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giuseppe.grillo

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  1. Ciao a tutti, ritorno per una domanda: i miei cavalli stanno distruggendo tutte le piante mangiando foglie e germogli (pesco, pero, cigliegio, palme, ecc.), esiste un repellente da spruzzare sulle foglie per farli smettere? Grazie. GBeppe
  2. Ciao a tutti, sono ritornato al forum dopo una cavalcata di quasi 4 ore con Abbolotu. E' la seconda che faccio rimanendo saldo in sella. Come ho fatto? Semplice! Ho cercato di applicare al meglio le regole che mi avete indicato, ma tutto su una sella western prestatami da un amico. Salito in sella, dopo una decina di secondi, ha riproposto la solita sculettata. Ho afferrato il pomello della sella e rimanendo in equilibrio, con l'altra mano ho tirato le redini mettendolo in circolo. La prima mossa era andata a buon fine. Rincuorato dal successo, ho iniziato la corsa tenendo ben desta l'attenzione. Dopo una decina di minuti, mentre eravamo al passo, ha tentato la senda mossa di partire a razzo, ma questa volta avevo le redini ben tese per cui mi è stato facile bloccarlo rimettendolo in circolo. Da quel momento non ci sono stati più problemi e finalmente la cavalcata è stata un divertimento. Ciao e grazie ancora. GBeppe Vorrei mandarvi la foto in sella di Abbolotu, ma non sò come fare...
  3. Eh, purtroppo, Sir Hiss, questa l'ho capita anch'io. Infatti più che del cavallo il problema è tutto mio che devo diventare un pò più esperto magari con qualcuno che mi aiuti a correggere gli errori. Questa mattina sono uscito un paio d'ore con la cavalla effettuando manovre per me inconsuete per migliorare il mio equilibrio. Tra le varie cose ho cercato di abituarmi a tenere i talloni bassi e le gambe distese, come mi è stato (dalle fanciulle) indicato e devo dire che mi sento più impostato. A presto Beppe
  4. Grazie manu90, terrò presente i tuoi consigli in modo particolare nel praticare qualche maneggio... Vi terrò indormati dell'evoluzione. Beppe
  5. Bene, Zarina ha 13 anni e dicono sia un incrocio tra un anglo-arabo e un sardo. E' un pezzo di pane. E' stata impiegata negli anni successivi alla doma, per istruire i bambini in un maneggio nei pressi di Orgosolo. A nove anni, è stata data al pastore (una specie di palloncino più largo che alto) dal quale l'ho acquistata. La doma è stata fatta sempre ad Orgosolo dove spesso usano impegnare i cavalli per le vie del paese al fine di abituarli alla convivenza con la gente, automezzi, ecc. Abbolotu ha 12 anni e in sardo significa "inbarazzo di stomaco" (singolare non ti pare?). Non conosco il resto della sua vita tranne i particolari già citati sui metodi dal proprietario impiegati per guadagnare un pò di soldi nelle corse. Tutti e due sono stati imboccati, come dici tu, con la "maledetta" briglia sarda che io ho subito provveduto a sostituire con il filetto normale. La mia esperienza? Praticamente zero se non fosse per cinque o sei galloppate presso un maneggio in un agriturismo della Romagna e lo studio di un pò di letteratura sulla materia. Alcune azioni le ho imparete l'anno scorso in Provenza, osservando le tecniche di addestramento impiegate in alcuni maneggi. Mi sono cacciato in un vespaio vero? Però ho avuto anche tante soddisfazioni e... speso molti soldi.
