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Ok Il Business... Ma La Realtà è...


Etienne Navarre

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In diverse occasioni ho notato come le teorie di doma dolce si basino su elementi in comune (come la mentalità del branco) e su elementi di diversità (come l'affrontare la paura)...

la maggior parte delle persone non nota tali diversità perchè, nel momento in cui vengono a contatto con le maggiori scuole di pensiero (Parelli, Roberts ecc...) vengono catturate dal mondo magico e mistico che le circonda...

PREMETTO CHE QUESTO NON E' UN TOPIC POLEMICO sulle maggiori scuole di addestramento del cavallo in modo non violento, ma solo un topic di confronto, dove prego tutti di scrivere le proprie esperienze, i propri contrasti con una paura del cavallo ed il modo in cui si sono rapportati ad essa, paure e difficoltà, una sorta di diario comune... allo stesso modo prego tutti gli utenti di stare ben lontani dalla polemica e, nel caso si vogliano sfogare (in bene e in male con esaltazioni mirabolanti) di usare un altro topic...

Io stesso mi sono ritrovato a seguire dimostrazioni di parelliani e di robertsiani, in più occasioni, allo stesso modo mi sono ritrovato a seguire dimostrazioni di "vecchi esperti" di cavalli alle prese con puledri, allevatori ecc...

che ne dite di confrontare le nostre idee in modo di avere un diario basato sull'esperienza di gente comune e prove dirette?

grazie in anticipo della collaborazione, io come al solito sono di corsa ma prometto di scrivere alcune delle mie esperienze nei prossimi giorni...

grazie ancora

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Bentornato caro Etienne, come sempre proponi temi veramente degni di nota (hihihi, con questo topic mi stuzzichi nel vivo! :P:D )! ;)

Allora, prima di tutto ci tengo a fare una precisazione. Diffidare da TUTTI quelli che parlano di "doma dolce". O sono dei cialtroni, o non hanno capito niente della doma etologica. La "doma dolce" in sé non esiste. I metodi di Parelli e Roberts (ma mi rivolgo in particolare al primo metodo, perché del secondo ho solo piccole conoscenze nozionistiche, mai provate sul campo)sono basati sull'etologia, non sulla dolcezza.

Ti faccio un esempio, per farti capire meglio. Uno stallone, quando deve "rimettere nel rango" un altro cavallo del suo branco, lo attacca, principalmente calciando e mordendo. Ma facciamo un esempio più terre-à-terre, che possono capire tutti. Quando si monta e un altro cavallo ci viene addosso, la reazione del nostro cavallo, se dominante, è quella di calciare l'altro invadente animale.

Ad un cavallo dominante, per rimettere nei ranghi un altro cavallo, spesso basta uno sguardo e un'abbassata di orecchie.

Sono questi i segnali che si sfruttano nella doma etologica. Gli sguardi, i movimenti del corpo, gli atteggiamenti. Questi metodi (parlo principalmente del metodo Parelli) servono quindi ad addestrare il cavaliere a "parlare" come un cavallo. Questo perché devi calcolare che tutti i movimenti che chiediamo al cavallo (sia un semplice salto che una levade) il cavallo li sa già fare in natura. Si tratta solo di trovare il sistema per chiedergli di fare uno di questi movimenti; e uno di questi sistemi, il più funzionale secondo me, è di atteggiarci in maniera naturale con il cavallo, in modo che lui possa capire che cosa in realtà gli chiediamo.

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Bello questo topic!

Specialmente perchè sto leggendo "l'uomo che ascolta i cavalli" di Monty Roberts...

Vorrei finire il libro prima di dire la mia opinione...

Per il momento quoto il discorso di Lady...

Non si tratta di "doma dolce" ma di guadagnarsi la fiducia del cavallo e di dialogare con lui usando il proprio corpo.

Infatti un gesto per noi insignificante viene colto dai cavalli come qualche cosa di molto importante.

Non so se funzioni questo metodo.

Però credo che sarebbe bello provare...

Vi dirò qualche cosa in più alla fine del libro..!

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anche io ho letto il libro di monty e in piu ho fatto uno stage di una settimana appunto sul metodo robertsiano..

è vero,

non è prettamente doma dolce,è un po come quando si addestra il cane..alla fine si addestra il padrone a capirlo..

e cosi per i cavalli..

ad esempio avvicinarsi con la mano a dita aperte è il simbolo che loro riconoscono come il predatore...

è linguaggio dei gesti,che noi trascuriamo perchè parliamo..

il libro è molto bello ma è molto romanzato.

comunque il mio maestro non crede molto in questa cosa,ma se poi lo si vede lavorare...

credo sia telepatico!!

ha tantissima esperienza che poi forse è l'unica cosa!!

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Ho finito il libro!!!

Molto caruccio...

Comunque sono dell'idea(forse un po' frettolosa perchè non ho esperienze pratica di "doma dolce")che non proprio con tutti i soggetti è possibile fare quel genere di esercizi.

Monty parla di ammansire i cavalli,e per fare questo bisogna lasciare il cavallo libero in un tondini e mettervisi in mezzo.

Molto spesso però ci sono cavalli che caricano chiunque osi anche solo pensare di entrarvi...

