Salve a tutti da norvegus (Paolo), neoiscritto 50enne, romano, trasferitosi nel 2006 dalla capitale a Bellegra (60 km da RM), 1000 mt slm, meno di 3000 anime; questo è il comune d'appartenenza, in quanto vivo solo in un piccolo casolare isolatissimo in piena macchia, distante circa 9 km dal paesino e costruito a suo tempo sicuramente con l'uso di asini, muli e via dicendo, raggiungibile unicamente con un quad (se non a piedi), essendo 4 dei suddetti 9 km una vera e propria prova di fuoristrada, anche le jeep sono ko (passaggi stretti ed in contropendenza, un pò di tutto, insomma). Bene, chiedendo scusa per la prolissità, vorrei esternare l'incredibile felicità provata nello scoprire questo sito e voi tutti; ho letto parecchie discussioni sul ratto, per me ancora, dopo più di 15 anni, animale (??) straordinario, fonte di stupore, di apprendimento, di quell'osannare prima la natura, poi la casualità, che mi concesse quel dare-avere emozioni impossibili (forse e per ora, spero) da esternare nella loro intierezza, anche, se non di più, a chi si diceva amante degli animali..; ok, discriminatissimo (quì solo poco di più che a Roma, ma questo penso dipenda dalle distanze a cui accennavo), tentando di comunicare nello specifico con i locali, deriso se non preso per matto, mi guadagnio only il soprannome di "sorcio", almeno a RM ogni tanto qualcuno tentava una sorta d'ascolto pro-forma, d'altronde da queste parti tutti hanno il loro bel soprannome (c'è chi, rispettatissimo, viene chiamato "pollo"). Dopo la lunga premessa accenno alcuni pensieri col telegrafo: 1": perchè le gabbie? penso di conoscere a livello comune più o meno per tutti noi il norvegicus, ma credetemi, sugli eventi che vengono a determinarsi osservando comunità di ratti in stato di semi-libertà perenne potrei parlare interi mesi (gruppi, comitive, balie, istitutrici, ecc.)(il gatto maschio ha tantissime analogie comportamentali col r. norv., non ultime il marcare il territorio e lo stabilizzarsi in caduta tramite coda, in gabbia però va solo dal veterinario..). 2": avrei piacere nel sentire qualche storia di fusione di personalità uomo-ratto, nel mio caso mi capitò con il primo che ebbi, Calcutta, femmina, rigorosamente soli, io e lei, presa appena svezzata, sono tuttora convinto che era molto più dotata dei "colleghi", o forse era la magia dell'incredibile; perennemente insieme, creammo una sorta di vero e proprio linguaggio basato su movimenti e suoni, mi dormiva sul cuscino col nasino sulla mia guancia, mangiava dal mio piatto (non con le zampe dentro!), provai a prendere un'altra femmina, dopo la lite mi mise il broncio 2 settimane quasi.. 3": forse non dovrei, ma lo penso e lo dico con tutto il rispetto: perchè unire in una stessa categoria topi e ratti? sono diversi davvero tanto!! ok, è lunga per cui non provo ad inserire niente (faccine, simboli, ecc.) per paura di veder sparire tutto come spesso mi è capitato, spero solo di sentirvi!!! ps.: complimenti a tutti