  6. Dunque, non vorrei tediarvi con le mie avventure; le racconto volentieri se però mi "taglierete esplicitamente quando sarò noioso. Grazie. Allora, il tutto è partito tre anni fa qundo il mio grande desiderio di possedere un cavallo tutto mio è stato esaudito. La scena si svolge in Sardegna, nei pressi di Orgosolo in località Supramonte. Un pastore voleva vendere la sua cavalla, incinta, che viveva sui monti allo stato brado per ricavare qualcosa. Vista la bestia, io e la mia compagna, ci siamo subito impietositi dai suoi occhioni tristi ed in modo particolare dalle corde di chitarra che si potevano contare nel costato. Detto fatto, praticamente due per uno, concordato il viaggio per il trasporto della cavalla Zarina (meticcio), la portiamo nel mio terreno vicino Olbia dove, una volta scaricata, ha iniziato a rasare ogni cosa che trovava. E' stata una ottima soluzione contro i fuochi estivi. Non ho mai visto un rasaerba più efficace. In un paio di giorni le costruii una stalla in tavole di legno su misura, ma la cosa non fu assolutamente gradita. Entrava solo per la golosità del mangime, ma poi se ne riusciva in tutta fretta. Capii quindi che sarebbe stato uno sforzo inutile e comunque non opportuno obbligarla a rimanervici dentro, tanto era abituata alla completa libertà. Per richiamarla bastava un fischio due carezze ed un pugno di avena in un secchio. Con lei ho iniziato le prime cavalcate in solitaria pefrò con molta cautela vista la gravidanza in corso. Trascorre tutto l'inverno e la primavera rigugiandosi sotto gli alberi ad ogni piogiia, ma niente stalla al punto che l'ho smontata riciclando il materiale per un pò di staccionata. Intanto la pancia era sempre più grossa e l'ansia di vederla partorire diventava ancora più spasmodica tanato che verso la fine di aprile, preoccupato, chiamai il veterinario che con grande emozione mi fece vedere l'ecografia con la sagoma del cavallino. Tutto procedeva bene. Il 25 di maggio, verso le sei e trenta del mattino, Zarina si stende su una rampetta vicino casa con la testa verso valle ed il fondoschiena nella parte più alta, e comincia il parto. Putroppo non ero presente, ma c'era il mio collaboratore che via cellulare mi raccontava in diratta istante per istante quello stava succedendo. Lascio a voi immaginare l'emozione. Non vi dico quella del mio collaboratore, Arturo, che sembrava stesse trasmettendo la partita del cuore. Arriva così Dany, una puledra ben proporzionata e una codina a mo di scopaccio da lavandino. Inizio da subito i tentativi di avvicinamento allo scopo di ridurre la diffidenza nei miei confronti e nel giro di un paio di mesi già la portavo a spasso tenendole un braccio avvinghiato attorno al collo. Qualche mese più tardi le infilai una capezza e dopo cinque mesi iniziai lo svezzamento con grande disappunto di tutte e due, ma era doveroso. Un mese dopo le ricongiunsi: il trauma precedente era tranquillamente passato. Ogni uscita con la cavalla comunque, la facevo portandomi apresso la cavallina destando la curiosità e le simpatie delle persone che per strada incontravo. Nel frattempo però, cominciavo, assieme ad Arturo, a pensare che forse sarebbe stato più divertente se le uscite le avessimo fatte in due invece che in solitaria. Fu così che arrivò Abbolotu, il mezzo sangue anglo-arabo castrato che acquistai per poco più di mille euro. Da quel momento arrivarono i veri problemi. Al di là che non aveva ancora messo giù il piede dal vanetto che fece capire alle cavalle che era lui il maschio. Sferrò un calcio alla coscia destra di Zarina che mi impedì di cavalcarla per quasi un mese. Sequestrò la puledra come se fosse sua proprietà e non esitava a tirarle calci e morsi quando le arrivava a tiro. Decisi di separarli, ma non fu una brillante idea. Abbolotu, per raggiungere Zarina, si buttò letteralmente contro una rete divisoria fino a strapparla completamente dai paletti. L'azione gli procurò delle larghe abrasioni alle zampe anteriori che dovetti medicare con una pomata indicatami dal veterinario. La lotta tra me e lui nell'indurlo a non maltrattare la povera cavalla è stata ardua, ma decisa. Per raggiungere lo scopo, acquistai una frusta di quelle che si usano nel girello per l'addestramento dei cavalli, facendola schioccare vicino alle coscie quando Abbolotu premeditava un'azione maldestra. Altra tecnica che mi so no inventato, è stata quella di dar da mangiare alle cavalle lasciandolo a guardare a bocca asciutta. Ho fatto bene, ho fatto male, non lo sò, certo è che da li a qulche settimana smise di fare il prepotente pur mantenendo la sua posizione di leader. Nel frattemo cominciai a cavalcarlo: rispetto Zarina, ni sembrava di salire su un grattacielo. 