Forse l'ammansimento come viene chiamato da Monty,può essere valido per alcuni soggeti...

Ma ho dei dubbi sul fatto che valga con tutti

Sarebbe bello poter provare!!

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Immagino che il metodo di Monty sia qualcosa di molto più profondo e completo di quello descritto nel libro... Probabilmente, di fronte a cavalli del tipo da te descritto, ci sarà un altro metodo per gestirli...

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Forse hai ragione tu!

Credo,tuttavia,che sarebbe utile provare a "mischiare" il tipo di monta "tradizionale" con la "doma dolce".

Ammetto di essere un po' scettica riguardo la doma dolce...

Probabilemnte perchè ho sempre vissuto a contato con cavalli domati e montati nel modo tradizionale...

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io sinceramente non vado matta per Parelli e Company, per poter fare cose del genere serve un'esperienza k la maggior parte della gente non ha..un principiante k si avvicina a questi metodi rischia di fare più male che bene, inoltre in certe situazioni va benissimo un metodo come questo ma in altre bisogna anche sapersi imporre sul cavallo: quando arriva il veterinario e il cavallo deve assolutamente star fermo per radiografie, infiltrazioni o altre operazioni molto fastidiose c'hai voglia a far star fermo un cavallo con le paroline dolci...

questo è il mio parere personale, ovviamente posso benissimo sbagliarmi ma ho visto tanti incompetenti che hanno quasi paura del proprio cavallo per non pensarla diversamente...

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No, credo che un principiante possa benissimo avvicinarsi al metodo, ma solo se lo fa con la testa giusta. Si può benissimo fare esperienza seguendo questo sistema.

E ti assicuro che per tenere fermo un cavallo di certo i parelliani non sussurrano le paroline dolci.. :P C'è tutto un lavoro dietro che, se fatto bene, tranquillizza il cavallo rendendolo docile e fiducioso nei nostri confronti. ;)

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Io stesso mi sono ritrovato a seguire dimostrazioni di parelliani e di robertsiani, in più occasioni, allo stesso modo mi sono ritrovato a seguire dimostrazioni di "vecchi esperti" di cavalli alle prese con puledri, allevatori ecc...

Quello che posso aggiungere a questa discussione è davvero molto poco. Il fatto è che da anni lavoro con un allevatore/addestratore che avrà forse una settantina d'anni, ma la cui età è davvero incalcolabile, tanto che con l'altra ragazza che lavora con me ogni tanto tiriamo a indovinare. Sua madre lo ha partorito nelle scuderie. Suo padre era un grande uomo di cavalli. Ha partecipato a gare e concorsi e palii in tutta Italia e per tutta la vita. Ha conosciuto gente di cavalli, baroni, conti e gente che pur di dar da mangiare al cavallo, risparmiava sul sapone e lavava i panni con la cenere. Come lui, l'Italia è piena di uomini. Ha conosciuto i D'Inzeo e tanti altri campioni ma soprattutto ha conosciuto molti, moltissimi cavalli. I cavalli lo ascoltano. Basta che lui respiri. Non so se conosca Parelli, sapete? Credo di no. E qualche volta tira generosi schiaffoni, con il berretto di lana che porta sempre, proprio sul muso del cavallo. Non credo che io potrò mai amare i cavalli più di quanto li ama lui oggi, anche se ogni tanto dice che ci vogliono le maniere dure. Non so seppure se lui ha mai letto un libro per intero. Ma temo che i cavalli lo adorino e pendano dalle sue labbra.

Non so chi ha ragione. Però so che mi affascinano tutte le scuole, vcchie e nuove. E forse apprenderle tutte sarebbe la cosa migliore per noi, nuove generazioni :D !

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Quset'uomo dev'essere fenomenale...

Mi è venuta in mente una cosa...

L'altro giorno Lilly era un po' euforica...impennate e sgroppate e tutto spiano.

Io non ero in ottima forma e quindi è salito il mio T.....r...

Senza speroni è riuscito a farle fare stop,back,cambi di galoppo e quant'altro...

Ovviamente si tratta di tecnica,talento esperienza e impostazione delle manovre...

Ma credo che alcune persone abbiano anche un po' di magia....

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Monty è stato a fare una dimostrazione del suo metodo all' Università di Parma di recente, una mia amica di Veterinaria che l' ha seguito è rimasta favorevolmente colpita col lavoro che lui ha fatto su un avelignese difficile...poi anch' io credo che dipenda da soggetto a soggetto, per razza e per esperienze vissute, oltre che per carattere originario-un cavallo che di suo ha un atteggiamento socievole sarà certo più facile nel recupero di uno con un carattere forte, o molto timoroso...ma di certo loro già comunicano con noi, l' osservazione della natura, ci dice Da Vinci, è il migliore strumento conoscitivo...quello che a volte manca nell' uomo è la pazienza di raccogliere i dati ed elaborarli- il mio cavallo è un tipo da sempre piuttosto solitario, ma quasi sempre lui per primo stabilisce il contatto con me...se non ne ha voglia, ho imparato pian piano ad aspettare i suoi tempi, e forse, così, sono un po' più equina anch'io... :lol::wub:

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