorizzare questa razza di cavallini per promuoverla presso pony club e privati. In collaborazione con Leonardo Petri, altro T.....r empatico, il mio compito è di domare sei di questi cavalli con un metodo di doma etologica, mentre altri sei cavalli seguiranno le procedure di una doma classica svolta in box da trainers tradizionali. E’ la prima volta che incontro questi animali abituati a vivere tra le montagne, che temono davvero l’uomo e dividono il loro territorio con lupi e cani rinselvatichiti. Sono piccoli e proporzionati cavalli dallo sguardo vigile e attento, gli occhi scuri e brillanti come il loro nero e lucido mantello, gli zoccoli pareggiati direttamente da un grande maniscalco, la natura. Entro nel tondino, controllo che tutto sia in ordine e marco il mio territorio. Per un T.....r è sempre importante entrare nell’aula prima dell’ingresso del suo allievo, verificarne la sicurezza e prendere confidenza con la sabbia e la terra che calpesterà. Io e Leonardo entriamo nel branco e con un uso accurato della pressione spingiamo un primo esemplare nel tondino. Si tratta di una femmina, così come tutti i dodici cavalli, dodici femmine. Inizio ad incrementare la mia pressione, guardandola negli occhi e la spingo in avanti. Lei come un animale selvatico scatta con una velocità da far rabbrividire. Mi rendo subito conto di trovarmi davanti a cavalli molto diversi da quelli a cui sono abituato. Questi sono cavalli veri, ribelli, diffidenti, indomiti. Molto diversi dai cavalli abituati a vivere a fianco dell’uomo. Devo cambiare strategia, un vero T.....r deve essere flessibile nell’applicazione di una tecnica. Ogni cavallo è diverso dall’altro e questi sono davvero diversi da tutti. Riduco la pressione, la cavalla rallenta e si ferma attaccata alla staccionata del tondino, tesa come una corda di violino. In questo momento non mi interessa associarla, avrebbe un effetto negativo questo approccio. Richiamo in me la pressione ed incremento la mia passività, la mia calma. Devo lavorare sull’avvicinamento più che sull’associazione. Il mio sguardo è basso, mi avvicino lentamente, la cavalla mi guarda, io mi fermo per gratificarla dell’attenzione che mi ha dato, avanzo e mi ritraggo. Questo è solo l’inizio di una mitica e indimenticabile avventura. Tramonto del 20 agosto 2005 Io, Leonardo ed il gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa siamo veramente stremati, sono stati venti giorni di duro lavoro, ma ora le sei cavalle sono tutte domate, senza traumi e senza stress. Alcune sono state più difficili di altre, ma tutte hanno assorbito la nostra concentrazione mentale ed energia fisica. Sono state loro a dirmi ed insegnarmi giorno dopo giorno come riuscire con successo nell’avvicinamento, nella desensibilizzazione, nell’associazione e nell’ammansimento. Ora tutte portano la capezza, l’imboccatura, la sella, si fanno pulire e danno i piedi tranquillamente. Escono fuori dal tondino senza problemi. Camminano rispettose e confidenti dietro di noi. Restano ferme con la longia appoggiata alla staccionata mentre apriamo e chiudiamo i recinti, in attesa di un nostro invito a proseguire. Le altre sei cavalle domate in box attraverso un’accettazione passiva e forzata dell’uomo non esprimono la stessa tranquillità, sono rimaste diffidenti e paurose, scattano in avanti o indietreggiano se portate alla longia, i loro occhi parlano chiaro, la loro agitazione dice tutto. Tutto è stato giocato sul fronte della calma e della progressione lenta e graduale ma inesorabile, questo ha portato ad un incredibile successo. I dati dei test e dei parametri vitali sono in via di elaborazione e saranno presto pubblicati, ma io sono già contento del successo avuto e dell’obiettivo raggiunto senza l’uso della forza. Le Esperia mi hanno dato tanto ed io ho tanto appreso. La speranza e la certezza è che queste esperienze scientificamente condotte e riproducibili permettano sempre più di sostituire obsoleti approcci di training, con un training più etico e consapevole. Domani 21 agosto 2005 compirò quarant’anni, un bel modo di finire un’entusiasmante stagione e di cominciarne un’altra ancora più entusiasmante. ------------------------------------------------------------------------------------------------
