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E Ancora!


neyryssa

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29 Maggio 2007 - "Voglio capire perché nel Terzo Millennio in Europa un cagnolino indifeso possa morire così, bisogna individuare le responsabilità, questa storia non finisce qui. Stando a quanto riferitomi da Mina Faggioli, 75 anni, mamma dell'attrice Serena Grandi, domenica scorsa l'anziana signora ha perso tragicamente Bella, la sua amata cagnolina, un carlino di appena 9 chili e di dieci anni, morta probabilmente soffocata dal caldo perché le è stato impedito di viaggiare in pullman da Bologna a Napoli con i passeggeri, ed è stata stipata nel bagagliaio, peraltro pieno di valige. Per questo chiedo spiegazioni alla compagnia di pullman 'Saca Bus' per capire per quale motivo l'animale è stato trattato in questo modo, perché non ci si è resi conto che con il caldo di questi giorni e in condizioni precarie di aerazione di un simile bagagliaio, il cane non sarebbe potuto sopravvivere". A parlare è Monica Cirinnà, Delegata del Sindaco di Roma ai Diritti degli Animali, in seguito a quanto denunciato dalla mamma dell'attrice Serena Grandi. "Fu proprio mia figlia Serena a regalarmi la mia dolce Bella - racconta la signora Faggioli - eravamo inseparabili. Mi ero informata per tempo presso l'agenzia turistica 'Robintour', che mi aveva assicurato che il cane sarebbe potuto partire con me in pullman se fosse stato nel trasportino, che avevo portato. Avevo anche prenotato l'albergo adatto ad Ischia, dov'ero diretta, per accogliere anche Bella. Eppure l'autista del pullman ha costretto la mia povera cagnolina a viaggiare nel bagagliaio, perché a suo dire, era allergico ai cani". Come racconta la signora Faggioli, il pullman era partito domenica 27 maggio da Bologna, intorno alle 5.45 di mattina, per arrivare a Napoli alle 14.15. Una sola la sosta consentita, poco prima di Roma, durante la quale il carlino stava ancora bene, aveva mangiato e bevuto. Poi la tragedia a Napoli, dove Bella era già morta. "E pensare che il pullman era quasi vuoto e con l'aria condizionata - conclude la signora Faggioli - quel cane di piccola taglia, buonissimo e per di più nel trasportino, non avrebbe dato fastidio a nessuno. Sono distrutta e frastornata, Bella era tutto per me, ho diritto di capire perché è morta così: qualcuno mi aiuti".

ma io dico.. ma si può??? cavoli era pure un carlino che la signora poteva tranquillamente tenere in braccio!!!!!!

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Io non sarei proprio partita!!! Cola cavolo che l'avrei lasciato di sotto!!! MA SCHERZIAMO??!!

E penso che tutto il pullman non sarebbe partito .... (sono fondamentalmente una sindacalista rivoluzionaria)

Cosìccome avrei fatto se non mi avessero imbarcato sgrillo nel mio ultimo volo...perdendo così 300 € di volo.

La salute dei miei bambini viene prima di qualsiasi cosa....

Ma io mi reputo una persona che AMA i suoi cani...non che HA un cane.

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ecco come prosegue questa storia...

30 maggio 2007 - Giovanni Adamo

Sono tempi duri per i diritti degli animali. La nota e recente Legge 20 luglio 2004, n. 189, cosiddetta Legge Antimaltrattamenti, se, da un lato, costituisce espressione di un mutato sentire nei confronti degli animali, dall'altro consente finalmente l'emersione (e talora la diffusione pubblica) di comportamenti sicuramente socialmente discutibili, e, forse, di rilevanza penale.

Ci siamo sempre battuti, sia personalmente che quale "organizzazione" professionale (e sia dalle pagine di questo sito che nei testi che abbiamo avuto la fortuna di poter pubblicare, che in diverse aule di Tribunale) contro la sottocultura rappresentata dell'equazione "animale" = "cosa".

La vicenda occorsa alla Signora Faggioli ha dell'incredibile (morte del suo cane in bus extraurbano poiche' non fatto salire e posto in vano bagagli, da Bologna a Napoli...).

Certo, occorrerà verificare in concreto se delle responsabilita' vi sono, ed in che termini (ad esempio, occorrera' verificare se ed in che misura, e con quali modalità , le condizioni generali di contratto del vettore consentivano il trasporto di animali, nonché la eventuale compatibilità delle stesse con le rigorosissime normative regionali emiliane in materia di benessere animale). Ma in astratto se ne profilano, e di gravi. Tralasciamo momentaneamente quelle penali: il maltrattamento di animali, se sussistente, e' delitto perseguibile d'ufficio, e dunque, data anche la notorietà della vicenda e quella delle persone loro malgrado coinvolte, la Procura della Repubblica competente trarrà autonomamente le proprie conclusioni.

Ma ogni illecito penale e' anche un illecito civile, ed obbliga colui che lo ha commesso a risarcire il danno, anche morale ed esistenziale, cagionato al proprietario (meglio: al compagno) dell'animale.

A) Intanto i soggetti responsabili (e sempre, si ripete, che ve ne siano i presupposti): l'autista, personalmente, e, in via "vicaria", l'impresa dalla quale l'autista dipende. Ciò in quanto si tratterebbe di illecito commesso "nell'esercizio delle mansioni del dipendente" ovvero, in ogni caso, di illecito che in quelle mansioni trova la propria occasione.

B) Poi le norme di riferimento. Sembrano potersi ravvisare gli estremi sia dell'inadempimento contrattuale, quantomeno in capo all'impresa (in quanto comunque con essa la Sig.ra Faggioli aveva concluso un contratto di trasporto), nonché quelli dell'illecito civile extracontrattuale. Sotto questo profilo risulterebbero cumulativamente responsabili tanto l'autista, personalmente, quanto l'impresa.

C) Infine, la quantificazione dei danni subiti. Oltre all'aspetto (nella specie assai volgare, ma "tecnicamente" da menzionare) del valore economico dell'animale, il danno sta tutto essenzialmente in due fattori: da un lato, la concreta sofferenza generata, nell'immediato, dal fatto – reato. Dall'altro, la misura della effettiva e generale (per dirla con la Cassazione) "modificazione peggiorativa della qualità della vita" provocata dall'illecito.

Precedenti ve ne sono, e diversi (tra i quali anche una paradigmatica Sentenza del 2002 del Tribunale di Roma). (Quasi) Tutti concordi nel riconoscere al proprietario quantomeno il danno esistenziale.

Somme non particolarmente elevate, certo. Ma permettetemi uno sfogo. A volte è il principio che conta.

Giovanni Adamo e’ avvocato e Cultore della Materia di Diritto Civile nell’Universita’ di Bologna

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scusatemi... io avrei messo l'autista nel bagagliaio non il cane e poi dai..... ma siamo pazzi un viaggio cosi lungo con il cane nel bagagliaio? non sarei MAI PARTITA......ma siamo pazzi......ma la signora non immaginava che era una sofferenza x il cane?che sarebbe potuto accadere il peggio?no no no no non ci siamo mi dispiace ma la colpa la do anche al padrone..... mamma come sono inc........ta

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Si infatti io quando ho sentito ho pensato la stessa cosa..Ma col cavolo che sarei partita!Che faccio metto il cane nel potabagagli?Con questo caldo??A maggior ragione i carlini sono cagnetti che respirano già di per se a fatica quindi..Non c'è mai fine alla stupidità umana! :unsure:
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