15, 20 centimetri più alti si sentono, eccome. La prima uscita fu disastrosa. Montai una sella che maldestramente avevo aquistato alcuni mesi prima di probabile costruzione cinese o giù di lì per soli 160 euro, ma quella avevo per non modificare le impostazioni della bardatura utilizzata per la cavalla. Fu lì che scopersi per la prima volta che era un bel problema mettergli la briglia. Al mio tentativo di passargli il finimento che gira sopra le orecchie, ricevo un brusco sollevamento del muso, un arretramento del corpo e via di corsa per il prato. Ripreso, con il solito secchio di avena, gli lego una fune rigida al collo senza cappio con l'altra estremità ad una trave della palizzata e ritento la manovra. Nuovo strappo, la corda regge, ma la trave viene divelta schiodandosi in un istante. Ripeto tutte le operazioni, ma questa volta infilando (non conosco il nome di quella parte della briglia) la parte che va dietro le orecchie, in modo estremamente lento ottenendo finalmente il risultato voluto. Tiro bene il sottopancia della sella, aggiusto la lunghezza delle staffe e via alla prima cavalcata. Inizio alternando il passo con il trotto, poi dopo una mezz'ora via al galloppo. Tutto sembrava andare, con grande soddisfazione, per il meglio fino a quando, nel mezzo di una galloppata lungo un sentiero, si stacca una staffa dalla sella perdo l'equibrio, mi aggrappo alla criniera, ma inesorabilmente volo a lungo sul terreno. Mentre mi rialzavo valutando velocemente l'entità delle abrasioni, il cavallo continuava la sua corsa volando chissà dove. Chiamo al cellulare degli amici che malconcio mi riportano a casa, ma prima cercando di capire dove era finito il cavallo. Non ci volle molto a ritrovarlo in quanto aveva cercato di rientrare da solo ripercorrendo esttamente la strada fatta nell'andata. Questo al mattino. Il pomeriggio stesso raggiunsi un sellaio dove acquistai due ottime selle, una nuova e una usata a scanso di qualsiasi equivoco. Rimontai, malgrado le botte prese, il giorno successivo il cavallo percorrendo finalmente un magnifico tratto assieme alla cavalla con Arturo, che dal mare porta alla cuspide più alta di un colle dal quale vedere un panorama mozzafiato sulla laguna di Olbia. Ero soddisfatto! Finalmente avevo raggiunto il mio sogno. Siamo verso la fine di novembre, per strada non c'è nessuno, solo una sciocca donnina che pretendeva usassimo la paletta per pulire lo sterco lasciato dai cavalli al nostro passaggio e così ci aviammo al mare sulla spiaggia. Lì demmo sfogo alle nostre esibizioni fino a quando Zarina che mi precedeva mentre ero in sella su Abbolotu, frena di botto obbligando il mio cavallo ad altrettanta frenata. E qui parto per la seconda volta con bel volo ad angelo finendo sulla sabbia 5, 6 metri più avanti. La sabbia è morbida per cui la caduta è stata uno scherzetto, ma da quel momento non sono più rimasto in sella. Questa è un pò velocemente la mia storia, altre avventure ho patito, ma se del caso, ne riparleremo più avanti. Ciao e grazie a tutti per questa mia chiaccierata. Beppe
  7. Anche queste mi sembrano delle ottime osservazioni che, tra l'altro, pur nella mia poca esperienza, ho cercato di valutare. La sella non dovrebbe essere perchè lo ha fatto anche con una sella diversa. Non sono insetti perchè a marzo non ne avevevamo. Quindi, sembra assodato che sia un vizietto perchè lo fa solo con me e un altro mio amico che mi aiuta ad accudire i tre cavalli di cui dispongo. Però, ora che ci penso, da tempo non uso più il frustino del quale lui ne è terrorizzato. Bisogna sapere che il proprietario precedente lo usava nei vari palio paesani e per farlo correre lo frustava sul muso e sulle orecchie tant'è che ho faticato non poco per fargli capire che non sarebbe successo niente dopo avergli infilato le briglie. Prima di riuscirci, me ne ha strappate tre. Poi aveva il vizio di andare dove voleva e quando lo faceva, scendevo di sella e lo facevo roteare velocemente attorno a me con briglie in mano per cinque, sei volte e quidi risalendo andava dove volevo io. Nel giro di un ventiva di giorni anche questo ateggiamento era sparito. Devo dire che ho cercato di applicarmi con il solo uso del ragionamento per risolvere i vari problemi, ma quest'ultimo, il farmi cadere, il più doloroso, mi stà preoccupando veramente.
  8. Grazie, mi sembra un saggio consiglio anche se non è facile da applicare perchè, almeno per me, cavalcare deve essere un piacere e quindi essere sempre concentrato... Il problema è che sono un dilettante e non cavalcando spesso le azioni da compiere non mi vengono automatiche. Cercherò di fare del mio meglio.
  9. Ciao a tutti, da circa sei mesi ho grosse difficoltà a cavalcare un mezzo-sangue che ho acquistato oltre un anno fa. Quasi ogni volta che lo monto, trova l'occasione, nei momenti di mia maggior disattenzione, di mettermi giù. Lo fa quasi sempre da fermo con una particolare "sculettata" che mi fa perdere l'equilibrio finendo a terra oppure partendo con uno strappo iniziale. Mi sembra chiaro che abbia trovato il meccanismo per lavorare meno ed io vorrei trovare il modo per togliergli questo vizietto. Non avendo altre soluzioni, avrei pensato all'impiego di una sella che mi dia maggiore stabiltà e soprattutto mi faccia semtire più sicuro rendendo inefficaci i suoi comportamenti. Ho pensato all'impiego di una sella americana la quale, per la presenza del pomello, mi permetterebbe un solido appiglio in caso di perdita di equilibrio. Mi sapete dire se potrebbe funzionare, oppure, eventualmente, cosa fare? Premetto che attualmente uso una bellissima sella inglese con il foro atiprostata pagata due occhi della testa. Grazie.
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