  3. Carissima Eleonora, ricorda che non basta imparare un metodo, che sia quello di Roberts o di Parelli o di chiunque altro, la cosa più importante è conoscere i meccanismi che ne sono alla base.....l'abisso che separa il saper fare dal saper essere.... E poi bisogna saper trasmettere le conoscenze, quindi un T.....r di cavalli o cani, deve essere necessariamente saper essere un efficace T.....r di uomini.... Un caro saluto... Ciao Francesco......Spirito Mustang
  4. Caro/a Earendil, certamente dici cose giuste, corrette, logiche e che condivido. Rifletterei meglio: - certamente cane e cavallo sono animali diversi, molto diversi, ed i delfini lo sono ancora di più. Sono tutti animali sociali, ma la loro socialità si esprime in modi molto diversi, esattamente come dici tu. Ma nella nostra interazione con loro dobbiamo tenere assolutamente conto del fatto che, se pure in misura diversa, tutti questi animali e gli animali in genere, rispondono alle medesime leggi che regolano i meccanismi d'apprendimento negli animali. - "Futuro e non futuro! Questo è il problema!" Non puntiamo troppo l'attenzione su questi aspetti frutto di divagazioni. Atteniamoci a quanto ci detta l'etologia, che è scienza e non filosofia. Prima di essere T.....r, ho studiato etologia per diversi anni all'università, ho studiato molti testi scientifici, ho fatto ricerca in laboratorio e sul campo, ma non ho mai ritrovato tali concetti, sulle riviste scientifiche internazionali non viene mai fatta menzione di questi aspetti. Sono abituato a pensare su fatti concreti e provati. Concordo con te, molti si improvvisano, si improvvisano anche esperti in Etologia, ma senza una base culturale e scientifica. Ai fini di un'efficacia della comunicazione tra uomo e animale è di fondamentale importanza la conoscenza e l'aggiornamento continuo... in due parole... sapere quello che si fa e non fare quello che si crede di sapere. Ciao e a presto! Spirito Mustang
  5. Hai certamente ragione Lady D! Il cavallo ti osserva sempre e ti tiene sempre sotto controllo....basta molto poco far perdere in lui la fiducia che faticosamente hai conquistato...ed è proprio per tale motivo che per essere credibile, devi attuare gesti e azioni basate su un'approfondita conoscenza del cavallo....si sei sempre un predatore, ma un predatore che sa entrare in empatia con il cavallo, un predatore di cui potersi fidare, un predatore con cui poter collaborare. Il fatto di essere un predatore non deve esimerci dal trovare una strada di comunicazione con il cavallo più etica ed efficace! Ciao Spirito Mustang
  6. Cara Lady D, certamente parlando di cani e cavalli, parliamo di due specie molto diverse, l'uno predatore, l'altro preda. Ma allo stesso tempo molto simili, prima di tutto sono animali sociali entrambi e la comunicazione si esplica in modo paragonabile; poi sono animali ed insieme all'uomo rispondono sempre alle stesse leggi relative all'apprendimento animale. Ad esempio nelle fobie, sia per i cani che per i cavalli, si opera con programmi di desensibilizzazione progressiva. Entrare in empatia con un cavallo ha qualche difficoltà in più rispetto ad un cane. Il cane affianca l'uomo da più di 14.000 anni, mentre le interazioni tra uomo e cavallo risalgono a non più di 5000 anni fa. Il cane ha una grandissima capacità di leggere il linguaggio gestuale dell'uomo, molto più di un lupo. Con il cavallo devi avere maggiori capacità di inviare messaggi che il cavallo sia in grado di leggere ed elaborare. Certamente alla base di ogni comunicazione efficace, anche tra gli uomini, ci deve essere lo studio e la comprensione delle leggi che regolano il comportamento, l'apprendimento e l'influenza sociale. Spero di essere stato esauriente, ma se hai bisogno di ulteriori chiarimenti sono a tua disposizione. Un caro saluto! Spirito Mustang
  7. Si Lady D, certamente conosco i sistemi Parelli/Roberts, tra l'altro sono stato da Monty Roberts la scorsa estate per un Clinic di Problem Solving proprio a Flag Is up Farm. Su cosa si basano? Premessa....purtroppo in Italia si parla solo di Parelli e Roberts, perchè loro hanno avuto la capacità imprenditoriale di esportare i loro metodi in tutto il mondo, ma vi sono tanti altri T.....r, e purtroppo alcuni non ci sono più, altrettanto in gamba, ma poco conosciuti. I metodi utilizzati sembrano diversi, ma in realtà si basano su meccanismi d'apprendimento uguali...condizionamento pavloviano, operante, shaping, desensibilizzazione progressiva e sensibilizzazione. Altra premessa, odio il termine "doma dolce" tanto usato in Italia. Quando lavoro i cavalli io non sono per niente dolce, anzi a volte sono molto duro, ma solo mentalmente e con il linguaggio non-verbale. Un leader viene riconosciuto non per la violenza fisica gratuita, ma per la tranquilla determinazione, per la persistenza e coerenza. Ma torniamo ad analizzare i metodi Parelli/Roberts, come tu li chiami. Entrambi si basano su una grande conoscenza del cavallo nelle interazioni con i suoi simili, ma anche una conoscenza del condizionamento operante, con l'utilizzo del rinforzo positivo (rinforzare positivamente un comportamento, significa che quel tale comportamento si ripeterà più frequentemente e più facilmente). Pensa, sono metodi utilizzati per comunicare con animali come i delfini, i cani, ecc...allora perchè non usarli anche con i cavalli? Purtroppo il mondo dell'equitazione, come quello dei cani fino ad un decennio fa, è chiuso a determinati apporti non scientifici. Il perché? Sinceramente non lo so. Fino a qualche anno fa, ma anche attualmente in alcune scuole obsolete, i cani venivano addestrati solo con l'ausilio dello strangolo, senza alcuno studio e approfondimento alle spalle, solo pura violenza. Certamente imparare i sette giochi Parelli non ti potrà aprire le porte a diventare un Natural T.....r, certo puoi imparare a comunicare meglio con il tuo cavallo, ma questi sono due discorsi diversi. Ogni cavallo è diverso dall'altro e tu devi avere la capacità di applicare determinate dinamiche che si rifanno ai naturali meccanismi dell'apprendimento animale. Senza dubbio si deve avere una approfondita conoscenza del comportamento sociale del cavallo, per questo devi studiare tanto ed osservare il linguaggio che i cavalli usano tra loro, devi passare del tempo con loro. Comunque io li considero metodi molto validi, ma persone poco esperte devono fare molta attenzione nel loro utilizzo, altrimenti corrono il rischio di imcomprensioni nel rapporto con il cavallo, ma questo vale per ogni cosa. Io non ho scelto una strada facile, devo confrontarmi continuamente, sia con uomini di cavalli tradizionali, sia con la poca curiosità delle persone, sia con i giochetti vari, sia con finti etologi e truffatori vari....sì. proprio una strada difficile, ma nella quale credo e che porterò avanti...sai perché? Perché sono le persone che mi hanno visto lavorare con cavalli e cani che me lo chiedono...mi chiedono di non fermare questa rivoluzione e mi dicono che questa è la mia unica strada possibile....promuovere il vero benessere ed educazione naturale di uomini ed animali. Se hai ancora bisogno di me, il mio sito ed i miei contatti li conosci, non esitare a contattarmi! Un caro saluto! Francesco De Giorgio....Spirito Mustang
  8. Certamente LadyD, concordo su te che il messaggio può apparire di stampo commerciale, ma l'iscriversi alla mailing-list ricevendo articoli che io stesso scrivo, è totalmente gratuito. Certamente potrebbe esserci un ritorno per Horse&Dog, ma non sempre accade. Il mio obiettivo è dare soprattutto il mio contributo alla conoscenza del mondo animale, visto il mio background scientifico. Purtroppo nel mondo dei cani e dei cavalli c'è troppa approssimazione e superficialità, ma soprattutto scarsa cultura scientifica! Ero già iscritto nella directory! A presto! Buon Anno!!! Francesco De Giorgio....Spirito Mustang
  9. Un nuovo anno è arrivato ed Horse&Dog continua il suo impegno sulla strada di un migliore conoscenza del comportamento animale! Ho scritto un nuovo articolo scientifico sul comportamento del cavallo "CONOSCERE IL CAVALLO: IL GIOCO NEI PULEDRI". Ogni articolo è bibiografato, tutto quello che viene riportato si riferisce anche a studi pubblicati su riviste scientifiche internazionali. L'obiettivo è anche quello di ridurre il proliferare di sedicenti "esperti" di etologia, doma dolce, doma equoetologica, ecc. Chi volesse ricevere i nostri articoli ed altre news può iscriversi alla mailing-list di Horse&Dog info@horsedog.com oppure visitare il nostro sito www.horsedog.com. Un caro saluto a tutti e tanti auguri di uno splendido 2005!!! Francesco De Giorgio Biologo/Etologo Horse&Dog Natural T.....r www.horsedog.com
  10. Carissime Helen e Soraia, grazie per essere entrate nel mondo di Horse&Dog e grazie mille per il vostro supporto! Contattatemi se avete necessità! Ciao Francesco De Giorgio Horse&Dog Natural T.....r Horse&Dog - una rivoluzione è in atto.
  11. NATURAL HORSE TRAINERS Uomini che hanno permesso una migliore comunicazione con i cavalli testo del dr. Francesco De Giorgio - Scuola Horse&Dog Il mio desiderio è sempre stato ricercare il metodo migliore per approcciare agli animali, evitando inutili brutalità e sofferenze. Con questo spirito ho sviluppato e sviluppo metodi naturali che possano essermi d'aiuto nel ricercare la collaborazione tra uomo e animale. Con questo spirito è anche nata la Scuola Horse&Dog di Roma, unica e vera scuola il cui scopo non è solo educare e rieducare cavalli e cani, ma anche e soprattutto fare cultura, fornendo corrette informazioni sul comportamento animale. Purtroppo c'è ancora troppa confusione, disinformazione, inesattezza, scarsa professionalità e falsi miti, oltre che vere e proprie truffe in questo campo, che non fanno altro che gettare una cattiva luce su questi utilissimi metodi naturali. Credo sia giunto il momento di fare chiarezza, per il bene dei cavalli e di tutti gli altri animali. Tom Dorrance, Ray Hunt, Buck Brannaman, Mark Rashid, John Lyons, Pat Parelli e non ultimo Monty Roberts sono alcuni dei nomi più noti di trainers che hanno cambiato l'approccio al cavallo, favorendo un metodo più naturale e incruento di educazione e comunicazione. Anche se ad un'osservazione superficiale, i metodi utilizzati da questi uomini sembrano più o meno differire l'uno dall'altro, in realtà la base è la stessa e non potrebbe essere diversamente. Infatti, i meccanismi di apprendimento negli animali hanno le stesse basi biologiche. Tutto si basa su condizionamento classico, operante, sensibilizzazione e desensibilizzazione. Oltre a questo è necessario tener conto della biologia, dell'ecologia e dell'etogramma naturale delle diverse specie con le quali vogliamo entrare in comunicazione. Ad onore di questi uomini bisogna dire che hanno avuto la capacità di utilizzare conoscenze pratiche e teoriche, che hanno messo in discussione i vecchi metodi tradizionali basati sulla sopraffazione dell'animale. Ai nostri giorni va molto di moda il termine "doma dolce" o "doma dei sentimenti", in realtà non c'è nulla di tutto questo, sarebbe molto più auspicabile a mio parere utilizzare il termine "ammansimento naturale". I detrattori di questi metodi naturali dicono che non funzionano sempre, in realtà ad una prima impressione i metodi tradizionali sembrano avere sicuri e rapidi risultati, ma questo non corrisponde alla realtà, inoltre viene compromessa la fiducia che l'animale può avere nei confronti dell'uomo. Certo è che i moderni metodi di approccio naturale necessitano di grande competenza, sensibilità, cultura, capacità di ascolto e osservazione, coerenza e pazienza, ma ripagano molto di più in termini di raggiungimento della collaborazione con gli animali. Convincere e non costringere è la filosofia di base di questi metodi. Mark Rashid dice di ricercare la "leadership passiva" che personalmente definisco "leadership benevola" intesa come ricerca di una "vera posizione autorevole" basata sulla calma, la tranquillità e la determinazione, senza l'uso gratuito della violenza. Una leadership tesa a mantenere la coesione del branco. Monty Roberts inoltre afferma che un nostro atteggiamento teso, nervoso, irritabile, non è l'ideale nel rapportarsi con il cavallo. Infatti, livelli adrenalinici elevati mettono in allarme il cavallo, ancor di più in quanto preda ed animale di branco, e non permettono il nascere di una corretta interazione. Oltre a questi concetti di leadership, bisogna anche essere in grado di guidare il cavallo nella scelta del comportamento che desideriamo insegnargli. Si tratta di trovare il giusto modo per rinforzare positivamente il corretto eseguimento di un determinato esercizio. Tom Dorrance, uno dei migliori, era solito dire che quando osservava la maggior parte dei cavalieri, si rendeva anche conto che spesso i loro cavalli spesso esprimevano il tentativo di evitare qualcosa, oppure eseguivano in modo forzato quello che il cavaliere chiedeva loro. Questi comportamenti entrano a far parte dell'istinto di conservazione del cavallo che in quei momenti prende fortemente piede. Un vero T.....r dovrebbe sempre tener conto dei molti fattori e delle diverse variabili che fanno capo al forte istinto di conservazione del cavallo e che influenzano la nostra interazione e comunicazione con questi splendidi animali. Spesso trainers, cavalieri e gli esseri umani in generale, pensano egoisticamente solo al loro punto di vista, al contrario si può ottenere molto di più se noi invertiamo la situazione, facendo nostro il punto di vista del cavallo. Durante i miei corsi spesso mi viene anche obiettato "ma per attuare questi metodi ci vuole del tempo che spesso non si ha", io rispondo che spesso ciò che sembra lento in realtà è veloce, mentre tutto cio' che si fa con la fretta non fa altro che rallentare ancor di più i tempi di comunicazione ed educazione del cavallo. Per concludere citerei Jean Saint-Fort Paillard, grande campione olimpionico di dressage, medaglia d'oro ai giochi olimpici di Londra del 1948, che già decenni fa affermava: "Non è tempo di liberarsi dei pregiudizi e delle idee ricevute e di rigettare molti modi di fare che non sono veramente più degni degli uomini istruiti e civilizzati che pensiamo di essere diventati? Non bisogna anche prendere coscienza che uno degli errori più costanti del cavaliere è di mancare di onestà intellettuale e di rigettare sul cavallo la responsabilità delle difficoltà incontrate per non dover riconoscere, di fronte agli altri e a se stesso, che esse hanno più spesso per origine la sua ignoranza e la sua mancanza di destrezza? Quando non è abbastanza guidata dall'intelligenza che, unica, permette di controllare e dominare gli istinti, l'equitazione ha sempre formato e forma sempre, ahimè, troppa gente pretenziosa e brutale. Sarebbe questa una tradizione da perpetuare? Per secoli la pratica è stata assolutamente predominante, producendo talvolta teorie che, non essendo state passate al setaccio della ragione, non avevano quasi come scopo che di tentare di giustificare la pratica, a posteriori. Ma il buon senso insegna che la teoria deve al contrario precedere la pratica la quale permette successivamente di verificare sperimentalmente il buon fondamento della teoria ed, eventualmente, di farne scoprire le insufficienze o gli errori." Osservare, riflettere e sperimentare devono essere passaggi inderogabili nell'avvicinarsi a tutte le cose ed ancor di più se il nostro desiderio principale è di instaurare una corretta comunicazione degli animali, ed in particolare nel rapporto tra uomo e cavallo.
  12. Ciao a tutti! Se volete approfondire il discorso e le conoscenze sull'etologia del cavallo, visitate il sito della Scuola Horse&Dog - www.horsedog.com Non esitate a contattarci per info e chiarimenti! A breve anche Horse&Dog avrà il suo Forum!!!
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